Nioh – Recensione

Dopo averlo testato su una difficilissima Alpha e dopo averlo rigiocato nella sua versione Beta, finalmente siamo riusciti a mettere le mani sulla versione finale di Nioh. Il titolo, dal travagliato sviluppo, era stato annunciato inizialmente nel 2004 ed era basato sulla sceneggiatura rimasta incompiuta del maestro Akira Kurosawa. L’uscita prevista per il 2006 su Playstation 3 però venne posticipata di anno in anno, finchè nel 2009 Koei, divenuta ormai Koei Tecmo, passò lo sviluppo interamente a Team Ninja che finalmente dopo altri 7 anni di lavoro ha finalmente pubblicato il titolo in esclusiva su PlayStation 4 lo scorso 8 Febbraio. Scopriamo quindi insieme in questa recensione se la lunghissima attesa è valsa effettivamente la candela.

Oh William

Nonostante si svolga interamente attraverso gli inesplorati territori Giapponesi, il titolo si apre nella suggestiva ambientazione della Torre di Londra (storico castello inglese utilizzato come prigione tra il XVI e il XVII secolo) in cui facciamo la conoscenza del nostro protagonista, William Adams. William però, durante la sua fuga notturna dalla prigione londinese, vedrà sottrarsi dal sinistro alchimista Edward Kelley, il suo Spirito Guardiano Saoirse. Ed è proprio qui che William, nel tentativo di riprendersi la sua preziosa Saoirse, inizierà il suo viaggio attraverso un Giappone nel pieno periodo Sengoku messo alle strette dagli Yokai, guadagnandosi il nome di Anjin Miura (Sir Anjin), il timoniere di Miura.

Nota: Il nostro protagonista è in realtà realmente esistito. William Adams è stato un navigatore inglese,ritenuto il primo britannico ad aver raggiunto il Giappone.  Divenne un consigliere fidato prima di Ieyasu Tokugawa e poi di suo figlio Hidetada, contribuendo alla creazione di rapporti commerciali con le nazioni protestanti europee che, tra le altre cose, assicurarono ai Paesi Bassi il monopolio commerciale con il Giappone anche dopo la chiusura del Paese ai rapporti con il mondo esterno (il sakoku).

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Non chiamatelo Dark Souls

Che il Team Ninja si sia ispirato alla saga creata da Miyazaki è innegabile ma il team di sviluppo è stato comunque in grado di differenziarsi abilmente dal franchise sviluppato da From Software. All’inizio del nostro viaggio nella terra remota dell’Est nota come Zipagnu (Giappone), ci troveremo di fronte alla prima vera e grossa aggiunta rispetto ai titoli From Software, ovvero la scelta del nostro Spirito Guardiano iniziale. Lo Spirito Guardiano, che potremo cambiare in game in base all’evenienza dopo averne sbloccati di nuovi, guiderà William durante il suo viaggio ed oltre ad offrire bonus passivi permetterà al nostro protagonista di entrare per un breve periodo nella modalità “Arma Vivente”, nel quale potrà sferrare attacchi micidiali ed essere al tempo stesso invulnerabile per pochi secondi. Lo Spirito Guardiano ci aiuterà però anche nella raccolta degli Amrita dai nemici uccisi ed in seguito ad una morte, ci aspetterà fedelmente nel luogo della nostra dipartita con gli Amrita precedentemente accumulati, per poi tornare al nostro fianco (ma senza Amrita) in caso di una successiva morte senza essere prima passati a recuperarlo. Gli Amrita raccolti, come per le anime nei Souls, hanno la funzione di aumentare le statistiche di William nei pressi dei vari Santuari dei Kodama, che come per i falò nei titoli From Software, hanno la funzione di checkpoint da cui ripartire in caso di morte. Effettuando una preghiera presso un Santuario oltre che salire di livello potremo rigenerare totalmente la vita, sbloccare abilità, evocare compagni e cambiare e richiamare Spirito Guardiano “perso” in seguito ad una morte. Sappiate però (altra similitudine con i souls) che la preghiera riporterà in vita tutti i nemici uccisi durante il nostro cammino. Nonostante le parecchie similitudini con i vari Dark Souls, Nioh si differenzia in diverse caratteristiche, prima su tutte il combat system. Ogni arma potrà infatti essere usata in tre impugnature diverse che cambieranno il set di mosse a disposizione: l’impugnatura alta fornirà attacchi più lenti e potenti, l’impugnatura bassa permetterà attacchi veloci ma più deboli mentre impugnatura intermedia sarà un’equilibrato bilanciamento tra le prime due impugnature. Ogni impugnatura presenterà inoltre differenti attacchi speciali attivabili dal menù abilità e questa possibilità di scelta permetterà al giocatore di valutare al meglio la situazione e scegliere di volta in volta un tipo d’approccio allo scontro differente in base al nemico che si troverà di fronte. La stamina invece, qua chiamata “KI”, sarà ricaricabile col giusto tempismo premendo il tasto “R1” e la sua ricarica sarà inoltre in grado di disorientare temporaneamente gli avversari e/o di purificare i Regni Yokai, ovvero delle zone contagiate dagli Yokai che rallentano il recupero del Ki. Queste caratteristiche unite all’uso di magie, potenziamenti temporanei per le armi, Shuriken, bombe, oggetti vari, armi secondarie e molto altro, rendono quindi il combat system estremamente variegato e (mi azzardo a dirlo) anche migliore di quello proposto dai Souls.

