Con Soul, Pete Docter ci invita ad amare ogni istante della nostra vita, bello o brutto che sia.
Nonostante la crisi sanitaria, il 2020 segnerà l’uscita di due film Pixar Animation Studios: se Ownard a inizio anno è riuscito a ritagliarsi un posto nelle sale americane (prima di passare quasi subito su Disney+, dove da noi arriverà il 6 gennaio), Soul di Pete Docter salterà completamente la distribuzione delle sale in tutto il mondo, arrivando sulla piattaforma di streaming il prossimo 25 dicembre.
A differenza di Mulan e di Raya e l’ultimo drago il prossimo anno, Soul sarà disponibile per tutti gli abbonati senza obbligo di acquisto di un pass Premiere. Un ottimo regalo di natale per coloro che hanno dato fiducia (e soldi) alla piattaforma.
Docter è un maestro, e in passato è stato capace di emozionarmi con titoli come Inside Out e Up, divertirmi con Monsters & Co, e ha collaborato alla sceneggiatura di Wall-e, un altro dei miei film preferiti dello studio d’animazione.
Mi sono quindi approcciato a Soul, che abbiamo potuto vedere per cortesia di The Walt Disney Company Italia in anteprima, con tutte le buone intenzioni, forti di trailer riusciti e poco rivelatori.
E son stato ben lieto di quanto ho visto, ovvero l’ennesimo ottimo prodotto d’animazione pensato all’apparenza per i più giovani, ma capace di toccare le corde delle emozioni dei più grandicelli con messaggi strettamente diretti alla propria esperienza di vita.
Scopriamo insieme, senza spoiler alcuno (se non quanto potete già vedere nel trailer qui sotto) perché Soul rappresenta un altro centro per Pete Docter e per Pixar, in un anno forse da dimenticare che comunque ha cambiato il nostro approccio alla vita.
Il protagonista di Soul è Joe Gardner (Neri Marcorè, Jamie Foxx), un insegnante di musica della scuola media che sogna da tutta la vita di potersi esibire dal vivo, in quella che è la sua passione, la musica Jazz. La sua vita, come spesso capita, non è andata come sognava, e l’uomo non ha mai potuto realizzare il suo sogno. Finché un giorno, quasi inaspettatamente, riceve la chiamata di un suo ex- allievo, e ottiene l’ingaggio per esibirsi al fianco di una delle suonatrici di sax più famose di New York. Joe è al settimo cielo per la gioia, e mentre corre a casa entusiasta non presta attenzione a cosa lo circonda, cadendo in un tombino aperto e ponendo fine ai suoi sogni.
Joe si ritrova in un altro mondo, attratto da un’enorme luce bianca che pare fulminare come falene chiunque ci si avvicini. Quando capisce di cosa si tratta, il nostro protagonista fa di tutto per fuggire, riuscendo in qualche modo a evitare il proprio destino, attraversa le dimensioni e finisce dove tutto a inizio, dove le anime vengono plasmate prima di essere inviate sulla terra a vivere la propria esistenza.
Qui incontrerà 22 (Paola Cortellesi, Tina Fey), un’anima discola e smargiassa che per secoli non ha ancora guadagnato il suo ingresso al nostro pianeta. Per una serie di eventi che non starò a raccontarvi, i due saranno costretti a far squadra per permettere a Joe di realizzare il suo sogno.
Come ci ha abituato con i suoi precedenti lavori, anche con Soul Pete Docter continua il suo viaggio nell’animo umano. Nel vero senso della parola, collegando a doppio filo il significato del titolo alla musica e all’anima, in un percorso umano e realistico. Le domande sull’esistenza che trovano una risposta semplice e immediata, guidate dalle azioni di Joe e dalle reazioni di 22 nei due mondi del film. Una finestra su una New York realistica, una città che non dorme e non si ferma mai, che quasi ti schiaccia con le sue aspettative, ma capace anche di stupire con la bellezza delle piccole cose.
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E tutto questo messaggio sull’esistenza è trasmesso con la solida e monumentale del comparto visivo di Pixar. Il film è impeccabile, sia nella città di New York che nell’altro mondo, con tonalità calde che si contrappongono a quelle fredde. Lo stesso si può sentire nelle musiche, con le tonalità Jazz (composte da Jon Batiste) e quelle elettroniche di Trent Reznor e Atticus Ross (autori anche delle ultime produzioni HBO). Con la musica Soul fa un ulteriore passo avanti, integrandola in alcuni dei momenti più importanti del film.
Soul è un altro centro riuscito, non solo per Docter, che si conferma un signor regista e uomo di punta dello studio, ma anche come film d’animazione. Capace di scuotere le emozioni dello spettatore con un messaggio semplice, chiaro e da molti dato per scontato: godersi le piccole gioie della vita ci aiuterà a superare i momenti più difficili, senza lasciarci sopraffare dai cattivi pensieri. Il film affronta tematiche importanti tra cui la solitudine e la ricerca di uno scopo, sebbene lo faccia con una formula capace anche di tenere incollati allo schermo i bambini. Un vero peccato che un film del genere salti l’uscita in sala, ma al contempo una possibilità di arrivare a molte più persone nella sicurezza e comodità del proprio salotto.