La pirateria è più forte della giustizia – NerdPensiero

“Leciti i link ai siti con streaming di film” e già questo articolo potrebbe concludersi. È giusto che per dovere di cronaca, però, si spieghino le ragioni di tale decisione che non ha precedenti in Italia e in Europa. Innanzitutto la sentenza, emessa a febbraio dal Tribunale di Frosinone ma resa pubblica oggi, riguarda in particolar modo i siti filmakers.biz, filmaker.me, filmakerz.org, e cineteka.org il quale proprietario rischiava una multa di ben 600 mila euro. Questo è quanto si legge dalla sentenza pubblicata su la Repubblica.it:

“Giova precisare che l’art. 171-ter, 2 comma, lett. a-bis della L. 633/41 presuppone la comunicazione al pubblico a fini di lucro di un’opera protetta dal diritto d’autore, o di parte di essa, attuata mediante la sua diffusione in un sistema di reti telematiche, attraverso connessioni di qualsiasi genere. Con l’espressione ‘a fini di lucrò deve intendersi un fine di guadagno economicamente apprezzabile o di incremento patrimoniale da parte dell’autore del fatto. Ne consegue che, al fine della commissione dell’illecito in esame, deve essere raccolta la prova dello specifico intento del file sharer di trarre dalla comunicazione al pubblico, per il tramite della messa in condivisione in rete di opere protette, un guadagno economicamente apprezzabile e non un mero risparmio di spesa. Priva di pregio è la giustificazione fornita (dalle Autorità n.d.r) secondo cui l’assenza di finalità lucrative sarebbe irrilevante, poiché l’art 174 bis è applicabile a tutte le violazioni previste nella sezione e quindi anche in ipotesi di violazione dell’art 171 1° co L 633/1941, atteso che (al gestore ndr) è stata irrogata la sanzione amministrativa per aver violato l’art. 171 ter, comma 2, lettera a-bis e non altra disposizione normativa”.

In parole povere per la prima volta è stato annullato l’assunto secondo cui ogni sito che presenta streaming illegale venisse automaticamente oscurato dopo essere stati semplicemente denunciati alle autorità.

pirateriaAdesso personalmente non mi occupo di legislatura e non studio nemmeno giurisprudenza, ma credo che questa sentenza abbia dei riscontri dubbi sul futuro della pirateria. Partiamo dal presupposto, c’è poco da farci, che la pirateria è sempre esistita e sempre esisterà, ma come capire quando si è davanti a qualcosa di totalmente illegale o quando vi sono dei sotterfugi su cui appigliarsi come in questo caso? La risposta sarebbe semplice: la giustizia decide! Verissimo, ma quanto è avanti la legge sotto il livello tecnologico? Basti pensare che solo in questi giorni è stata approvata una relazione dell’On. Baruffi dalla “Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo” proprio su questo tema. Tutte le principali direttive italiane ed Europee che riguardano la sicurezza informatica prendono il nome di “Principali normative sulla sicurezza ICT” e riguardano decreti legge approvati tra il 2000 e il 2010 e tutti sappiamo quanto la tecnologia e il mondo informatico cambino rapidamente, sette anni sono già troppi. Ecco perché la pirateria sarà sempre più forte, ecco perché sarà impossibile debellarla, perché già di suo è molto forte, se poi ci si mette pure la giustizia siamo a cavallo. Sia chiaro, questo non vuole essere né un attacco al giudice che ha emesso la sentenza né all’intera giustizia italiana, ma è evidente che qui c’è qualcosa che non va e non si fa altro che favorire in qualche modo l’illegalità pur assecondando la legge. Ecco perché l’articolo non poteva concludersi solo con quell’incipit, perché a mio dire sarebbe meglio concludere così: “Leciti i link ai siti con streaming di film, ma emergono due problemi: la crescente facilità con cui i gestori mutano il DNS dei siti pirata evitando la gogna legale e il lucro con i relativi flussi economici derivanti dalle attività illecite sul web”.