16 Febbraio: 18 anni fa Steven Bradbury diventava una leggenda alle Olimpiadi. Ecco la sua storia

Steven Bradbury vince alle olimpiadi VIDEO

Il 16 Febbraio 2002 per molti di voi non potrebbe valere niente come data ma in Australia è il giorno più importante per Steven Bradbury, il pattinatore che quell’anno vinse la medaglia d’oro negli short track ai Giochi invernali.

La vita del pattinatore è stata però ricca di imprevisti e rinascite tanto da sembrare la trama di uno di quei film sportivi in cui il protagonista sfavorito nella gara e nella vita riesce a rialzarsi e vincere tutte le avversità.

La difficile carriera

Nato a Sydney nel 1973, Steven Bradbury si dedica al pattinaggio di velocità con buoni risultati conquistando tre medaglie ai Mondiali di short-track ed una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Lillehammer del 1994 nella staffetta a squadre sui 5000m. Qualche anno dopo però alla Coppa del Mondo a Montréal subisce un gravissimo infortunio. Durante una rovinosa caduta il pattino dell’italiano Mirko Vuillermin gli recide l’arteria femorale, facendogli perdere quattro litri di sangue e costringendo il pattinatore a 18 mesi di stop riabilitativo dopo essere scampato alla morte. Bradbury non molla e torna sui pattini ma sfortunatamente nel 2000 subisce nuovamente un grave infortunio che opo 111 punti di sutura e 18 mesi di riabilitazione, Bradbury si rialza. Ma nel 2000 arriva un altro infortunio in allenamento quando si frattura il collo e deve passare sei settimane con un collare ortopedico.

La medaglia d’oro a Salt Lake City

Due anni dopo Steven decide comunque di partecipare alla sua quarta Olimpiade, a Salt Lake City senza sapere che sarà l’anno in cui verrà consacrato come una leggenda. Nella prova dei 1000m dello short-track l’atleta australiano riesce contro ogni previsione a superare tutti i turni arrivando a conquistare la medaglia d’oro. Nei quarti di finale arriva terzo dietro ad Apolo Ohno e Marc Gagnon, ma la squalifica di quest’ultimo gli permette di andare avanti. In semifinale arriva primo dopo le cadute  di Kim Dong-Sung, Mathieu Turcotte e Li Jiajun e la squalifica di Satoru Terao.

In finale Bradbury è ultimo dopo i primi giri ma all’ultima curva Li Jiajun cade trascinandosi dietro tutti gli altri atleti in gara e lasciando a Bradbury la strada spianata per l’oro olimpico, il primo oro dell’Australia ai Giochi invernali.

Arriviamo così alla finale dove dopo essere stato ultimo per tutta la gara ed in netto ritardo, Bradbury conquistò la medaglia d’oro con un tempo di 1’29″109, dopo la caduta in simultanea della totalità dei suoi avversari.

Bradbury all’epoca commentò: «Non ero certamente il più veloce, ma non penso di aver vinto la medaglia col minuto e mezzo della gara. L’ho vinta dopo un decennio di calvario».

Una volta tornato in Australia Bradbury diventa una star, partecipa a programmi televisivi, scrive libri, gli dedicano un francobollo e la frase “doing a Bradbury” diventa un’espressione comune dal significato “vincere in seguito a circostante miracolose”

In Italia la sua storia è stata lanciata anche dalla Gialappa’s nel programma Mai dire Domenica.

Quindi buon anniversario Steven!