Dragon Quest Heroes 2 – Recensione

L’obbiettivo di Omega Force e Square-Enix è noto a tutti: Dragon Quest Heroes è nato con l’idea di offrire un prodotto di buona qualità e che allo stesso tempo richiamasse l’attenzione dei fan storici della saga ideata da Yuji Horii. Sono passati circa due anni dalla release del primo capitolo di Dragon Quest Heroes, titolo che, in buona sostanza, possiamo catalogare come spin-off e che, in barba agli scettici, ha raccolto un discreto successo. La formula offerta dai ragazzi di Omega Force si è dimostrata ben congegnata e scanzonata quanto basta. Questo secondo capitolo non si discosta in maniera eccessiva dal primo, anzi, rafforza la sua formula e ne migliora piccoli aspetti, sviluppando dinamiche e caratteristiche che nel precedente episodio erano state soltanto abbozzate. Ecco la nostra recensione di Dragon Quest Heroes 2!

UN PAESE IN PERICOLO

Prima nota importante: Dragon Quest Heroes 2 non è un seguito del primo episodio, ci troveremo ad affrontare un’avventura totalmente slegata dalle vicende del vecchio eroe Lucyus. I protagonisti di questo secondo spin-off sono due ragazzi, o meglio, un ragazzo ed una ragazza, cugini, Lasaar e Theresa. I due, seppur giovanissimi, si troveranno a fronteggiare una tremenda minaccia. Si partirà con l’obiettivo di scongiurare una guerra tra nazioni adiacenti e si proseguirà, dopo l’incontro con Kisar, con il porre fine ad un conflitto globale che vede coinvolta un’antica profezia. La trama non brilla per originalità ma si lascia vivere con semplicità e leggerezza, anche se dialoghi e testi a schermo eccessivamente ridondanti, rischiano (e a tratti ci riescono) di far perdere quella natura scanzonata tanto cara ad un titolo del genere. Sin dal prologo, il gioco ci porrà davanti una scelta: scegliere chi impersonare, avremo quindi la possibilità di vestire i panni di uno tra Lasaar e Theresa ma, non allarmatevi, dopo i primi passi nel gioco, ci sarà concesso di switchare tra i diversi membri del team. Dragon Quest Heroes 2 mescola abbastanza sapientemente elementi ruolistici e musou, un cocktail che, a dir la verità, funziona piuttosto bene e che, a differenza di altri titoli vicini al genere, riesce a ad offrire buona varietà e complessità d’azione. Fatta la conoscenza dei primi personaggi ed accolti nel nostro party valorosi guerrieri, il gioco ci offre la possibilità di scegliere un team formato da quattro interpreti. La scelta di un quartetto variegato risulta importante ai fini dell’azione e del combat-system in particolare. La formula ci suggerisce quindi di combattere con membri profondamente diversi tra loro, un ottimo modo per dare vita a sequenze di colpi sensazionali ed ancora più efficaci. La formula è quella dei musou: grandi aree di gioco, tanti nemici e boss di fine livello. A differenza del primo capitolo, però, gli sviluppatori hanno aggiunto grandi aree di raccordo completamente esplorabili, qui sarà possibile completare le quest secondarie, raccogliere oggetti, sconfiggere boss alternativi. La hub di gioco sarà rappresentata dalla città di Acordia, qui ci verrà concesso di acquistare armi, oggetti e migliorare il nostro inventario, oltre che accettare contratti per side-quest, modificare il team che entrerà in azione e decidere la classe dei nostri due eroi principali.

BOTTE DA ORBI

Passando al gameplay nudo e crudo, Dragon Quest Heroes 2, fortifica tutti gli elementi visti nel primo capitolo e, più in generale, del genere musou. La formula offerta dal team di sviluppo si propone di svecchiare il combat-system legato a questo tipo di giochi e possiamo dire che, in parte, l’obbiettivo è stato centrato. Il sistema di combattimento di Heroes 2 è più fresco e dinamico rispetto alla prima incarnazione. Le combo si concatenano con maggiore fluidità, aumentando di gran lunga il tasso di spettacolarità. Il sistema di magie e abilità, attivabile con la pressione del tasto R1, come nel primo episodio, è legato all’assegnazione dei tasti d’azione. La logica di un buon attacco che porti il nemico ad una sorta di stato confusionale, è connessa al mix letale di danni da arma bianca e magia elementale. Nel breve lasso di tempo in cui i nemici più ostici mostrano il fianco è opportuno scatenare tutta la potenza d’attacco del team, alternando abilità speciali e devastanti attacchi sincronizzati. Nel mettere a segno colpi su colpi ed abbattendo nemici su nemici, vedremo crescere, fino a riempirsi, una barra della tensione. Questa, come accadeva nel primo capitolo, attraverso la pressione di un tasto specifico, ci permetterà di scatenare tutta la nostra potenza, rendendoci invulnerabili ai colpi nemici e concedendo l’utilizzo gratuito delle magie per un periodo di tempo limitato. Al termine di questo super-status, il nostro guerriero metterà a segno un attacco finale in grado di sbaragliare buona parte dei nemici presenti nel raggio d’azione. Ovviamente, i personaggi nel corso dell’avventura saliranno di livello, acquisendo punti abilità spendibili in un, a nostro avviso fin troppo banale, albero delle skill. Ritornano le medaglie mostro. I nemici sconfitti faranno cadere sul campo di battaglia delle medaglie che li raffigureranno, queste, una volta raccolte, potranno essere utilizzate per evocare i mostri stessi, vedendoli combattere al nostro fianco. Avremo tre categorie di creature: sentinella, attacco e la novità di questo secondo capitolo, sostituto. Le medaglie sostituto ci permetteranno di impersonare un mostro nemico, questo, infatti, prenderà temporaneamente il posto del nostro eroe.

DIREZIONE ARTISTICA AL POTERE

Tecnicamente parlando Dragon Quest Heroes 2 riesce a migliorare quanto visto nel primo capitolo. Ad una maggiore pulizia dell’immagine si accostano texture dei personaggi più dettagliate. Sempre di grande impatto la direzione artistica di Akira Toriyama. Gli ambienti rappresentano ancora una volta l’anello debole della produzione anche se, ad essere sinceri, abbiamo notato una qualità sensibilmente superiore a quella del primo episodio. Tanti i nemici a schermo e ottima la scelta da parte degli sviluppatori di includere vaste aree completamente esplorabili che rendono il titolo un simil open-world. Degna di nota anche la colonna sonora, i fan della serie Dragon Quest, riusciranno ad apprezzare melodie e suoni famigliari. Ottima la longevità, abbiamo portato a termine la quest principale in circa trenta ore, soffermandoci di tanto in tanto in qualche attività secondaria opzionale. Concludendo, Dragon Quest Heroes 2 è un buon prodotto, consigliato a chi ha apprezzato il primo capitolo e a chi ama incondizionatamente la saga.

Dragon Quest Heroes 2
Pros
Migliorato il combat-system
Open-world gradevole
La matita di Akira Toriyama
Longevo
Cons
A tratti ripetitivo
Lock e telecamera non impeccabili
8
Voto