Weinstein Company è ufficialmente fallita. Dichiarata la bancarotta

La Weinstein Company ha ufficialmente dichiarato bancarotta. Tra le ragioni non solo i problemi economici, ma anche una caduta di credibilità notevole a causa delle accuse di molestie sessuali nei confronti del presidente della società.

La famosa casa di produzione e distribuzione cinematografica Weinstein Company, società che facevo capo al produttore Harvey Weinstein, ha dichiarato ufficialmente la bancarotta pianificando, inoltre, la messa all’asta di tutti i beni dell’azienda. È stato anche dichiarato che tutti i dipendenti sono immediatamente liberi da ogni accordo di riservatezza precedentemente imposto dopo le accuse di molestie nei confronti del proprietario.

La società era stata fondata nel 2005 e in questi anni ha prodotto film meravigliosi come Il discorso del Re, Frida e The Hateful Eight. Reuters ha riportato che l’azienda ha dichiarato bancarotta presso una corte del Delaware, elencando una passività compresa tra i 500 milioni e un miliardo di dollari. In questi mesi, in effetti, si erano svolte delle trattative per trovare investitori e compratori arrivando anche ad un accordo con un gruppo guidato da Maria Contreras-Sweet, ex membro dell’amministrazione Obama, che si è però poi tirato indietro davanti alle ingenti perdite della compagnia. Successivamente si sono fatte avanti Lions Gate Entertainment Corp e Miramax. Entrambe le aziende dovrebbero partecipare ora all’asta per la vendita dei beni della compagnia.

La società ha anche annunciato un accordo di “stalking-horse” con l’affiliazione di una società di private equity con sede in Texas. Lantern Capital Partners acquisterà alcuni beni a determinate condizioni e con l’approvazione da parte del tribunale fallimentare del Delaware. Bob Weinstein, fratello di Harvey, e presidente della società Robert ha dichiarato che il consiglio è “soddisfatto per avere elaborato un piano per massimizzare il valore dei beni, preservando il maggior numero di posti di lavoro possibile e perseguendo la giustizia per le vittime”.

È dal 5 ottobre 2017 che Harvey Weinstein cerca di salvaguardare la sua azienda dalla tempesta di accuse a suo carico da parte di più di 80 donne. Tra le accuse non solo molestie sessuali, ma anche stupro. Dal canto suo, l’ex produttore ha sempre negato di aver avuto rapporti sessuali non consensuali. Riguardo al caso c’è stata ora una dichiarazione da parte del board dell’azienda nella quale si legge che “da ottobre è stato reso noto che Harvey Weinstein ha usato accordi di riservatezza come un’arma segreta per comprare il silenzio delle sue accusatrici. Con effetto immediato questi ‘accordi’ terminano”. Bisogna vedere se adesso le voci si faranno più incessanti che mai.

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