Gravity Rush 2- La Recensione

Correva l’anno 2012, e Sony lanciava sul mercato PlayStation Vita, successore di PSP. Pronta ad offrire ai giocatori  titoli di qualità elevata adatti a tutti i gusti (almeno inizialmente, per poi concentrarsi solo sugli appassionati del Giappone dopo i primi anni), tra i prodotti che costituivano la line-up di esclusive di PSVita, c’era una nuova proprietà intellettuale che faceva della sua protagonista (Kat) il vero punto di forza: Gravity Rush. Passano gli anni, sul mercato arriva il bulldozer PlayStation 4 che inizia a macinare vendite su vendite, e ripropone, dati gli scarsi numeri della sorella minore, alcuni giochi riveduti e corretti per essere apprezzati su una console domestica. Oltre a Tearaway Unfolded, anche la prima avventura di Kat vede la luce in una nuova versione rimasterizzata. Questa farà solo da apripista a Gravity Rush 2, secondo capitolo disponibile dallo scorso 18 Gennaio. Dopo aver completato la nuova avventura di Kat e  le numerosissime  missioni secondarie, siamo finalmente pronti a dirvi se ne vale la pena.

Due mondi, tre dimensioni

Prima di avviare Gravity  Rush 2 è necessario (o almeno è consigliato) mettersi comodi e guardare il video qui sotto. Trattasi di due corti animati da dieci minuti l’uno, che  collegano le vicende del primo capitolo con questa nuova avventura di Kat e Raven, dando una base sul perchè  il gruppo della Regina della Gravità non è più a Hekseville. Inoltre dietro le animazioni di Overturture c’è Studio Khara, conosciuta ai più per i Rebuild of Evangelion. Sfortuna vuole che Overture sia la parte migliore di tutta la prima metà di Gravity Rush 2.

Perchè Kat, Raven e Syd sono finiti in un altro mondo? Per avere una qualche parvenza di risposta bisognerà arrivare al decimo capitolo, momento in cui la Regina della Gravità otterrà un nuovo potere (di cui parleremo più in basso) e inizierà a smuovere un po’ gli eventi, fino all’accelerata nel capitolo 19, che porterà alla battaglia finale nel successivo e ai classici titoli di coda. Ma la storia di Gravity Rush 2 non finisce, e prosegue  con altri sette capitoli aggiuntivi che, ironicamente sono la parte più riuscita dell’intera produzione. Sebbene la rivoluzione di Jirga Phara Lhao mostri spunti interessanti, e la Guerra con gli angeli sia divertente, è negli ultimi sette capitoli che la trama di Gravity Rush 2 subisce un’impennata verso l’alto, rivelando finalmente il passato di Kat e rispondendo a molte domande rimaste in sospeso fin dal primo capitolo nel 2012. Questa scelta di dubbia efficacia trasforma molti dei capitoli di questa seconda avventura in meri filler, pretesti per allungare il brodo e giustificare un tempo medio di completamento (solo della modalità storia) di circa venti ore.

Kat la tuttofare

A corredare la storia principale, tornano anche le quest secondarie, in un numero ben più esteso rispetto al primo capitolo. Ed anche qui, con oltre quaranta missioni, la sensazione principale che Gravity Rush 2 trasmette è un allungamento delle vicende non necessario per godere a pieno delle vicende di Kat. Sebbene non manchino quest simpatiche, che vanno ad ampliare eventi della storia principale  e forniscono alla Regina della Gravità i costumi più carini(e sbloccano le sfide a punteggio), son opresenti anche missioni che portano via tempo inutile per meccaniche mal studiate, come ad esempio quelle Stealth in cui l’IA riesce a intravedere nei muri ma  no nsi accorge se siete a due passi dalla loro schiena. Gravity Rush 2 vorrebbe essere vario, ma pecca nella troppa poca cura in generi a cui il titolo non appartiene.

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Gravity Rush 2, sebbene riproponga molti dei punti caratteristici del primo capitolo in maniera più grande ed espansa (come abbiamo visto Side Quest e Sfide) offre anche nuove aggiunte come la macchina fotografica: fulcro sia della parte social che dei collezionabili (Foto di determinati luoghi o persone). È possibile infatti utilizzare la camera per immortalarci negli ambienti di gioco (oltre che in svariate missioni che trasformano  Kat in una Jade di Beyond Good and Evil) e poi caricare in rete lo scatto, sia per farlo valutare dagli altri giocatori, sia per lasciare indizi per le cacce al tesoro, scrigni a forma di mela sparsi per le diverse aree che garantiranno gemme, pose e oggetti per la casa della nostra eroina. Alle meccaniche social è legata anche l’accumulo dei Gettoni Dusty, che potranno essere utilizzati per  ricevere ricompense al raggiungimento di vari traguardi. Purtroppo al momento il gioco è molto avaro con queste monete, e ottenere il premio finale risulta veramente lungo e tedioso (non sappiamo se col DLC dedicato a Raven, o con eventi futuri verranno elargiti Gettoni Dusty).

