God of War – Recensione Doppia

Versione testata: PlayStation 4 Pro

Era l’ormai lontano 2013 quando Santa Monica consegnò al mondo videoludico l’ultima avventura di Kratos in terra ellenica. Per essere precisi e minuziosi, “l’ultima” è da intendere come pubblicazione perché, God of War: Ascension, è a tutti gli effetti un prequel di Chains of Olympus. Sebbene forte di un gameplay collaudato e di una direzione artistica molto buona, Ascension non riuscì nell’intento di rinnovare o, meglio, svecchiare ciò che di buono aveva fatto vedere lo spartano assetato di vendetta nei capitoli precedenti. Santa Monica, casa di sviluppo dall’immenso talento, dopo un’attenta analisi, ha deciso di cambiare rotta. Il caso ricorda da vicino, nonostante i due generi diversi, quello di Capcom con Resident Evil 4 nel 2005. Un cambio di rotta che è sfociato anche in un cambio di genere, una scelta azzardata che, come sappiamo, diede i suoi frutti. Questa recensione sarà un po’ atipica perché abbiamo deciso di offrire un duplice punto di vista. Il tutto ha un motivo ben preciso: io, Christian, e Andrea, abbiamo approcciato God of War in maniera differente. Uno è il punto di vista di chi ha giocato tutti i capitoli della serie, l’altra è la riflessione di chi, per la prima volta, ha avuto a che fare con uno dei personaggi più rappresentativi della storia videoludica. Offriremo i nostri spunti su trama e gameplay, unendoci poi nell’analisi tecnica ed elaborando, come consuetudine, le dovute conclusioni. Buona lettura!

TRAMA

C: Kratos è cambiato. Gli sviluppatori ci fanno capire fin da subito che è passato del tempo, l’eroe spartano appare invecchiato, il suo viso è coperto da una folta barba, i segni di antiche battaglie sono ben presenti, qualcuno in bella vista, altri sapientemente celati, inoltre ha deciso di allontanarsi decisamente da casa, rifugiandosi, come una sorta di esilio forzato, nel freddo Nord. Kratos è cambiato, è padre. Non un buon padre, a quanto pare. La splendida regia ci pone da subito un fatto certo: la moglie del dio della guerra è morta e Atreus, frutto della relazione, aiuta il proprio genitore ad approntare tutto il necessario per celebrare come da tradizione vichinga, il rito della cremazione. Lo spunto che darà il via all’avventura ci viene fornito dalle ultime volontà della moglie di Kratos e madre di Atreus: i due protagonisti dovranno recarsi in cima al monte più alto dei Nove Regni e spargere le ceneri della donna. Il viaggio che compiranno padre e figlio è un percorso di ricerca di un feeling e di una conoscenza profonda che tra i due, e la cosa è abbastanza evidente, non c’è mai stato. I dialoghi tra i protagonisti saranno profondi e caratterizzanti, vedere Kratos, da sempre abituato a rispondere la con l’irruenza e con il sangue, trovare maggiore forza nelle parole, è da non credere. L’evoluzione, poi, del rapporto padre-figlio è qualcosa di estremamente curato e che riesce, senza alcun dubbio, a tenere l’utente attaccato allo schermo.

A: Kratos è forse uno dei personaggi più iconici del mondo videoludico ed uno dei principali simboli della console marchiata Sony. Per questi motivi, nonostante con mia enorme e colpevole colpa non mi sia mai avvicinato alla serie, le sue gesta e le sue imprese mi sono comunque note ed il primo approccio con questo Kratos stanco e barbuto ha quasi il sapore di un compagno ritrovato. Per chi come me non ha mai approcciato la serie le difficoltà di ricostruire le vicende passate dell’eroe creato da Santa Modica sono ridotte veramente al minimo grazie ad un trama che scorre fluida ed in breve tempo farà legare il videogiocatore ai due protagonisti. Al fianco di Kratos troviamo infatti Atreus, figlio dell’eroe greco, che in seguito alla morte della madre partirà insieme al padre per seguirne le ultime volontà e spargerne le ceneri. Il rapporto tra i due protagonisti è freddo e distaccato quasi quando i gelidi paesaggi che fanno da cornice alla loro avventura, destinato però a mutare e rafforzarsi per andare a colmare il distacco sentimentale che persiste tra i due fin dal passato, portando a schermo una meravigliosa caratterizzazione dei due personaggi.  Tra frecce magiche e potenti colpi d’ascia Kratos e Atreus attraverseranno tutti i 9 regni per adempiere alla loro missione, in un titolo destinato a rimanere impresso nella storia videoludica e che sicuramente sarà capace di intrattenere ed emozionare ogni videogiocatore.

