Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia – Recensione

Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia è un graphic novel che racconta la vita di un eroe comune e lo fa con arguzia e minuzia di dettagli.

Giuseppe Impastato, conosciuto meglio come Peppino, è stato un giornalista e attivista italiano noto per la sua lotta contro la mafia in ogni forma possibile, dal giornalismo, alla musica e dalla radio al teatro. La sua frase più famosa è “La mafia è una montagna di merda” scritta sulle pagine del ciclostilato “L’idea socialista”, giornale con cui collaborava assiduamente. Questa frase è divenuta il simbolo della lotta popolare alla mafia, soprattutto perché fu citata, oltre che da una vittima di mafia, da un uomo che non aveva paura di pronunciare pubblicamente frasi che a molti altri facevano paura. Non aveva paura di denunciare i legami tra la mafia e la politica, locale e nazionale, dei traffici illeciti di droga e armi e dei grandi appalti pubblici e del denaro che questi muovevano. Questo lo faceva sia col sopracitato giornale che con la radio libera Radio Aut, autofinanziata e usata da lui e dai suoi amici per denunciare i potenti di Mafiopoli (Cinisi) e in particolare il boss Gaetano Badalamenti da lui denominato Tano Seduto. Questa lotta si concluse, ad appena 30 anni, il 9 maggio del 1978 all’interno della sua Alfa Romeo Giulietta riempita di tritolo dagli stessi uomini che lui per anni aveva denunciato.

Tutto questo è raccontato brevemente nel graphic novel “Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia” scritto da Marco Rizzo, disegnato da Lelio Bonaccorso ed edito da Edizioni BeccoGiallo. In questa opera sono raccontati alcuni brevi flashback della vita di Peppino, ma significativi per raccontare la vita di questo eroe comune che ha avuto il coraggio di sfidare, anche a costo della vita, quei criminali e quel cancro siciliano che della vita non ha mai avuto rispetto. Il termine giullare è particolare perché oltre a far riferimento a quei giullari di corte che nel medioevo erano le uniche persone che potevano azzardassi a prendersi gioco del re, il giullare è anche colui che lo fa in modo giocoso e scherzoso raccontando però la verità e i giullari erano anche coloro che quando esageravano venivano uccisi dal re in persona, esattamente come accadde a Peppino.

I disegni di Bonaccorso sono leggeri e colorati, quasi nostalgici a voler tracciare una Sicilia nostalgica e spensierata che diviene cupa nel momento dell’omicidio. Tutto questo è realizzato con un tratto delicato e dei colori molto gradevoli e una sapiente mescolanza di toni chiari e scuri. Il merito della pubblicazione va anche alla casa editrice BeccoGiallo, realtà particolarmente attenta nel portare l’attenzione all’interno delle sue collane su temi importanti ed impegnati. La storia inizia con il processo del 2000 a Gaetano Badalamenti per poi tornare indietro e mostrare, in un continuo rincorrersi di flashback, alcuni momenti salienti della vita di Peppino: l’attivismo in politica, la ferma condanna e denuncia del potere mafioso, le tensioni familiari (quella di Peppino era una famiglia ‘importante’, una famiglia di spicco all’interno del sistema mafioso. Famosa la canzone “I cento passi”) dovute ai suoi comportamenti fino ad arrivare al suo barbaro omicidio, alle frettolose indagini che ne sono seguite ed all’impegno continuo di chi ha vissuto a fianco di Peppino e, dopo la sua morte, ha continuato a lottare anche per la riabilitazione della sua figura. La storia è il punto nevralgico del racconto, ma non è l’originalità il suo forte poiché riprende spesso chiari ed evidenti riferimenti al film di Marco Tullio Giordana “I Cento Passi”, ma senza mai divenire una pura scopiazzatura.

“Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia” è un fumetto importante perché da un lato aiuta a mantenere vivo il ricordo degli eventi e dall’altro può consentire di approfondirne la figura di uno dei tanti siciliani coraggiosi che hanno saputo opporsi al fenomeno mafioso. Bellissima l’idea di tramandare le sue memorie attraverso piccoli fumetti legati a Radio Aut. La voce di Peppino era inconfondibile e arrivava a tutti in diverse misure. Nel graphic novel la voce non si può sentire, ma si può immaginare cosa potevano provare gli amici, i familiari e i boss mafiosi ascoltandolo. In fin dei conti, “con le idee e il coraggio di Peppino, noi continuiamo”.

Peppino Impastato. Un giullare contro la mafia
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8.5
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