Ci siamo, finalmente dopo mesi di dubbi, pubblicità invadenti che alzavano da sole il volume della televisione prendendone il controllo come un Decepticon, è uscita la prima puntata di Adrian, la serie “evento” animata di Adriano Celentano con i disegni di Milo Manara che mi piace ricordarvi fin da ora ha avuto circa 20 milioni di euro di budget. Non quelli del monopoli eh, soldi veri.
Comunque iniziamo!
Ci troviamo nel 2068, in un’Italia altamente tecnologica dove la gente comunica con gli ologrammi e dove i grattacieli solcano i cieli delle città trasudando futuro da tutti i pori che Blade Runner levati proprio.
Tutto il pianeta è tecnologicamente avanzato, tranne la via Gluck che ricorda il paesino in Calabria dov’è nato mio padre. Le vecchie con il foulard in testa non mancano ed i panni appesi fuori colorano gli “””””strabilianti fondali”””” che chiaramente NON ha disegnato Manara. Qui facciamo la conoscenza di Adrian, il nostro protagonista orologiaio e la sua infoiatissima e ninfomane compagna Gilda.
Ripeto.
Siamo nel futuro, ci sono gli ologrammi (si vedono all’inizio) , armi che smolecolano mobili (si vede dopo) ed Adrian fa l’orologiaio. OK.
Mi piace la parola orologiaio. Sarà che viene detta almeno 75 volte durante l’episodio.
Adrian apre bocca ed OMMIODDIO LE MIE ORECCCHIE!! In tutta la serie ci sono doppiatori d’eccezione, Claudio Moneta, Massimo Lodolo, Roberto Pedicini e poi c’è Adriano Celentano, ma vabbè lui è ideatore, regista, sceneggiatore e protagonista. Non poteva non fare anche il doppiatore.
Passano neanche 30 secondi e parte un pornazzo disegnato da Manara, con Adrian che inizia completamente a caso a copulare con la compagna Gilda, conosciuta anche come “la regina dell’incastro”. Vorrei poter commentare lo scambio di battute e doppisensi che precedono l’atto ma siamo talmente in alto che onestamente non so cosa dire a riguardo.
Comunque Manara si dimostra sempre un maestro. I suoi culi disegni sono sempre stupe–aspetta cos’è quello?
No dai.
Signori abbiamo un nuovo MEME in città!
Letteralmente 3 millisecondi dopo la scena di sesso, si palesano nel negozio dell’orologiaio Adrian due signore anziane (ovviamente con il foulard in testa) chiamate Anidride e Carbonica che parlano di cose a caso per 10 minuti. Adrian le segue nella loro abitazione di cose che non hanno senso. Tornando a casa Adrian viene bloccato a terra da una guardia armata (chiaramente nazi perché si, non potevano non esserci dei nazi).
Da qui in poi è il caos. Decine di militari arrivano da ogni angolo, cadono dal cielo come la diarrea di un gabbiano, sfondano una porta e rapiscono una famiglia durante il pranzo domenicale. Scena completamente buttata lì senza alcun senso logico o spiegazione (al momento). Così come sono arrivati, i militari se ne vanno, lasciando Adrian per terra e smolecolando come anticipavo all’inizio tutto quello che era presente dentro casa con una palese bomba del goblin di Spider-man(e lui fa l’orologiaio).
Adrian torna a casa talmente turbato dall’accaduto che parte un altro pornazzo disegnato da Manara.
Da qui in poi succede qualcosa di veramente inaspettato. I due si dirigono al concerto di fine anno di Johnny Silver e la sua band in sella alle loro bici a propulsione con le quali driftano in mezzo al traffico. Il cantante sale sul palco, si avvicina al microfono e…aspetta…ma questi sono… sí, sono proprio loro…
I NEGRAMARO
Italia 2068, ologrammi, grattacieli, orologiai e al concerto di fine anno cantano Mentre tutto scorre dei Negramaro. Sono in estasi. Se questo è il futuro, congelatemi ora e risvegliatemi nel 2068.
Nota a margine: Il cantante e gli altri membri della band ci ricordano che qualcuno nella produzione è fan di Jojo.
