Jupiter’s Legacy: recensione senza spoiler della nuova serie Netflix
Da oggi è finalmente disponibile nel catalogo Netflix la nuova serie supereroistica “Jupiter’s Legacy”. Il prodotto di Netflix è stato tratto dalla famosa serie a fumetti, omonima, di Mark Millar e Frank Quitely. Grazie a Netflix abbiamo visionato “Jupiter’s Legacy” in anteprima ed ecco qui la nostra recensione senza spoiler.
Jupiter’s Legacy è avvincente ed intrigante. Il ruolo del supereroe viene analizzato sotto una luce diversa rispetto ad altri prodotti incentrai sul medesimo soggetto. L’umanità, la fallibilità ed il senso del dovere dell’eroe sono al centro del dibattito di “Jupiter’s Legacy”. Il rispetto del “codice” ed il senso di giustizia devono sempre essere messi al primo posto oppure le fondamenta dell’Unione si stanno sgretolando?
Ecco il trailer di “Jupiter’s Legacy”
https://www.youtube.com/watch?v=T6MYXBdUz38
La recensione senza spoiler di “Jupiter’s Legacy”
Attualmente il panorama televisivo e seriale è ricco di prodotti dedicati ai supereroi. Marvel na ha fatto un marchio di fabbrica, Netflix vanta “The Umbrella Academy” tra i suoi prodotti di punta e Amazon ha conquistato anche i più scettici con “The Boys”. Proprio quando il mercato potrebbe sembrare saturo e tutte le tematiche relative al sogetto sembrerebbero già sviscerate, ecco che Netflix propone al suo pubblico “Jupiter’s Legacy”. Gli eroi sono i protagonisti della serie, ma “Jupiter’s Legacy” affronta i problemi e le difficoltà dell’essere un simbolo di giustizia attraverso punti vista diversi e inesplorati, con l’ausilio della duplice linea narrativa.
La serie è dinamica, avvincete e ricca di misteri da svelare episodio dopo episodio. La narrazione non lineare è la tecnica perfetta per questa storia. Le avventure dei protagonisti si dipanano tra presente e passato (fine anni ’20): se nel presente gli eroi originali sono ormai anziani ma ancora in forze, seppur pronti ad accogliere nell’Unione nuove reclute, nel passato assistiamo all’origine dei loro poteri. Negli anni’20 i protagonisti sono gli eroi originali: Sheldon Sampson/The Utopian, Grace Sampson/Lady Liberty, George Hutchence/Skyfox e Walter Sampson/Brainwave. Dalle difficoltà familiari dei Sampson all’acquisizione dei poteri si passa per 8 episodi in cui la serie mostra a piccoli passi il come ed il perché gli eroi sono diventati tali. Lo strumento della narrazione non lineare arricchisce la trama svelando pian piano i misteri che avvolgono la serie ed evita la presenza massiccia dell’utilizzo dell’invecchiamento sugli attori che interpretano gli errori originali.
In questo modo il presente è prevalentemente dedicato ai giovani eroi, figli degli storici. I problemi che affrontano i ragazzi dotati di super poteri sono interessanti e mai scontati. Il difficile rapporto coi genitori è sicuramente l’aspetto che primo fra tutti emerge: i figli di Utopian si sentono trascurati dal padre che ha anteposto la sua vita da eroe alla famiglia crescendo i bambini già come futuri eroi e non come figli comuni. Chloe (Elena Kampouris) è da sempre un animo ribelle, rifiuta categoricamente di condurre la vita da eroina e di unirsi quindi all’unione. Si è sempre sentita trascurata dalla famiglia e messa in secondo piano rispetto al fratello. Ha sensibili carenze affettive e mancanza di figure di riferimento stabili. Sfoga tutte le sue frustrazioni facendo abuso di droghe e conducendo una vita mondana seppur lontana dal riflesso famigliare. Diversamente Brandon Sampson/The Paragon (Andrew Horton) ha donato anima e corpo alla causa. È l’eroe che tutti vedono come degno successore del padre. Peccato che Sheldon non percepisca l’impegno e la forza di volontà del figlio; lo vede ancora troppo fragile per una posizione di comando. Lo scontro padre e figlio, la mancanza di comunicazione e di rapporto umano tra i due caratterizzerà il loro percorso lungo tutta la prima stagione.
Del resto il ruolo paterno è al centro della serie: sia per Sheldon prima, che per Chloe e Brandon poi, la figura paterna ha influito molto sulle loro scelte di vita. In entrambi i casi la mancanza di un rapporto sincero e trasparente è la causa dei problemi familiari.
La giustizia ed il senso del dovere sono altri due temi portanti della serie. Fino a che punto si può sacrificare la propria umanità, il proprio agire d’istinto e a tutela dei propri affetti pur di rispettare il codice e la giusta via? Se per Utopian il “codice” (ossia non uccidere mai a qualunque costo) è incontestabile, per gli altri membri dell’Unione i tempi sono cambianti. Ora il mondo è cosparso di cattivi dotati di super poteri che minacciano eroi e non. Per la nuova generazione, ma non solo, il “codice” è datato e non tutela gli eroi a sufficienza.
Il senso del dovere per quanto forte in alcuni personaggi è invece debole in altri come ad esempio in Chloe che, pur essendo invincibile, rinuncia ad utilizzare il suo dono pur di non essere accostata al padre. La ragazza non prova rimorso nell’aver abbandonato la sua vita da eroina, vuole a tutti i costi la sua indipendenza.
Gli effetti speciali e visivi se inizialmente non sembrano di elevata qualità proseguendo con gli episodi migliorano e risultano credibili. Anche il trucco, utilizzato per rendere il passaggio del tempo sul volto degli attori, superato l’impatto iniziale risulta adeguato e calzante.
La fotografia accompagna l’alternanza tra presente e passato: seppiata negli anni ’20, colorata e sganciate nel periodo contemporaneo.
Se in un primo momento non tutto risulta chiaro (in particolare i poteri dei personaggi, il ruolo ed il significato del “codice” tanto citato, nonché il vero villan della serie) tutto verrà pian piano svelato. Solo alla dopo la visione completa della stagione lo spettatore avrà tutti i tasselli per ricomporre l’intricato puzzle e potrà notare che vari indizi era già stati disseminati fin dai primi capitoli.