Il 5 maggio 2017 è uscita su Netflix la seconda stagione di Sense8 creata dalle sorelle Wachowski, che qualcuno probabilmente ricorderà per averci regalato Matrix.
Sotto consiglio di un amico, in meno di una settimana, ho recuperato entrambe le stagioni e posso dire di esserne rimasta pienamente soddisfatta.
La storia racconta di otto sconosciuti che sviluppano improvvisamente una reciproca connessione telepatica. Appartenenti a diverse culture, religioni e orientamenti sessuali, scoprono quindi di essere dei sensate, persone con un avanzato livello di empatia che hanno sviluppato una profonda connessione psichica con un ristretto gruppo di loro simili. Mentre cercano di scoprire, disorientati, il significato delle loro percezioni extrasensoriali e iniziano a interagire a distanza tra di loro, un uomo, Jonas, si offre di aiutarli. Allo stesso tempo un’altra enigmatica figura, Whispers, dà loro la caccia, sfruttando la loro stessa abilità, allo scopo di catturarli o ucciderli.
Prima stagione
La prima stagione è stata pubblicata a partire dal 5 giugno 2015 e conta 12 episodi. se avessi visto solo il primo probabilmente non l’avrei continuata. Per come è costruito il tutto è necessario presentare i tanti personaggi principali e nella prima puntata è tutto molto confuso. Si salta da un lato all’altro dell’emisfero e si sbircia nella quotidianità dei protagonisti. Scopriamo cosa fanno, quali sono le loro problematiche, vediamo il contesto in cui vivono ecc..ecc… .
Il problema dei primi episodi è che si avvicendano tante storie che non hanno a che fare l’una con l’altra e, quindi, è tutto molto caotico. L’unico filo che connette in qualche modo gli 8 protagonisti è la visione di una donna bionda, Angelica, interpretata da Daryl Hannah. Sempre nel primo episodio, scopriamo che, in seguito ad un particolare evento, i sensate vengono connessi mentalmente e iniziano inconsapevolmente a vivere le vite degli altri. Dal secondo episodio in poi, tutte quelle vite buttate nel calderone alla rinfusa iniziano ad amalgamarsi e a comunicare fra di loro. I protagonisti, nonostante la paura di questi nuovi poteri, capiscono il loro legame e si aiutano a vicenda. Qualcuno scopre anche qualche indizio sull’origine della loro connessione.
In questa stagione, l’unico personaggio che sembra non interagire tantissimo con gli altri è Lito Rodriguez, interpretato da Miguel Ángel Silvestre, del quale si enfatizza la problematica che vive, ovvero fare outing. Dal nono episodio in poi qualcosa, però, si muove e anche quest’ultimo inizia a mescolare la sua vita con quella degli altri.
La serie è caratterizzata da dei momenti quasi catartici e che comunque puntano alla riflessione, anche se a volte se ne fa un abuso come per esempio nell’episodio 10. Gli ultimi minuti vengono dedicati alla nascita e per un buon quarto d’ora assistiamo al parto di tutti e 8 i protagonisti.
Sempre in questa stagione scopriamo il volto del nemico, Whispers, e l’ente per il quale lavora; vengono forniti dettagli sulla “madre” della cerchia e iniziano ad aleggiare dei sospetti riguardante un personaggio che all’inizio sembrava essere un amico del gruppo.
Nella puntata finale Riley Blue, interpretata da Tuppence Middleton, viene catturata da Whispers il cui obiettivo è quello di lobotomizzare tutti i sensate.
La puntata è all’altezza delle aspettative, conclude la stagione in modo frenetico e coinvolgente, lasciando un alone di mistero su tutte le domande che non hanno ricevuto una risposta rimandando, così, lo spettatore alla stagione successiva.
Seconda Stagione
La seconda stagione, come già detto poc’anzi, è sbarcata il 5 maggio ed è composta da 11 episodi. Anche se in realtà, il 23 dicembre 2016, è stato pubblicato uno speciale natalizio di durata doppia rispetto ad un episodio regolare.
Se la prima stagione è riuscita a catalizzare lo spettatore, i nuovi episodi sono una vera bomba. Ormai conosciamo i protagonisti, le loro storie e le loro vite, e siamo completamente immersi nel loro mondo. Le puntate quindi, non si perdono più nel descriverci i vari personaggi, ma entrano nel vivo delle vicende che i sensate, nonostante siano sparpagliati per il mondo, devono affrontare insieme. Abbiamo un nemico subdolo ed infido, il famigerato Whispers, che renderà tutta la stagione frenetica.
La trama non si discosta tanto da quella della prima stagione: i sensate sono pedinati da Whispers il cui obiettivo è quello di creare una specie di esercito di zombie e fanno di tutto per scappare dalle sue grinfie.
Le vicende però si movimentano notevolmente, vi è una spietata caccia all’uomo e iniziamo a capire meglio le origini di questi poteri e del perché i sensate vengano perseguitati. Scopriamo inoltre che esistono altre cerchie. Tante domande troveranno finalmente una risposta e i sensate saranno più uniti che mai. Persino Lito, che nella prima stagione sembrava non essere connesso più di tanto con gli altri membri, ora è parte integrante del gruppo.
Nascono amori e amicizie e, come nella stagione precedente, tantissimi sono gli spunti di riflessione.
La puntata finale si conclude con un terribile cliffhanger lasciando lo spettatore completamente sorpreso e deluso dal fatto che per vedere un nuovo episodio dovrà aspettare probabilmente due anni.
Considerazioni finali
Oggettivamente Sense8 è una gran bella serie, ricca di avvenimenti e dallo scorrimento veloce e coinvolgente. La sua impronta è indubbiamente fantascientifica ma, nonostante ciò, riesce a trattare tantissime tematiche. Principalmente ci muoviamo in un contesto dove si vogliono mettere in risalto le difficoltà incontrate dal mondo LGBT. E lo si fa senza alcun tipo di censura denunciando apertamente l’omofobia, il sessismo e i pregiudizi dei quali è intrisa la nostra società.
Si mette in evidenza come spesso siamo vittime di etichette che nascondono le persone per quello che sono realmente cercando, così, di mettere in risalto solo le apparenze.
Il mondo è un palcoscenico, l’identità non è niente di più che un costume.
Sense8, fra inseguimenti folli, lobotomie e sparatorie, ci dice chiaramente e a gran voce di non giudicare le persone e le loro scelte in base al loro organo sessuale, ma di guardarle negli occhi e cercare di capire che l’amore è amore anche se i soggetti sono due persone delle stesso sesso.
La serie è narrativamente complicata: sono tantissime le storie trattate e i personaggi si muovono singolarmente e collettivamente in esse. Tutto ciò potrebbe generare confusione, ma le scene sono così ben fatte che è impossibile perdersi.
A volte ci sono momenti che scadono troppo nel mieloso e, soprattutto nella prima serie, si enfatizzano eccessivamente i sentimenti di alcuni personaggi. Ma sono casi radi.
Abbiamo fra le mani una serie bella, coinvolgente, ricca di significati che mescola con grande maestria vite e culture diverse ….insomma una serie da non perdere!