La fine è parte del viaggio? Ecco la recensione senza spoiler di Avengers: Endgame.
Finalmente ci siamo, i dubbi sono stati dipanati, la conclusione è giunta. Il ventiduesimo film del Marvel Cinematic Universe è finalmente nelle sale italiane. Molti di voi avranno già visto Avengers:Endgame alla proiezione di mezzanotte, tenutasi in gran parte delle sale italiane. Altri andranno oggi o nei prossimi giorni, per cui questa recensione sarà priva totalmente di spoiler su Endgame.
Sia per non privarvi dei momenti emozionanti sia per rispettare coloro che non vogliono giustamente sapere nulla prima di entrare in sala.
Non c’è bisogno di ribadire quanta attesa i pochi teaser di Endgame hanno generato, quante teorie e complotti sulle scene ritoccate e sulle furbate dei fratelli Russo. Ma alla fine, il film ha corso la sua pista d’emozioni, tra risate, rabbia e lacrime, giungendo poi ai titoli di coda.
La prima sensazione, una volta che Endgame è giunto al termine, è stata lo smarrimento. Cosa succederà ora? Questo film ha decisamente posto fine alle trame degli scorsi undici anni.
Lo ha fatto con qualche inciampo, ma riprendendosi alla grande nell’ora finale. Dando una degna conclusione ad alcuni protagonisti, scaraventandone però sotto un bulldozer altri.
È preoccupante come alcuni dei personaggi abbiano fatto dei passi indietro rispetto ad Infinity War, uscendone clamorosamente indeboliti. Perché dopo lo smarrimento viene la rassegnazione. Endgame non riesce a tenere lo stesso ritmo serrato del precedente capitolo.
Un film che è già campione d’incassi ancor prima di uscire, e che gioco-forza non piacerà a tutti.
Endgame doveva scontrarsi contro lo spiazzante epilogo di Infinity War, doveva raccoglierne l’eredità e puntare più in alto, più forte e più lontano. E per certi versi lo fa pure, l’ultima ora mette in gioco tutto il meglio dell’MCU, nella sua forma migliore. Sfortunatamente lo stesso ritmo non viene mantenuto nella parte iniziale, dove, come già detto, si cerca di elaborare una soluzione a quanto successo in Infinity War.
L’errore da evitare è considerare Endgame il secondo tempo di Infinity War. È un film diverso che parla di cose diverse.
È un film sull’elaborazione del lutto e sul non arrendersi pur di cambiare le cose.
È un film di intrattenimento pop che nell’ultima ora esplode in un tripudio di computer grafica e emozioni, regalando momenti attesi dai fan Marvel e anche, e soprattutto, da chi si è legato a questo cast.
Perché ripensando ai difetti di Endgame, sopraggiunge l’esaltazione per i pregi. Personaggi a cui negli ultimi dieci anni ci siamo affezionati, per cui proviamo empatia, di cui capiamo le scelte (quando sono ben scritte).
Ed è qui che riaffiora la paura per il futuro, nelle mani di un personaggio che ancora una volta non riesce a lasciare lo stesso segno dei suoi predecessori.
AVENGERS ENDGAME: QUANTE SCENE DOPO I TITOLI DI CODA
Nonostante l’essere inferiore al predecessore però, Endgame va visto, il viaggio va portato a termine, anche solo per poi lamentarsi che non ci sia piaciuta qualche tappa.
Le dinamiche del team originale, le aggiunte, tutto si incastra in ventidue pezzi, concludendo la saga dell’infinito.
Qualche pezzo forse è spinto forzatamente, ma viene limato negli angoli da citazioni ricche di fan service e momenti d’adrenalina. Quando quest’ultima svanisce, e i pensieri ripartono, forse non tutto soddisfa e qualche domanda rimane. Domande che diventano un grosso “E se…” da utilizzare nei prossimi mesi, per discutere di Endgame con gli amici.
Avengers: Endgame è nei cinema da oggi 24 Aprile.