Oggi è l’anniversario del disastro di Chernobyl. Ecco le differenze tra serie e realtà

Chernobyl

A 34 anni di distanza dal disastro nucleare di Chernobyl, una serie ne ha messo in luce i misteri e i drammi. Ecco cosa le differenze tra la serie e la realtà.

Oggi, 26 aprile 2020, si commemora l’anniversario del disastro nucleare di Chernobyl. Era, infatti, il 26 aprile 1986, quando una serie di esplosioni distrussero il Reattore numero 4 della Centrale Nucleare di Chernobyl, lasciandosi dietro una nube di fuoco e fumo che ha bruciato per 10 giorni prima di essere domata da vigili del fuoco e militari. Recentemente sul tragico evento è stata realizzata una serie tv che in breve tempo è divenuta una delle serie più viste in Europa su Sky, con 600mila spettatori medi per l’ultima puntata, andata in onda su Sky Atlantic lunedì 8 luglio 2019.

La serie è stata prodotta da Sky in collaborazione con HBO ed è diventata celebre per aver mantenuto sempre alto il livello della tensione e la fedeltà agli avvenimenti. La serie ha avuto un gran gran successo anche perché ha portato alla ribalta delle informazioni riservate riguardanti una vicenda ancora per molti aspetti oscura. Come ogni opera cinematografica ci sono elementi reali e altri più verosimili o romanzati, vediamo insieme quali sono. In questo articolo potete anche osservare le differenze tra le riprese reali e quelle effettuate durante la produzione della serie tv.

Il set

Partiamo innanzitutto dal set. Ovviamente la serie non è stata girata a Pripyat essendo ancora una città abbandonata a causa dei forti tassi di radiazioni, bensì a Fabijoniškės, un sobborgo di Vilnius, in Lituania, dal momento che il quartiere ha mantenuto un’autentica atmosfera sovietica e lo stile architettonico era praticamente uguale per ogni città sotto il controllo sovietico.

Ulana Khomyuk

Questa fisica bielorussa interpretata da Emily Watson in realtà non è mai esistita e gli stessi produttori hanno pensato bene di specificarlo nei titoli di coda della quinta e ultima puntata. È l’unico personaggio inventato della serie, ma è servito per rappresentare tutto il team di scienziati che hanno aiutato Legasov nel suo lavoro a Chernobyl. La scelta di immaginarla donna è servito per staccarsi da una società profondamente maschilista su cui era radicalizzata l’URSS la quale, comunque, poneva alcune donne in posizioni anche molto importanti all’interno del mondo della scienza. Pertanto la scena in cui lei intuisce il disastro di Chernobyl misurando la radioattività nell’aria di Minsk non è vera, ma è vero che lo stesso istituto aveva compreso che qualcosa non andasse e non ha mai ricevuto risposte alle chiamate effettuate alla centrale di Chernobyl.

Lyudmilla Ignatenko

Si tratta di un personaggio realmente esistito, ma la stessa donna ha raccontato di non aver mai abbracciato suo marito quando era ricoverato in ospedale. Nella serie, infatti osserviamo che il marito, all’epoca volontario dei vigili del fuoco, viene portato d’urgenza nell’ospedale di Mosca a causa delle gravi condizioni di salute a seguito dell’esposizione alle radiazioni. La donna ha anche confermato di aver riferito all’infermiera di essere incinta, cosa che nella serie TV non si vede. Lydmilla ha infine raccontato di essere entrata in travaglio quando era in visita da suo marito al cimitero.

Gli ingeneri nel reattore 4 di Chernobyl

Nella serie tv possiamo osservare che, subito dopo il disastro, alcuni ingegneri si sono recati sotto il reattore 4 dopo l’esplosione per aprire le valvole dell’acqua provando a raffreddare il nocciolo. Questi si sono spostati mantenendosi unicamente ai tubi lungo il percorso poiché lo conoscevano a memoria quindi in realtà non hanno fatto uso di torce e non hanno camminato su superfici pianeggianti per arrivare alla sala della valvole. Gli sceneggiatori hanno preso questa decisione solo per rendere la scena più visibile su schermo.

La riunione nel centro operativo

Poche ore dopo il disastro nucleare, possiamo osservare una riunione del comitato esecutivo per decidere come comportarsi. I dialoghi sono interamente scritti dallo sceneggiatore, non ci sono quindi prove che l’anziano membro del consiglio abbia pronunciato davvero quelle parole durante il discorso di incoraggiamento. È stato un modo intelligente di mostrare come all’epoca la fede per il partito comunista sovietico fosse in contrapposizione anche con la stessa scienza e di come il segreto di stato fosse una delle tecniche più usate sia dal governo sovietico dell’epoca che dei governi dittatoriali moderni.

L’azoto liquido

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Storicamente è stato registrato che Bryukhanov, il direttore della centrale di Chernobyl, fu incaricato di mettersi in cerca di azoto liquido per raffreddare le componenti fuse del reattore. Nella serie TV invece vediamo Scherbina, il vicepresidente del consiglio dei ministeri e capo dell’ufficio per il combustibile e l’energia, a chiedere di far arrivare questo materiale nella zona del disastro.

Legasov e il processo su Chernobyl

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Legasov in realtà non ha mai partecipato al processo, quindi non ha avuto modo di svelare ciò che è successo a Vienna e le falsità raccontate alla comunità internazionale. In tribunale non erano presenti né Scherbina e né ovviamente la fisica Khomyuk. Legasov però avrebbe voluto denunciare subito le negligenze e le violazioni delle norme di sicurezza riguardanti la notte dell’esplosione, ma gli fu effettivamente subito imposto di non rivelare mai queste informazioni, che furono scoperte solo dopo il ritrovamento (questo incerto poiché non si sa in che modo furono ritrovati) dei nastri registrati dallo stesso scienziato prima della sua morte.

Sempre durante il processo possiamo osservare che Dyatlov, Fomin e Bryuhkanov sono presenti nella serie TV, ma in realtà c’erano altri tre uomini in tribunale: l’ingegnere Laushkin, il capo direttore del reattore 4 Rogozhin, e il capo del reattore 4 Kovalenko. Al termine del processo i primi tre hanno ricevuto una condanna di 10 anni in prigione, ma sono stati rilasciati molto tempo prima del termine deciso, e gli altri hanno ricevuto condanne molto minori, rispettivamente due, tre e cinque anni di prigione. Il set del processo, però, è identico a quello reale.