Un’idea che esiste da anni divenuta virale all’improvviso. Ma vediamo perché non rappresenta il futuro della musica e del suono.
Nella giornata di ieri molte persone sono rimaste estasiate dopo aver ascoltato dei brani in 8D tanto da definirlo l’audio del futuro per la sua incredibile resa sonora. In realtà non è nemmeno la prima volta che i social impazziscono per la musica in 8D, infatti già nell’agosto del 2018 era scoppiata l’steria nel gruppo Facebook di Chiamarsi MC, nonché una delle community rap più grandi e influenti in Italia, che aveva cominciato a popolarsi di post in cui si parlava dell’argomento. Ma già anche prima del 2018 avevo seguito di alcuni esperimenti audio al riguardo anche molto naif come nel caso del brano dei Black Sabbath, Sabbath Bloody Sabbath, quindi dato che come sempre si è creata molta confusione, ecco che cosa è la musica in 8D e perché, in realtà, non rappresenta il futuro.
Prima di iniziare con la spiegazione, vi consiglio di ascoltare due brani in 8D così da farvi un’idea di ciò che andremo a discutere. Sebbene siano audio provenienti da YouTube, quindi con una sorgente non ottimale, è necessario ugualmente l’ascolto con un paio di cuffie. I brani sono i seguenti:
Leggendo i vari commenti presenti sia nei social che sotto i video, l’audio in 8D ricreerebbe, nella testa dell’ascoltatore, una sorta di esperienza di un impianto audio composto da numerose casse posizionate in punti diversi della stanza. Una sorta di audio a 360 gradi che ruota attorno a chi ascolta. In realtà, ad un ascolto da semplice profano, si può notare come i brani vengano semplicemente pannati (il panning è la modifica del volume dei due canali stereo decidendo da dove far provenire all’orecchio i suoni. In parole povere provate a muovere muovere in loop la levetta audio di un mixer verso destra e il canale destro suonerà più forte, viceversa per la levetta a sinistra) da destra a sinistra creando una sorta di cerchio in loop.
Di fatto il termine 8D è usato in maniera molto impropria al pari di quando si parla di cinema 4D, 5D e più D ci sono meglio è soprattutto nei parchi giochi. Inutile girarci intorno, il primo motivo è che noi viviamo in un mondo tridimensionale e pertanto abbiamo difficoltà a concepire una dimensione in più, pensate cinque dimensioni in più. Negli anni, poi, sono state sviluppate tante tecniche per riprodurre in cuffia l’esperienza uditiva dell’orecchio umano come ad esempio la Ambisonics che sperimentata negli anni Settanta viene adesso usata per la Realtà Virtuale e per il Surround. Tutte queste tecniche sfruttano la natura tridimensionale come fa anche il Dolby Surround e suddividono il suono in diversi segnali. La tecnica dell’Ambisonics permette all’ingegnere del suono di lavorare sul campo sonoro in modo tale da coinvolgere naturalmente l’ascoltatore. È ciò che avviene in tutti gli impianti Surround ed è ciò che avverrà nelle console di nuova generazione attraverso l’audio 3D. L’8D, quindi, sfrutta la cosiddetta registrazione binaurale usata anche dall’audio 3D e a 360°, ma lo fa attraverso una manipolazione di fase e il panning per simulare la presenza di più sorgenti uditive: per questo motivo avete la sensazione di essere al centro di una cosa che sta succedendo, ma senza di fatto avere contezza di cosa sta accadendo fino a quando non vi girate verso la direzione del suono. Viene sfruttata dai visori VR come l’Oculus Rift, ma non credo che ascoltiate musica da lì a meno che non decidano di trasmettere dei concerti live sfruttando tale tecnologia.
Quindi in definitiva l’8D si basa su una manipolazione di fase che non consente al nostro cervello di comprendere da dove proviene il suono. Questa è la definizione esatta e ciò significa che grazie al lavoro di mix realizzato per generare l’8D, che si può svolgere attraverso un “banale” software e un setup audio professionale e l’uso di algoritmi HRTF, la nostra mente entra in una sorta di parco giochi dei suoni che vanno e vengono da destra a sinistra. Questi regalano una sensazione di spazialità che è migliore di quella vissuta con il suono stereo. Così la musica (o almeno la sensazione che il suono genera) non rimane più circoscritta alle due fonti sonore standard, il lato destro e quello sinistro, ma diventa uno spazio virtuale a tutto tondo dove possiamo apprezzare stimoli che sembrano provenire da molte più direzioni. Il fenomeno della musica 8D è quindi molto simile a quello dei prodotti ASMR, dove con l’uso di suoni particolari a certi volumi si creano effetti sinestetici o un po’ come alle bufale delle droghe sonore, ovvero suoni che secondo alcuni davano la stessa sensazione di assumere delle droghe.
Queste le parole del tecnico del suono e produttore Andrés Mayo:
Si basa su una manipolazione di fase che impedisce al cervello di identificare da dove viene il suono. Ciò significa che grazie al lavoro di mix che si realizza per generare l’8d (la cui definizione si avvicina all’idea di musica 360° o binaurale) la mente umana entra in una specie di parco di divertimenti di suoni che vanno e vengono, e che regalano una sensazione di spazialità che approfondisce ancor di più quella vissuta con il suono stereo. In questo modo la musica (o almeno la sensazione che il suono genera) non rimane più circoscritta a due fonti sonore (lato destro e sinistro) bensì diventa uno spazio virtuale di forma sferica, dove si possono apprezzare stimoli che sembrano provenire da diversi angoli.
Sul futuro del suono, Mayo ha detto:
L’8D non sostituirà di certo il modo in cui oggi ascoltiamo la musica, non probabilmente il concetto di stereo scomparirà. Non so se tutti gli artisti registreranno in questo modo, ma lo applicheranno sicuramente in parallelo come traccia singola o bonus, saranno inoltre sempre più utilizzati in installazioni sonore, presentazioni, luoghi di ritrovo e gli incontri virtuali ne risulterebbero arricchiti. È un’opportunità storica perché l’udito è l’unico senso che è veramente a 360°, gli occhi non ci permettono di vedere a 360°, le nostre orecchie possono percepire i suoni dietro senza la necessità di girarsi. Quello che guida l’esperienza è l’orecchio, è una grande opportunità per quelli di noi che fanno produzione audio e musicale in generale
La musica 8D, pertanto, non è il futuro e non è nemmeno una grande innovazione tecnologica. È una tecnologia che esiste da decenni e rappresenta una grande illusione collettiva registrata su una sorgente sonora molte volte Mono (come nei casi dei video su Youtube) o Stereo. Prendetelo, quindi, come un passatempo.