A Plague Tale: Innocence – La Recensione

A Plague Tale: Innocence fa della narrativa il suo punto di forza

Ogni qualvolta che decidiamo di impugnare il nostro fidato pad per giocare a un nuovo titolo, lo facciamo nella speranza di poterci emozionare e di immergerci in un mondo virtuale con delle precise meccaniche e regole. Questo ragionamento vale sia per i prodotti più narrativi, dove l’emozione è data da un sapiente mix di fattori che delineano un racconto, che per quelli prettamente ludici, dove ciò che andremo a provare dipenderà dalla tipologia di gameplay che ci troveremo tra le mani.

Questo piccolo antefatto ci serve solamente per introdurre un gioco che fa delle emozioni il suo principale punto di forza.

A Plague Tale: Innocence è un’avventura in terza persona targata Asobo Studio (e distribuita da Focus Home Interactive) che ci mette nei panni di Amicia De Rune, giovane ragazza che si troverà costretta a fare i conti con un periodo storico caratterizzato dalla presenza della Peste e con il territorio monopolizzato dall’Inquisizione. Un periodo certamente buio che il narrative designer Sebastien Renard ha deciso di analizzare in tutta la sua crudezza, ma permettendosi alcune licenze poetiche per enfatizzare gli elementi esoterici presenti nel titolo.

Versione Testata: PlayStation 4

Scoprite assieme a noi se la software house francese è riuscita a realizzare un prodotto in grado di emozionarci e, soprattutto, se ci sentiamo di consigliarlo a tutti voi!

La Morte Nera (non quella di Star Wars)

Come sempre cercheremo di darvi un’idea della trama del titolo in questione, senza però entrare nel dettaglio e nel sempre più famigerato “pericolo spoiler”. Questo non perché non ne valga la pena, ovviamente, ma perché A Plague Tale: Innocence fa della narrativa il suo punto di forza e qualsiasi anticipazione potrebbe rischiare di rovinarvi l’esperienza di gioco.

Come già anticipato nello scorso paragrafo, seguiremo l’avventura di Amicia De Rune che, dopo aver visto la propria casa invasa dalle truppe inglesi, sarà costretta a fuggire assieme al fratellino Hugo, ammalato da tempo di una misteriosa malattia. In una corsa contro il tempo e costantemente inseguiti dai propri nemici, Amicia e Hugo dovranno fare i conti anche con una popolazione ridotta allo stremo e psicologicamente compromessa in seguito all’arrivo della Morte Nera, ovvero quella Peste che, proprio a metà del 1300, si abbatté sulla Francia (e non solo). Inutile dire che gli sviluppatori hanno preso in grande considerazione il setting della vicenda, proiettandoci in una racconto oscuro che, nonostante qualche elemento irrealistico, ha saputo raccontarci uno spaccato di storia che difficilmente si era mai visto in una produzione pop come un videogioco.

La presenza in quel periodo dell’inquisizione e la grande importanza data all’esoterismo non fanno altro che contribuire a creare un’ambientazione a dir poco avvincente e ricca di spunti inediti dall’indubbio fascino. Impossibile, inoltre, non provare empatia sin da subito verso i due protagonisti della storia. Come nei celeberrimi Ico e The Last of Us, anche in A Plague Tale: Innocence saremo costretti a prenderci cura di una persona più debole di noi. Questo, grazie alla maestria degli sviluppatori francesi, si rispecchia perfettamente in ogni singola scelta di sceneggiatura, registica e/o di gameplay dall’inizio alla fine del gioco e siamo certi che non passeranno molti minuti prima cominciate a provare sincero trasporto nei confronti del piccolo Hugo De Rune.

