Agents Of Mayhem – Recensione

Versione testata: Playstation 4

Ve lo diciamo immediatamente, senza girarci intorno: Agents Of Mayhem, nella sua leggerezza, ci ha convinto. Abbiamo imparato nel corso del tempo ad approcciare i titoli sviluppati da Volition, sappiamo cosa aspettarci ma allo stesso tempo rimaniamo colpiti dalle trovate assurde e demenziali che questa serie di giochi ci ha fatto conoscere. Saint’s Row, per molti di noi, corrisponde all’alternativa allegra e scanzonata di Grand Theft Auto o di qualsiasi altro free-roaming sui generis. Agents Of Mayhem, dal canto suo, appartiene al folle mondo di Saint’s Row ma nasce e si sviluppa come spin-off della serie, si distacca dalla goliardica irrazionalità dei suoi predecessori e regala ore di divertimento nelle vesti di tps immediato e dotato di una certa personalità. Vediamo insieme quali sono i motivi che ci hanno convinto ad etichettare Agents Of Mayhem come un efficace passatempo.

L’INVERSIONE DI VOLITION

Le vicende di Agents Of Mayhem, come intuibile, ci vogliono a capo di una task force. Il nostro compito sarà quello di porre e fine ai piani diabolici dell’organizzazione Legion e del suo terribile capo, il Dottor Babylon. Ci troveremo a guidare un manipolo di agenti, dodici per l’esattezza, stereotipi a parte, tutti ben differenziati e dalle caratteristiche uniche. La trama, seppur non ispiratissima, saprà coinvolgerci fin da subito con sequenze animate che trasudano stile e battute irriverenti sempre puntuali e pungenti. Abbiamo parlato di free-roaming e tps, è vero, ma cosa è esattamente Agents Of Mayhem? L’ultima creatura di Volition, seppur ambientata nella futuristica Seoul, è in grado, per i meno avvezzi all’esplorazione, di mantenere una struttura semplice e immediata. Il tutto è possibile grazie al comodissimo Ark, quartier generale dei Mayhem che funge da hub di gioco. All’interno dell’Ark, infatti, sarà possibile accedere ad un terminale che, tra le sue funzioni, ci consentirà di consultare il registro delle missioni, prendendone poi parte. Il gioco nelle sue prime fasi ci metterà a disposizione tre soli agenti ma, nel corso dell’avventura, alcuni episodi dedicati, ci permetteranno di sbloccare il resto del team. Il titolo è a tutti gli effetti uno sparatutto in terza persona. Il gunplay è ripreso in grande parte dagli scontri a fuoco del quarto capitolo, con qualche piccolo miglioramento. Ci troveremo fin da subito a contrastare le attività del malvagio Dottor Babylon, affrontando una grande quantità di soldati, tutti, al loro esordio in scena, presentati da un fermo immagine che ne racconta caratteristiche, punti di forza e talloni d’Achille. L’incedere dell’azione è forsennata ma non eccessivamente caotica, gli obiettivi sono ben chiari e, nella maggior parte dei casi, ci troveremo a distruggere attrezzature iper-tecnologiche dei Legion e ad abbattere i luogotenenti della malvagia agenzia.

UN MANIPOLO DI SUPER AGENTI

Prima di ogni missione sarà possibile selezionare i membri del team che ne prenderanno parte, tre nel nostro caso. La scelta è tra le più varie ed ogni eroe ha caratteristiche uniche. Si passa dal belloccio di Hollywood all’arciere indiana, da una rozza prorompente donna armate di pattini e gatling gun a Red Card, un violento calciatore tedesco. Ogni agente possiede un’arma diversa ed abilità speciali attivabili con la pressione dei tasti dorsali una volta riempito l’apposito contatore. Completando e lasciandoci dietro scie di sangue e distruzione, faremo salire di livello i nostri personaggi. Ad ogni avanzamento di livello verranno sbloccate nuove skill, attive e passive e, ovviamente, vedremo incrementare le statistiche del nostro team. L’impianto ruolistico non deve essere preso sottogamba poiché variegato e stratificato. Oltre alle numerose abilità sbloccabili, la città offre diversi spunti per migliorare i Mayhem: sarà possibile, infatti, raccogliere nuclei d’energia utili per attivare skill passive che nel corso dell’avventura si riveleranno più che valide. La gestione dei personaggi è ancora una volta affidata all’Ark, un sistema intuitivo ci permetterà di personalizzare e selezionare le abilità che fanno al caso nostro. Per i completisti e gli amanti delle sfide non mancheranno attività secondarie anche se, dopo un certo numero, si avverte un senso di monotonia. Certo, potenziare al massimo delle proprie possibilità ogni personaggio e raggiungere il level cap, è una grande sfida, ma sappiamo benissimo che la maggior parte dei videogiocatori mollerà il titolo una volta completata la campagna principale. A proposito di main quest, abbiamo portato a termine le vicende dei nostri agenti in circa 12/13 ore. Una longevità più che accettabile trattandosi di un third person shooter mascherato da open-world.

QUANTO BASTA PER DIVERTIRE

Agents Of Mayhem è stato un titolo piuttosto divertente, un ottimo passatempo per questi ultimi giorni d’agosto. Non eccelle in nulla ma riesce a coinvolgere con una buona caratterizzazione, seppur stereotipata, dei personaggi e tanta, tanta azione. Tecnicamente il gioco si attesta su buoni livelli e il leggero cel-shading contribuisce a migliorare il colpo d’occhio. Qualche calo di frame-rate nelle situazioni più concitate ma nulla di più. Aggressivi i nemici alle difficoltà più alte nonostante una IA deficitaria.

Agents Of Mayhem
Pros
Divertente e scanzonato
Longevo quanto basta
Cons
Tecnicamente non eccelso
Alla lunga ripetitivo
7.7
Voto