Luca e la diversità come valore
Luca è senz’altro tra i film più attesi dell’ultimo periodo, non solo per le atmosfere sognanti che ci aveva regalato il trailer che ne ha anticipato l’uscita, ma soprattutto perché è ambientato nel nostro Paese, più precisamente nella Riviera ligure, nella cittadina fittizia di Porto Rosso. Diretto dall’italiano Enrico Casarosa, la pellicola è innegabilmente un piccolo gioiello che va ad aggiungersi ai tanti altri capolavori di casa Disney Pixar.
La trama
Luca è una creatura marina affascinata dalla vita in superficie. Un giorno, si imbatte in Alberto, anche lui essere acquatico che, però, da tempo vive sulla terraferma. I due amici, spinti dalla curiosità (e dalla voglia di accaparrarsi una Vespa, sinonimo di libertà, decideranno di spingersi nella cittadina ligure fingendosi umani. Ma gli abitanti di Porto Rosso danno da sempre la caccia ai “mostri marini” come loro, per questo Luca e Alberto dovranno fare attenzione per non essere scoperti.
Come anticipato, Luca è un film incentrato sull’educazione alla diversità, e quanto sia un valore importante da salvaguardare. Il racconto è semplice, lineare e la narrazione piacevolissima, non mancano i momenti comici, alternati a scene più introspettive; il vero “cattivo” non è un personaggio definito, bensì viene identificato nell’ignoranza, genitrice di qualsiasi pregiudizio. Un aspetto che ricorre, non solo in Ercole, il ragazzino strafottente con manie di protagonismo, ma anche nella maggior parte degli abitanti di Porto Rosso, che da sempre cercano di acciuffare i tanti temuti “mostri marini” decantati nelle leggende, senza che effettivamente si sappia il perché siano considerati una minaccia.
Il fatto che non venga sottolineata una presunta aggressività da parte delle creature acquatiche è sicuramente un tratto da apprezzare, non solo, ma il film ci mostra come in realtà la società che vive sott’acqua sia uguale (eccetto nell’aspetto) agli umani. Senza retorica alcuna, il messaggio viene comunque recepito dallo spettatore, risultando convincente e alla fine Luca non solo impara il valore dell’amicizia, ma anche quello dell’accettazione sociale.
Lo stile
Lo stile di Enrico Casarosa è riconoscibile fin dalla scena di apertura, quando vediamo un padre e un figlio spingere la loro barchetta in mezzo al mare. Un chiaro riferimento al suo cortometraggio di successo, La Luna, che aveva incantato tutti per semplicità e bellezza.
Come allora, anche con Luca sarà impossibile non innamorarsi della fotografia e dei colori: dall’azzurro del cielo e del mare, al giallo e all’arancio delle case di Porto Rosso, al verde della pasta al pesto o al sole che irrompe attraverso la pioggia in un momento preciso della storia. Il regista dipinge una vera e propria cartolina che omaggia l’Italia e i suoi splendidi panorami, insieme alle sue tradizioni, i modi di dire, di parlare, dando voce a tutto il nostro folklore, senza perdersi in stereotipi di cattivo gusto. Per apprezzarlo maggiormente, consiglio di vedere il film in lingua originale, perché il lavoro fatto sul doppiaggio in italiano in diverse scene è encomiabile.
Dunque la fatidica domanda: Luca è o non è da considerarsi uno dei “capolavori” Pixar? Per intenderci, al pari di Nemo, Up, Coco e via dicendo? Personalmente, come scritto all’inizio di questa recensione, penso che questo film sia nella sua semplicità uno dei più belli che lo studio abbia realizzato finora (complice il mio spirito romantico), e stupisce come – ancora una volta – sia stata capace di parlare in maniera diretta ai più giovani (e non solo) di temi così importanti e attuali.
Forse, alcuni potrebbero trovarlo solo “adorabile” o “carino”, a loro dico: provate a scavare più a fondo per coglierne il significato più profondo, spesso negli abissi si celano i tesori più straordinari.