Trattandosi di un titolo esclusivamente single player e privo di modalità secondarie, la longevità si attesta sulle canoniche 15-20 ore di gioco, in base a quanto approfonditamente si decida di esplorare i livelli per recuperare tutti i collezionabili di gioco. Ci rendiamo conto che la “ridotta” durata di gioco possa magari scoraggiare una determinata tipologia di giocatori, ma vi invitiamo a prendere in considerazione la qualità e non la quantità, quando andate a comperare un nuovo videogioco.

Più topi che a Venezia!

Dal punto di vista ludico, A Plague Tale: Innocence si presenta come un’avventura costituita da puzzle ambientali da risolvere e da sezioni stealth da attraversare. Amicia, infatti, non può essere definita “una combattente”, motivo per cui basterà un solo colpo dei vostri avversari per farvi raggiungere il game over. L’abilità di mira della ragazza, però, le tornerà infinitamente utile quando entrerà in possesso della sua fionda, con la quale mettere silenziosamente (o quasi) KO i suoi avversari.

A questo si aggiungono le grandi doti alchemiche della fanciulla De Rune che, in seguito agli insegnamenti del giovane apprendista Lucas, potranno essere potenziate e migliorate, rendendo la fionda una vera e propria arma per affrontare i soldati inglesi. Attraverso la raccolta di materiali e il loro utilizzo presso una serie di “banchi da lavoro”, Amicia potrà infatti potenziare il proprio equipaggiamento in modo da ottenere tasche dalla capienza maggiore e abilità esclusive.

Ci sentiamo di fare un plauso agli sviluppatori per quanto riguarda la realizzazione dei succitati puzzle ambientali che, ammettiamo, hanno saputo intrattenerci e stimolarci per tutta la durata dell’avventura. Da un certo punto della storia, inoltre, faranno la loro presenza i tanto temuti ratti che abbiamo potuto vedere anche nei vari trailer del gioco. Vista la loro pericolosità (ci basterà incontrarli senza essere armati di una fonte di luce per morire travolti dall’orda di roditori) abbiamo particolarmente apprezzato l’utilizzo del sistema di illuminazione come soluzione per determinati enigmi, nei quali ci siamo visti costretti a improvvisare metodi per sopravvivere, senza che il gameplay ci obbligasse a comportarci in un modo piuttosto che in un altro.

Chi vi scrive, inoltre, ha una particolare passione per la raccolta dei collezionabili e l’ordine con il quale sono stati posti all’interno del gioco (con tanto di tabella per capire in quale livello essi si trovino) non può che essere elogiato e apprezzato. Nel corso dell’avventura, inoltre, sono presenti anche tre boss fight che, seppur apparentemente forzate all’interno della tipologia di gioco di A Plague Tale: Innocence, abbiamo reputato interessanti e capaci di valorizzare il momento narrativo nel quale sono state inserite.

Tante luci e poche ombre (alla faccia dei topi)

Inutile girarci attorno: A Plague Tale: Innocence è una piccola perla a livello artistico e sonoro. Forte di un level design ristretto e di molti paletti a livello ludico, gli sviluppatori hanno potuto concentrarsi sulla modellazione poligonale dei vari personaggi e sul realizzare un prodotto visivamente straordinario. Ogni poro della pelle di Amicia, ogni scenario illuminato magistralmente e ogni campo lungo contenente migliaia di topi dagli occhi rossi sapranno far breccia nei vostri cuori. La meravigliosa colonna sonora e il più che valido doppiaggio (nulla da fare per l’italiano, presente solo nei sottotitoli) vanno a chiudere le quinte di uno spettacolo che siamo certi non dimenticherete facilmente.

Segnaliamo, infine, come sia presente nei vari store digitali un DLC dal costo di 1.99€ che ci permette di cambiare lo stemma della nostra casata e, di conseguenza, il colore degli abiti dei piccoli De Rune. Nulla di straordinario, ma un qualcosa che ci teniamo comunque a segnalarvi.

A Plague Tale: Innocence è disponibile per PlayStation 4, Xbox One e Pc a un prezzo lancio di circa 50 euro.

Pros
Cons
9.5
Voto