Arriva Twin Mirror, dai creatori di Life is Strange e Tell me Why!
Negli ultimi tempi il team di Dontnod Entertainment è stato molto attivo. Prima a fine estate, con la pubblicazione di Tell Me Why, che gli è valso il premio “Game for Impact” nell’edizione 2020 dei The Game Awards, poi con l’uscita in questi giorni di Twin Mirror, una nuova avventura investigativa che mette da parte i poteri sovrannaturali e il rilascio episodico, per un thriller psicologico dalla forte componete investigativa.
Disponibile su PlayStation 4, Xbox One e PC, è arrivato il momento di scoprire insieme Twin Mirror.
Versione Testata: PlayStation 4 Pro
Benvenuti a Basswood
Sam Higgs è costretto a tornare a Basswood, uno sperduto paesino della Virginia Occidentale, dopo che il suo migliore amico è morto in seguito ad un incidente.
Fuggito da li due anni prima, dopo una proposta di matrimonio non andata per il verso giusto ed aver scritto un articolo che inchiodava le miniere locali portandole alla chiusura, Sam è mal visto a Basswood e per questo la sua comparsa in città smuove gli animi dei suoi abitanti.
Dopo una veglia funebre non proprio convenzionale, Sam si risveglierà il mattino seguente in una camera d’albergo, con ancora i postumi della sbornia e una scioccante scoperta: i suoi vestiti sono completamente sporchi di sangue.
Cosa è successo la sera precedente? Di chi è quel sangue? Quali segreti nasconde Basswood?
Questa ed altre domante troveranno risposta solo giocando a Twin Mirror.
Come gli altri titoli di Dontnod Entertainment, anche Twin Mirror si struttura come un’avventura punta e clicca moderna incentrata sull’investigazione. Sam, che andremo a controllare direttamente, potrà interagire con l’ambiente, raccogliendo oggetti e facendo elucubrazioni mentali su persone o cose, snocciolando pian piano nuovi elementi narrativi che andranno a formare il grosso puzzle di Twin Mirror.
Come da tradizione, durante i vari scambi di battute fra i personaggi, non mancheranno le risposte a scelta multipla, alcune fini a sé stesse solo per provocare qualche reazione nei nostri interlocutori, altre invece più incisive nel racconto, andranno ad attivare veri e propri bivi narrativi che influenzeranno in maniera tangibile sia gli eventi che il finale della storia.
L’abbandono degli elementi soprannaturali sono compensati qua da un nuovo escamotage narrativo che va radicandosi nel gameplay: il Palazzo Mentale. Questa tecnica, ispirata alla mnemotecnica usata anche da Sherlock nella famosa serie TV interpretata da Benedict Cumberbatch, è un luogo sicuro per Sam dove trovare rifugio, che gli permette di estraniarsi dalla realtà per rivivere determinati momenti del suo passato o analizzare gli elementi dell’indagine in corso per trovare la chiave del caso a cui sta lavorando. Proprio il palazzo mentale sarà uno degli aspetti fondamentali sul quale il gioco si appoggia e al quale si affiderà per ogni scelta dovremo compiere, sia giusta o sbagliata che sia.
E nel corso dell’avventura non ci troveremo mai soli nel momento del bisogno ma saremo accompagnati da una misteriosa figura, “Lui”, una sorta di doppio di Sam, il cui compito è quello di consigliarlo e guidarlo, come una specie di grillo parlante di disneyana memoria, durante le scelte più difficili.
Al di là dello specchio
Una cosa che abbiamo imparato con i titoli di Dontnod Entertainment in questi anni è la loro abilità nel narrare storie. E Twin Mirror non è da meno. Il racconto si sviluppa nel corso di 6/7 ore, qualcosa di più se vi perdete nell’analizzare ogni singolo dettaglio di Basswood, portando a galla una storia credibile e dal giusto mistero, supportata da un cast ben scritto e caratterizzato, come ormai il team francese ci ha abituato.
Quello che invece salta all’occhio, arrivati a fine avventura è un certo sbilanciamento sui ritmi del racconto. Dopo aver rimesso insieme i pezzi della storia, ed avvicinandoci al finale, si nota un certo acceleramento dei fatti, come a voler chiudere di botto la vicenda, facendo venir meno alcuni dettagli narrativi che a nostro avviso dovevano essere più marcati, come ad esempio la figura di “Lui” e della sua genesi o del suo ruolo, qua affrontata in modo blando.
Anche la decisione di abbandonare il rilascio episodico, per una formula più canonica, perde un po’ d’efficacia sul modus operandi di Dontnod Entertainment nel piazzare colpi di scena e cliffhanger, che spesso mancano o non sono così spiazzanti come ci si aspetterebbe. Degno di nota invece il palazzo mentale, che non solo si affida ad una messa in scena d’impatto, in un mondo cristallizzato fuori dal tempo, ma risulta un’aggiunta abbastanza fresca in questo genere di avventure. Qua, nel palazzo mentale, Sam potrà ricostruire le dinamiche di un evento andando per intuizioni sulla base delle prove raccolte, per trovare la soluzione migliore per la sua analisi, o affrontare i propri fantasmi, durante le crisi emotive più grosse.
Le scelte fatte poi contribuiranno a portare l’avventura su determinati binari, fino ad uno dei 5 finali disponibili, che cambieranno in base alle decisioni prese da Sam nei punti di svolta del racconto, dandoci così possibilità di ritornare su i nostri passi una volta concluso il gioco e di scoprire gli altri percorsi, e perché no altri punti di vista della vicenda.
Specchio incrinato
Sul piano tecnico Twin Mirror segue l’esempio di Tell Me Why, abbandonando lo stile fumettoso di Life is Strange, per una caratterizzazione più realistica, non solo nei suoi personaggi ma anche nelle ambientazioni. La malinconica Basswoods è un triste teatro per le vicende che andremo a vivere, che con il suo grigiore autunnale vi cala nel mood drammatico che aleggia su Twin Mirror.
Trattandosi sostanzialmente di un’avventura punta e clicca 3D, si può passare sopra alcune “problematiche” che eredita dai precedenti lavori di Dontnod Entertainment e che principalmente ritroviamo in alcune animazioni legnose del protagonista e in una certa lentezza nel compiere anche le azioni più semplici.
Il buon uso di una grafica più realistica però va a vantaggio della recitazione dei vari attori virtuali, anche se in questo caso molti modelli soffrono di una mancata espressività nelle animazioni facciali, portando i protagonisti ad una “recitazione a denti stretti” e che non riesce a dar colore invece al buon doppiaggio del gioco, rigorosamente in lingua inglese. Anche l’accompagnamento musicale fa la sua parte, con una playlist che entra in gioco con il giusto tempismo valorizzando oltremodo l’ottima regia di Twin Mirror.