Un’altra differenza è data dalla trama, che seppur non faccia urlare al miracolo, è ben definita, cosa che personalmente preferisco alla Lore tipica dei prodotti di Miyazaki. (Qui però ammetto che si tratta di gusti. Giocando parecchi titoli durante l’anno, personalmente preferisco non dover perdere ulteriori ore a cercare la trama ma so che a molti piace appunto questa caratteristica dei souls che infatti non ho mai visto come una cosa negativa).

Multiplayer con i morti

Per quanto riguarda la parte multiplayer, il titolo sviluppato da Team Ninja offre una versione decisamente più interessante delle varie chiazze di sangue dei giocatori uccisi nei vari Dark Souls. Durante la nostra avventura nei panni di William ci imbatteremo nelle “chi no katana tsuka” (katane infilzate in un tumulo) che attivabili a nostra discrezione ci faranno scontrare con gli spiriti dei guerrieri morti, che varieranno tra spiriti di personaggi del gioco e spiriti di altri giocatori online comandati dall’IA del titolo ed una volta uccisi dropperanno armi o oggetti particolarmente rari. Per chi invece si trova davanti ad insormontabili difficoltà o per chi semplicemente vuole magari godersi una secondo run in compagnia di un amico sarà possibile evocare i “fantasmi” di altri giocatori per aiutarci nel nostro viaggio nel territorio Giapponese tramite l’utilizzo delle Tazza Ochoko (e fidatevi che l’aiuto di un amico contro certi boss non dico sia obbligatorio ma rende decisamente più umano e accessibile lo scontro). Segnalo invece che al momento non è presente la possibilità di scontrarci direttamente in PvP con altri giocatori, modalità però prevista e annunciata per il mese prossimo.

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Arma Fidata 

Una delle cose che più mi sono piaciute di Nioh è il sistema di potenziamento di armi e abilità. Se come detto prima le statistiche generali di Williams si potranno far salire utilizzando gli Amrita nei pressi dei Santuari sulla falsa riga dei vari Dark Souls, le cose cambiano parecchio per quanto riguarda le armi e le abilità. Man mano che useremo la stessa arma infatti acquisiremo familiarità con essa andandone a potenziare di volta in volta i parametri e sbloccando nuovi moveset grazie ai punti abilità. Oltre ai “Punti Samurai” per potenziare le armi sono presenti i “Punti Onyo” per sbloccare le varie magie e i “Punti Ninja” per sbloccare alcune caratteristiche sulle armi a distanza come gli Shuriken e/o conferire bonus passi aggiuntivi. Inoltre sfidando i vari  spiriti dei guerrieri morti sopracitati o completando missioni segrete speciali faremo salire la reputazione da samurai di William ottenendo punti di prestigio Agyo e Ungyo utilizzabili per attivare ulteriori bonus.

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日本へようこそ

Per quanto riguarda il design, Nioh si presenta ben curato, con un level design pulito e caratteristico con il quale i ragazzi del Team Ninja sono stati capaci di far trasparire appieno la cultura Giapponese dell’epoca. Il suo vero punto di forza però è senza dubbio l’enorme varietà di armi e armature con il quale andare a personalizzare a nostro piacimento il nostro protagonista. Ogni armatura e arma presenta delle caratteristiche uniche che dovranno essere combinate in base al nemico che ci si parerà di fronte. Nonostante il titolo su PS4 Pro offra la possibilità di scegliere tra una modalità con una risoluzione 4K, ma framerate a 30 fps ed una a risoluzione Full HD 1080p con 60 fps abbiamo registrato in quest’ultima qualche piccolo calo nel frame rate nelle situazioni più concitate (niente di particolarmente ingiocabile). Per quanto riguarda il comparto sonoro e le soundtrack  Il titolo si presenta parecchio longevo, grazie anche alle varie missioni secondarie e alla modalità Crepuscolo, nel quale potremo rigiocare le missioni della storia principale in un’ambientazione più dark e con nemici più forti (e anche grazie alle continue morti 😀). Per darvi un’idea ho completato il titolo comprese quasi tutte le missioni secondarie in circa 50 ore.

PS: Le missioni secondarie sono si facoltative, ma comunque consigliate per poter craftare Amrita e/o sbloccare oggetti o armi per “”””facilitare”””” gli scontri.

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Conclusione

Nioh, nonostante abbia tutte le caratteristiche per essere paragonato ai Souls, riesce comunque al tempo stesso a differenziarsi da essi e valorizzando aspetti differenti si afferma come un titolo con una propria identità ben specifica che lo rendono un must have per gli amanti del genere. Sappiate però che il titolo dai Souls prende anche la sua famosa difficoltà e che quindi acquistandolo vi ritroverete incluso nel prezzo un buon pacchetto di imprecazioni di fronte a morti improvvise ma al tempo stesso quella pura sensazione di appagamento che solo la vittoria in uno scontro contro un Boss in un titolo Souls è capace di donarvi.

Nioh
Pros
Un ottimo Combat System
Gran varietà di armi e armature
Difficile ma appagante
Longevo
Cons
Qualche calo di Frame Rate
Al momento manca la modalità PvP
8.5
Voto