Descender 1-6: la fantascienza secondo Jeff Lemire – Recensione

Descender porta una storia ricca di intrecci che vede come protagonisti robot ed esseri organici tra cui gli umani. Ma lo fa in modo perfetto?

Originariamente uscita negli USA tra il marzo del 2015 e il luglio del 2018, Descender è una serie fantascientifica ambientata in un lontano futuro dove gli stretti discendenti dei terrestri hanno costituito, assieme ad altre razze aliene, il Consiglio Galattico Unito (CGU). L’autore è il canadese Jeff Lemire, uno dei fumettisti più importanti in America tanto che il suo graphic novel Essex County è considerato in Canada uno dei cinque romanzi più importanti dello scorso decennio. Ha una lunga carriera collaborando con testate come DC Comics, Marvel, Valiant e Dark Horse. Dopo tutto ciò l’autore ha, però, deciso di dedicarsi ad un progetto del tutto nuovo ed ecco Descender, una maxiserie di 32 numeri realizzata per l’Image insieme al bravissimo Dustin Nguyen ed edita da BAO Publishing per quanto riguarda l’Italia in 6 volumi.

Descender vede quindi un mondo fantascientifico che vede il suo fulcro nel pianeta Niyrata, cuore dell’alleanza del CGU. Qui, però, la popolazione viene decimata a causa di un misterioso attacco di un enorme robot. Purtroppo anche altri pianeti simbolo del CGU vengono devastati da robot simili generando nei pochi sopravvissuti una vera e propria fobia verso gli essere artificiali. Dieci anni dopo questi sanguinari attacchi, presso una colonia mineraria periferica, un piccolo robot da compagnia di nome Tim 21 si risveglia da un sonno avviato poco prima dell’attacco effettuato dai Mietitori. Decide quindi di collegarsi ad un server del CGU per comprendere meglio cosa sia successo in tutti quegli anni e viene identificato dai militari di Niyrata che incaricano il capitano Telsa di andare a recuperarlo. Questa azione è fondamentale perché Tim 21 potrebbe aiutare l’intera umanità a comprendere la natura dei Mietitori, il cui codice macchina è risultato molto simile a quello del piccolo robot. Da qui si ha l’inizio di un lungo e complicato inseguimento attraverso lo spazio che vede come protagonisti, oltre alle vari razze del CGU, anche la resistenza dei robot del Cablato, dove vi è Tim 22 il fratello del protagonista. Tutto ciò servirà proprio a scoprire la natura dei Mietitori.

La trama di Descender è fortemente avvincente e appassionante e non manca certamente di spunti interessanti. Purtroppo però l’eccessiva lunghezza porta anche a cadute di tono non irrilevanti. Ad esempio è molto interessante il modo in cui l’autore sottolinea la personalità dei robot in particolar modo Tim 21 e Tim 22. Tim 21 ad esempio è buono, generoso, non riesce in alcun modo a fare del male perché dagli umani è sempre stato trattato come un figlio naturale e come un fratello vero dal piccolo Andy. Tim 22, invece, è stato sottoposto a crudeltà indicibili dall’anziano proprietario umano e per questo motivo è diventato malvagio e crudele. Inoltre si aggiunge anche l’interesse cinico del capo del Cablato, Psius, considerato da Tim 22 come un padre, verso Tim 21 che lo porta a tentare la sua distruzione solo per gelosia. Questa detta suddivisone è però marcatissima, ovvero uno è bianco e uno è nero, in entrambi non ci sono sfumature e questo proprio perché sono delle macchine. Questo va un po’ in contrapposizione proprio per la loro natura che essendo divenuti buoni e malvagi in base ai trattamenti da loro riservati, in teoria dovrebbero possedere sfumature di entrambe le nature, ma questo Lemire non l’ha voluto inserire e stona un po’ con il realismo generale. Fin qui non ci sarebbero problemi, dopotutto sono esseri meccanici e non biologici, peccato che ad un certo punto lo stesso autore decida di inserire l’antica razza dei Descender, evolutissimi essere non biologici ma robot che prendono il significato di “coloro da cui deriva tutta la vita” ovvero i veri creatori della vita biologica nell’universo.

L’idea è suggestiva, ma totalmente inverosimile e spezza non poco la bellezza della storia. Tim 21 e i Descender sono poi un’evidente citazione del film A.I. di Steven Spielberg e ciò spezza anche le gambe all’originalità. Nel film di Spielberg i robot si evolvono in essere molto progrediti immuni dalle imperfezioni che caratterizzano gli esseri umani, ma partono da progenitori molto meno sofisticati creati dall’uomo proprio con l’intento di superare i propri limiti. Nelle opere di Lemire questo è totalmente l’opposto tale che i Descender esibiscono una spietatezza tanto ottusa quanto incoerente con la loro superiorità. Non esitano a sterminare l’intera vita organica che da loro dovrebbe essere stata generata, ma lo fanno senza nemmeno cercare un dialogo e pretendendo che l’umanità si adegui alla loro fredda razionalità robotica. L’uomo è solo un errore da eliminare al più presto perché non è degno di proseguire nel suo cammino incapace di raggiungere la perfezione. Ma se questa è la mentalità dei Descender, ripresa poi da Tim 22, perché Tim 21 invece è riuscito a mutare in un essere benevolo? Se lo ha fatto, vuol dire che dovrebbe anche avere tracce di comportamenti cattivi così come Tim 22 tracce di comportamenti benevoli, invece ciò non è contemplato. Insomma, una storia non proprio brillante.

Potrebbe quindi venire il dubbio che Lemire abbia voluto semplicemente usare una metafora per rappresentare l’imperfezione umana insita nella natura organica, ma ancora una volta questo viene distrutto dalla postfazione dell’ultimo volume scritta dall’autore stesso che rivela di non aver mai apprezzato il finale della serie, tanto da dover decidere all’improvviso di modificare interamente la trama inserendo la magia. A questo punto è lampante il fatto che vi siano delle incoerenze anche grossolane determinate da problemi di tipo linguistico (il termine mietitura detto dai Descender è improbabile dato che era stato coniato dall’uomo e loro non potevano conoscerlo), dialoghi poco efficaci, personaggi totalmente incompiuti come il Dottor Quon e personaggi a dir poco ridicoli come la Regina Ibrida.

Un vero spreco perché la carne sul fuoco era davvero tanta e i primi volumi la cuociono anche molto bene. I disegni sono meravigliosi, ma anche qui si nota il disinteresse verso l’opera tanto da risultare poco incisivi e poco adatti a rappresentare gli scontri a fuoco, le scene di lotta e anche le ambientazioni fantascientifiche. Le forme sono troppo delicate e leggere, i colori troppo spenti e timidi non propriamente adatti ad un’opera ricca di azione con paesaggi spaziali e fantasy. Se nei primi volumi questo si può anche accettare, le ultime pagine dell’ultimo volume confermano che purtroppo l’autore ha totalmente sbagliato la concezione di questa storia: l’immagine evocativa a richiamo di Ascender, la nuova serie che prosegue le storie di Descender, è totalmente fuori tema. Consiglio comunque la lettura di questa serie e vi lascio il link di acquisto, ma non aspettatevi un capolavoro.

Descender
Pros
Cons
6.5
Voto