Finisce la canzone e Dio Sangiorgi Brando pesca un’orologiaio a caso dal pubblico e invitandolo a cantare sul palco. Adrian dopo essersi presentato con: “sono un orologiaio della Via Gluck“, parte con la sua canzone di critica (in un inglese imparato con Magic English della Disney). La folla impazzisce, si scatenano i fulmini, le telecamere saltano, piove, il pubblico è pronto ad insorgere ma sul più bello la polizia nazi disperde tutti.
L’orologiaio Adrian ormai è sulla bocca di tutti. Tutti lo vogliono. I potenti lo temono e lo cercano. Nessuno sa dove sia e nessuno lo trova. Anche perché immagino che nel 2068 la via Gluck sarà piena di Orologiai. Per mimetizzarsi e nascondersi Adrian toglie la scritta Orologiaio dal suo negozio. Un trucco talmente idiota che viene ammonito anche dalla sempre infoiatissima Gilda in uno di quei rari momenti dove non tenta di incastrarsi con il pendolo di Adrian.
La scena si sposta poi a Napoli dove facciamo la conoscenza di quello che si prospetta essere il villain della serie, DRANGHESTEIN, vorace e spietato, a bassa voce chiamato Il Dissanguatore. Perché poi a bassa voce? se fossi un cattivo e mi chiamassero Dissanguatore sarei felicissimo di venir chiamato così. Comunque DRANGHESTEIN non è altro che un incrocio tra Gabriel Garko e nuovamente Dio Brando, con la voce di Barney Stinson (Claudio Moneta).
Siamo a Napoli ed ovviamente dove abita il cattivo?
Giusto! Come poteva essere altrimenti. Nel palazzo della MAFIA INTERNATIONAL. (qui stavo seriamente per sentirmi male, stavo perdendo un polmone)
Comunque se fossi Napoletano mi sentirei offeso. A Napoli c’è la Camorra, la Mafia è in Sicilia.
Dopo aver introdotto il villain (o sta scena viene prima, onestamente tutto quel viola mi ha mandato in confusione) parte un’altra scena completamente a caso in cui un ragazzo entra nel negozio di Adrian (che ricordo sempre essere un orologiaio) dichiarando di avere problemi d’amore. Adrian gli passa su un foglio le strofe di una sua canzone intimandolo a ripeterla due volte al giorno. Il ragazzo chiede quindi il conto ed Adrian risponde con la frase più bella degli ultimi 30 anni di Canale 5: “la bellezza non si paga”
APPLAUSI
Me la voglio tatuare!
Adrian, nel tentativo di contenere l’infoiata Gilda decide di portarla a fare un giro in bicicletta. I due vedono da lontano il ragazzo di prima che tenta inutilmente di approcciare la sua amata. Il giovane quasi disperato decide di tirare fuori il foglietto di Adrian, le recita le strofe e come per magia lei gli pianta un limone durissimo in mezzo alla strada. Adrian è ovviamente soddisfatto e parte la canzone.
Nel mentre passano in sovraimpressione altri disegni di Adrian e Gilda che si spogliano, culi, Gilda che beve Whisky, culi, Adrian e Gilda che cavalcano cammelli nel deserto (no aspetta cosa? non riesco a stargli dietro), culi, ancora culi ed improvvisamente questo.
Cosa diavolo è questa roba??? 20 milioni di budget per una casa disegnata con paint uscita fuori dai migliori cartoni su Gesù che mi facevano vedere a catechismo.
Aspetta, magari con Manara sopra rende meglio.
No fa cagare uguale!
E dopo questa immagine architettonica di spessore accompagnata da il sodo culo di Gilda termina la prima puntata.
Una prima puntata ricca di pathos ed emozioni che mi ha seriamente divertito. Celentano qui è nel pieno dei deliri della terza età ma è comunque un progetto che solo lui poteva tirare fuori e far trasmettere in prima serata su Canale 5. Di questo gli va dato atto. Qui siamo di fronte al trash vero. Quello talmente trash che fa il giro è diventa bello.
Mi raccomando quindi domani tutti sintonizzati con il secondo episodio di nove e per cui volesse i commenti live tra le stories di instagram QUI.
Recensione della seconda puntata
PS: mi hanno fatto notare che su Amazon si può comprare il cd ed il vinile con le canzoni della serie. E si vola subito a cantare “Ai uont ciù no!!”
[amazon_link asins=’B07MQFRBPS’ template=’ProductAd’ store=’animmerd-21′ marketplace=’IT’ link_id=’0ca376b1-4f52-46f9-b1b4-80ff7d5b4e8b’]