Milo Manara, Totti e la fabbrica dell’ipocrisia – NerdPensiero

In questo inizio di settimana tutti i social, ma anche giornali e telegiornali, hanno avuto soltanto un argomento fisso: l’addio di Totti al calcio per sopraggiunto limite di età anagrafica. Tutti ne hanno parlato, tutti ne hanno espresso opinioni. Ovviamente vi erano coloro i quali si sono ampiamente dispiaciuti di questo evento e coloro che criticavano il giocatore o si lamentavano di questa esagerazione. Inutile negarlo, l’evento è stato mediaticamente di una rilevanza strabiliante tanto che ancora adesso, a distanza di qualche giorno, è fisso tra le tendenze di YouTube occupando ben 5 posizioni tra cui le prime tre, la quinta e la settima.

Non voglio, però, entrare adesso nel dettaglio di questa vicenda, non mi va di comparire furbescamente in nessuna tendenza, mi dispiace per Totti, per tutti i suoi sostenitori e passo all’argomento che più mi tange che riguarda casualmente sempre Roma. Molti di voi sapranno sicuramente che nell’ambito dell’Arf! Festival si terrà la mostra Macromanara – Tutto ricominciò con un’estate romana dedicata a Milo Manara con la presenza delle sue opere più prestigiose proprio nella fantastica città eterna.

Prima di passare al succo dell’articolo è giusto aprire una parentesi per spiegare brevemente chi sia Milo o meglio Maurilio Manara. È un fumettista italiano nato a Luson famosissimo in Italia e all’estero per le sue stupende e sensuali tavole. Ha collaborato con innumerevoli case editrici anche internazionali come la DC Comics per infondere la sua arte sensuale e mai volgare. Non solo, ha collaborato anche con registi del calibro di Fellini e giornalisti come Vincenzo Mollica. Nella sua vita ovviamente ha ricevuto molte critiche per i suoi nudi integrali senza censure e con riferimenti molto espliciti, ma nonostante questo ha accolto anche tanti ammiratori tanto da sfornare progetti fino al 2015, all’età di 69 anni.

Quindi, cosa è successo? È presto detto: per l’evento capitolino è stata realizzata una serie speciale di biglietti dell’Atac, l’azienda di trasporti pubblici romani, rappresentante alcune delle opere più belle e famose dell’artista che traggono spunto da realizzazioni di Gustav Klimt e Alfons Mucha. Questa serie è stata prodotta in oltre 100.000 copie e la vendita avverrà presso 12 biglietterie Atac fino al 5 giugno (Anagnina, Battistini, Lepanto, Ottaviano San Pietro, Spagna, Laurentina, Eur Fermi, Ponte Mammolo, Conca d’Oro, Termini, Porta San Paolo su Roma-Lido e Flaminio su Roma-Viterbo).

Fin qui tutto normale, se non ci fosse sempre il pupillo di creare polemica su ogni cosa. Non a caso, infatti, dopo che lo stesso Manara aveva presentato con gioia e con un pizzico di orgoglio questa iniziativa, ecco che puntuale arriva il neo direttore generale dell’Atac Bruno Rota che in un’intervista a Il Messaggero si è espresso a sfavore della vendita dei biglietti degli autobus con sopra i disegni di Milo Manara:

“Non condivido assolutamente l’iniziativa dei biglietti con i disegni di Milo Manara e se avessi avuto la possibilità di dire mia l’avrei detta. Come su tutta un’altra serie di cose.” 

“I soggetti proposti su un biglietto per il trasporto locale  vanno scelti con maggiore accortezza.”

La vicenda è finita anche nei banchi del Sindaco e dell’Assessore ai Trasporti di Roma, ma la motivazione di questa lamentela giunta anche alle orecchie, ovviamente, di un indispettito Manara, non si capisce. C’è chi afferma possa essere per motivi politici e chi per etica e pudore. A me, però, non interessa minimamente addentrarmi in quel contesto, bensì ricollegandomi all’evento introduttivo di Totti chiedo una semplicissima cosa: c’è bisogno davvero di polemizzare su tutto? C’è bisogno di polemizzare sulla tristezza dei tifosi all’addio del loro beniamino? C’è bisogno di polemizzare su dei biglietti in cui emergono delle “nudità d’arte” (così le definisco) realizzate, appunto, da un artista? Immagino che poi siete gli stessi che davanti alla TV vi compiacete nell’osservare due veline o uno spogliarello in prima serata o chissà magari siete gli stessi che alla morte o all’annuncio di un addio alla carriera di un attore o di un vostro beniamino, come è giusto che sia, vi dispiacete, ma nello stesso tempo vi compiacete nel criticare quelli degli altri.

Possiamo stare qui per ore a discutere del fatto che spesso si esagera o del fatto che dietro certe cose ci sono soldi e priorità, ma la realtà è che ognuno di noi ha bisogno di tenere una maschera che lo renda più simpatico, pulito e anticonformista agli occhi degli altri.  Abbiamo due tipi di morale fianco a fianco: una che predichiamo, ma non pratichiamo, e un’altra che pratichiamo, ma di rado predichiamo. Una frase del celebre Bertrand Russell che riassume perfettamente la vicenda. Prendete tutto ciò come una riflessione personale o un consiglio, nel frattempo per chi è di Roma e volesse, oltre che assistere alla mostra di Milo Manara, avere un pezzo di arte tascabile, i biglietti sono in vendita.