GAMEPLAY

C: La rivoluzione vera è nel gameplay, God of War è un titolo aperto, maestoso ma mai dispersivo. Gli sviluppatori hanno deciso di rendere il tutto più vario ed interessante, ponendo costantemente il giocatore dinanzi al grande dubbio: se prendersi una pausa dal canovaccio principale per dedicarsi alle molteplici attività secondarie o intraprendere e portare a termine il viaggio di Kratos e Atreus senza concedersi soste. Tantissime sono le differenze con i capitoli precedenti, la più importante è senza ombra di dubbio quella che riguarda il posizionamento della telecamera, ora alle spalle del nostro eroe. Bisogna farci l’abitudine, la telecamera fissa dei precedenti God of War offriva una visuale d’insieme, l’ideale per tenere sotto controllo i nemici e i loro attacchi. In questo caso, invece, dovremo essere estremamente più vigili, prestando attenzione agli attacchi provenienti da altre direzioni, indicati con dei segnali a schermo. L’arma d’ordinanza del nostro Kratos sarà un’ascia, e la nuova visuale trasmetterà, ancor di più, ferocia e violenza. Il sistema di combattimento offre la possibilità di alternare attacchi leggeri ad attacchi pesanti, lanciare la nostra ascia congelando i nemici e proseguire la lotta a mani nude, stordendoli. Se nei primi scontri il tutto appare abbastanza semplice e banale, col passare del tempo e con l’acquisizione di nuove abilità, scopriremo che, questo, è il sistema di combattimento più profondo mai visto in un God of War. Il Leviatano, questo il nome dello strumento di morte del dio della guerra, potrà essere potenziato e le nuove abilità acquisite porteranno il giocatore a sperimentare pattern d’attacco sempre differenti. Non mancheranno i QTA, in questo capitolo usati con parsimonia ma in grado, ugualmente, di trasmettere la stessa violenza e ferocia. A condire il combat system vi sarà Atreus che saprà rendersi utile scoccando frecce con il suo arco e attaccando i nemici, permettendo al proprio genitore di caricare attacchi sempre più potenti. I sempre presenti, poi, Brok e Sindri, aiuteranno i due viaggiatori potenziando e forgiando oggetti ed armature sempre nuove e funzionali, avvicinando questo capitolo della saga ad un gioco di ruolo. Col tempo inizieremo ad apprezzare anche l’efficacia e l’utilizzo delle gemme, da noi sapientemente incastonate nell’equipaggiamento che ci offre questa possibilità. Un esempio? alcune potenzieranno un certo tipo di attacchi, altre ci permetteranno di recuperare salute in minor tempo.

A: Le grandi storie non sempre vengono accompagnate da un grande gameplay ma fortunatamente non è questo il caso. Il tragitto naturale di God Of War scorre su binari ben delineati, offrendo comunque la possibilità di deviare dal percorso stabilito e perdersi in missioni secondarie mai banali ammirando gli immensi paesaggi, immergendosi nella mitologia nordica e raccogliendo diversi potenziamenti ed oggetti utili per potenziare i due protagonisti. Potenziamenti che delineano la crescita deipersonaggi in 3 modi differenti, sbloccando mosse nell’albero delle abilità, migliorando le statistiche raccogliendo oggetti e aumentando l’esperienza ed andando a potenziare Armi e vestiario e creandone di nuovi. Kratos e Atreus sono due personaggi caratterialmente differenti e lo si può notare anche dalla differenza di armamentario e stile di combattimento differenti che comunque si andranno a legare per creare uno sistema di combattimento unico. Atreus impugna un arco, controllabile dal giocatore con il tasto quadrato, con cui colpire in rapida sequenza i nemici mentre Kratos impugna la potente ascia del leviatano ed il fidato scudo. L’ascia del leviatano è un’arma potente, con cui poter effettuare attacchi leggeri o pesanti ma soprattutto capace di tornare tra le mani di Kratos dopo essere stata lanciata contro i nemici o riposta per potersi dedicare solamente ad attacchi a mani nude o con lo scudo. Ad allargare le nostre possibilità di azione troviamo i talismani e gli incantesimi. I primi sono oggetti mitici con la capacità di aiutarci nello scontro rallentando ad esempio il tempo, rimarginando le ferite e via discorrendo. Gli incantesimi invece potranno essere incastonati nelle corazze donando abilità aggiuntive. Kratos avrà inoltre la capacità di effettuare mosse finali sui nemici storditi o di scatenare la furia di Sparta dopo aver riempito la barra dedicata posta sotto quella della vita. Il sistema di combattimento proposto da Santa Modica funziona quindi alla grande, scivolando forse agli occhi dei puristi su alcuni dettagli come le”frecce infinite” di Atreus o la possibilità di Kratos di saltare solamente in punti prestabiliti o approdare solo in determinate zone nei momenti a bordo della barca.

TECNICA

A e C: Tecnicamente il titolo è ineccepibile. Colonna sonora ed una fantastica ambientazione si amalgamano perfettamente, esplodendo e dando il meglio di sè nella rappresentazione dei 9 regni. Grotte immerse nella natura infestate dai Draugr, templi abbandonati nei quale incrociare le lame con elfi oscuri o il semplice paesaggio montanaro e curato in ogni minimo dettaglio e lo stesso si può dire con con i vari nemici dall’ottimo design sparsi lungo il titolo. dai già citati Draugr fino ai feroci ed enormi draghi passando ovviamente per una moltitudine di bestie differenti. Ben curati e caratterizzati anche i personaggi secondari tra i quali spiccano la bellissima strega dei boschi o i due esuberanti nani Brok e Sindri che aiuteranno il giocatore durante il titolo potenziando e creando le armi e le vesti dei due protagonisti. Abbiamo affrontato l’avventura su una PS4 Pro su cui non abbiamo praticamente mai registrato problemi di lag o bug significativi e nella quale abbiamo potuto apprezzare al meglio tutte le potenzialità offerte dal titolo con i suoi maestosi giochi di luce e gli scorci ambientali.

CONCLUSIONE

God of War è il gioco che ci aspettavamo, un titolo maestoso nelle intenzioni e nelle finalità, un viaggio che ha saputo rapire in egual modo chi prima di questo momento non ha avuto la possibilità di avvicinarsi al mondo del Fantasma di Sparta, e chi ha giocato ogni capitolo della serie. Un cambio di rotta, quello degli sviluppatori che ha donato sapientemente nuovo lustro al titolo, rendendolo appetibile in ogni sua forma. Un plauso ai ragazzi di Santa Monica e lunga vita al dio della guerra!

God of War
Pros
Trama coinvolgente
Vasto e mai dispersivo
Tecnicamente maestoso
Longevo!
Cons
Qualche arma in più sarebbe stata gradita
9.5
Voto