Eventi di tale portata hanno come unico colpevole il cambiamento climatico.
Dall’inizio di giugno sono più di cento gli incendi scoppiati tra la Siberia e l’Alaska e la situazione è davvero critica. Gli incendi sono stati accesi probabilmente da fulmini e hanno raggiunto dimensioni davvero importanti: i più grandi si trovano al momento in Siberia nelle regioni della Yakutia, Buriazia, Krasnoyarsk e Irkutsk. Questi incendi hanno già divorato circa 4 milioni di ettari solo in Siberia portando molti animali a scappare nelle zone abitate e alcuni villaggi ad essere evacuati.
La situazione è drammatica a causa del vento e del suolo ricco di torba. I pompieri ormai non sanno più come spegnere e domare le fiamme e in questo modo gli ettari di foresta bruciata potrebbe inesorabilmente aumentare. Il rischio più grande per tutti noi è la quantità di CO2 liberata in atmosfera che ha raggiunto la cifra spaventosa di 100 milioni di tonnellate, pari alle emissioni annuali di un paese grande e popolato come il Belgio.
La CO2, oltre a interi ecosistemi distrutti irrimediabilmente, sta destando seria preoccupazione a causa dei vicini ghiacci che potrebbero subire un innalzamento improvviso delle temperature con conseguente scioglimento. I fuochi si diffondono più velocemente con le alte temperature e la quantità di CO2 emessa non fa altro che aumentarle a sua volta: basti pensare che Anchorage, la capitale dell’Alaska, ha registrato tra il 23 giugno e l’8 luglio ben 8 volte temperature da record superando i 17 gradi centigradi e arrivando a toccare i 26° C.
Record-breaking heat in #Alaska has exacerbated clusters of wildfires burning throughout the state. https://t.co/8zqVC5JAjx #NASA #MODIS #fire pic.twitter.com/64zL7gYETx
— NASA Earth (@NASAEarth) July 11, 2019
Anche la Groenlandia a luglio ha registrato un incendio nella zona occidentale vasto ben due chilometri e in un ambiente artico dovrebbe essere quasi impossibile. Non a caso è stato lanciato già l’allarme scioglimento ghiacci poiché in un solo giorno si sono riversati in mare più di 10 miliardi di tonnellate di acqua.
Il colpevole è senz’altro il cambiamento climatico e tutta la CO2 immessa in atmosfera non fa altro che alimentare un circolo vizioso pericoloso e preoccupante: innalzando le temperature medie stagionali ed incrementando il riscaldamento globale del pianeta, si aumenta la possibilità del verificarsi di ulteriori incendi devastanti nei giorni a seguire. Una tale situazione è preoccupante anche per noi e non a caso stiamo registrando situazioni climatiche anomale con temperature altissime intervallate da potenti acquazzoni e strane grandinate.