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Tediosa anche la raccolta di gemme per poter potenziare Kat, che non si limiteranno all’overworld o al completamento di sfide, ma saranno disponibili nei siti minerari, dove  oltre ad affrontare Nevi rari, potremo anche raccogliere talismani. Esiste inoltre una caverna a livelli in cui non sarà possibile curarsi (sbloccabile grazie alle tempeste gravitazionali), una sorta di dungeon crawler che via via aumenta di difficoltà e garantisce più ricompense, una discreta aggiunta che mette il giocatore di fronte alla propria abilità coi poteri della Regina della Gravità. In ogni caso, il numero richiesto di gemme è via via più cospicuo, rendendo necessarie sezioni di farming per potenziare al massimo Kat.
Infine è bene spendere due parole sui talismani ottenibili al completamento delle side quest o dai siti minerari: in Gravity Rush 2 tutte le abilità passive di Kat sono state vincolate agli equipaggiamenti, e non sono più potenziabili tramite gemme. È possibile equipaggiare tre talismani per volta, uno per tipo e forma, e accumulare così nuovi bonus, come un ripristino di salute o meno dispendio di energia per le mosse speciali. anche in questo caso mi sento di premiare la scelta degli sviluppatori, che garantiscono così una maggiore varietà a seconda della situazione da affrontare.

Luna e Giove

SCE Japan Studio ha fatto però un ottimo lavoro nella rifinitura dei poteri di Kat, e nell’utilizzo di questi ultimi sia per le fasi platform sia per le battaglie contro i Nevi. Andando per ordine, sono stati aggiunti due nuovi stili di Gravità: Lunare, che renderà la nostra eroina più leggera e capace di spiccare altissimi salti e calci dimensionali, e Gioviana che al contrario renderà Kat pesante e molto più propensa all’attacco fisico.Alla situazione e al giocatore capire quando utilizzare uno stile piuttosto che l’altro, tranne nelle sezioni in cui si sarà ovviamente costretti ad un’unica opzione. Queste implementazioni fanno solo bene ad un gameplay che poteva risultare fin troppo uguale a quello del primo capitolo. Meccaniche  che comunque sono state mantenute e corrette  quasi del tutto: il campo di stasi ad esempio, ora permette di raccogliere fino a cinque oggetti (più extra grazie ai talismani) senza dover per forza fluttuare a mezz’aria, i calci concatenabili sono aumentati, e di conseguenza anche le schivate. L’unica  mossa uscita con le ossa rotte da un diretto confronto con il primo capitolo è la scivolata gravitazionale, che sfruttando il sensore di movimento di DS4 rende ostiche le prime ore di gioco (è possibile disattivare il motion control, ma si vanno a perdere diversi aspetti del titolo, pur guadagnandone in praticità).

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Le nove vite del gatto

Il punto di forza  dell’intera produzione però resta lei: Kat, la dolce, svampita e altruista Regina della Gravità. Sempre più bella e con più personalità che mai, grazie a delle animazioni superlative anche mentre lecca un gelato o si siede a contemplare l’orizzonte. In minor parte, ma con la stessa cura, anche i personaggi secondari come Raven e Syd riescono a tagliarsi il loro spazio nei ricordi del giocatore, in maniera analoga ai nuovi personaggi che accerchieranno Kat in questa seconda avventura. Se dal lato personalità i cattivi principali risultano un’altra volta blandi, lo stesso non si può dire del character design e dell’atmosfera  generale che pervade i vasti luoghi di Gravity Rush 2. Artisticamente ispiratissimo con scorci che ricordano Moebius, e mischiano il tutto con i tratti distintivi generali dell’animazione Giapponese (con più di una citazione anche marcata), la lingua inventata franco-nipponica torna prepotentemente e riesce con versi  privi di significato a dar voce alle eroine e a quanto appare scritto, rigorosamente in italiano, a schermo, muovendosi sulle note di un’ispirata colonna sonora.

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Se dal lato estetico, il titolo di Japan Studio è solido e praticamente inattaccabile (a meno di gusti personali ovviamente) dal lato tecnico  mostra ancora una volta il fianco con una telecamera fin troppo lenta a seguire le dinamiche eroine. Non solo, il mirino mobile a schermo (sprovvisto di lock-on) è scomodo soprattutto nelle battaglie sovraffollate, dove anche il frame rate cala drasticamente per il troppo sforzo, problemi già presenti nelle due iterazioni del primo episodio, e che purtroppo non sono stati corretti.

 

Gravity Rush 2
tutto sommato Gravity Rush 2 può puntare sulla forza della sua protagonista che, al netto di difetti, raggruppa i comprimari e riesce a divertire per un discreto quantitativo d'ore, nonostante alcuni momenti in cui l'unica domanda da porsi sarà "Ma perchè hanno voluto inserire delle missioni Stealth?". Consigliato a chi ha apprezzato il primo capitolo, Gravity Rush 2 è un titolo che forse paga troppo l'abbandono delle lande portatili perchè, per far crescere l'offerta casalinga Japan Studio ha deciso di mettere troppi ingredienti in una zuppa a cui mancava solo un po' di sale.
Pro
Character design indovinato
Miglioramenti nel gameplay
Trama più coinvolgente...
Contro
...ma troppo lenta ad ingranare
Missioni Stealth
Telecamera poco reattiva
7.9
Voto
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