House of the Dragon, la recensione del primo episodio

Finalmente grazie ad House of the Dragon torniamo a Westeros

House of the Dragon, la recensione del primo episodio 

I fan di Game of Thrones non avranno bisogno di presentazioni ma ho il piacere di ricordarvi che oggi debutta su Sky e Now Tv il primo episodio di House of the Dragon, serie prequel di Got. La nuova serie ambientata nel magico universo di G.R.R. Martin approda nel paese nostrano in contemporanea con gli Stati Uniti. Tra draghi, spade affilate e problemi di secessione House of the Dragon riporta i fan dei fantasy a Westeros. Il pilot è ottimo. Effetto nostalgia e nuovi personaggi vi regaleranno le sensazioni che solo le prime stagioni di Got sono riuscite a donare. Ecco la recensione del primo episodio di House of the Dragon.

Ecco il trailer di House of the Dragon

La recensione di House of the Dragon episodio 1

Sarà molto difficile raccontarvi le mie impressioni su House of the Dragon senza fare alcun tipo di spoiler ma ci proverò comunque. Ho avuto il piacere di poter visionare in anteprima i primi episodi dello show e oggi vi parlerò esclusivamente del pilot. Già da questo potreste dedurre che la serie merita una recensione approfondita e dettagliata. Ora però bando alle premesse ed iniziamo ad addentrarci in House of the Dragon. 

House of the Dragon è una serie spinoff prequel rispetto a GOT. La storia è interamente dedicata alla famiglia dei draghi, i Targaryen e alla loro guerra civile successivamente denominata “la danza dei draghi”. Ci troviamo 172 anni prima di Game of Thrones. Se quindi in GOT avevamo imparato a riconoscere ed amare le varie casate di Westeros, in House of the Dragon torneremo ad apprezzare la famiglia più infuocata del setti regni. Diciamo che dopo le sorti decisamente ignobili che l’ultima stagione di GOT ha assegnato ai Targaryen House of the Dragon può solo che nobilitare la casata.

Il primo episodio della nuova serie ambientata nello stesso universo di Game of Thrones è un ottimo primo capitolo. Onestamente sono rimasta incantata durante la visione. In più e più momenti durante la visione del primo episodio mi sono sentita esattamente come durante le prime stagioni di Game of Thrones. Emozioni, sensazioni e percezioni sono state le stesse. House of the Dragon è una serie che farà parlare di se non solo perché figlia del successo mondiale chiamato Game of Thrones ma perché la qualità ripaga sempre. A questo si aggiunge che i creatori di sono Ryan J. Condal, colaboratore di Martin, George R.R. Martin stesso. La regia del pilot invece è di Miguel Sapochnik, regista anche di alcuni dei capitoli più belli di GOT. 

Il primo capitolo svela le premesse e la situazione politica nel contesto della quale lo show ha inizio. Il re Viserys Targaryen ha una sola figlia femmina, non ha eredi diretti di genere maschile ed una donna non si è mai seduta sul trono di spade, secondo molti mai dovrebbe. La famiglia Targaryen a causa dei plurimi incroci di sangue ha spesso e volentieri avuto problemi a generare eredi, anche il re che ha preceduto Viserys (Jaehaerys I) ha avuto i medesimi problemi. Il trono di spade necessita di un Targaryen e al momento l’erede designato è Daemon Targaryen, interpretato dal bravissimo Matt Smith. La situazione non restarà immutata per molto, i continui atti di ribellione di Daemon faranno vacillare il re e la principessa Rhaenyra Targaryen sembra un’ottima e degna erede al trono. 

Le atmosfere, i colori ed i costumi rievocano costantemente le prime stagioni di Game of Thrones, il paragone è inevitabile. Il pilot è a conti fatti un degno episodio di apertura che, seppur facilitato rispetto alla serie madre, non ha nulla da invidiare al primo capitolo di GOT. Sicuramente grade merito, ultime stagioni escluse, va assegnato alla serie d’origine ed ai suoi creatori, almeno per quanto riguarda l’immaginario e la resa visiva del prodotto. House of the Dragon, anche potendo, sceglie di non discostarsi dall’immagine che tutti noi abbiamo della serie campione di ascolti di casa HBO. La colonna sonora, scritta dallo stesso compositore di GOT (Ramin Djawadi), è di fatto una variazione del genere rispetto a quella iconica di Il trono di spade. 

Scene tabù, violenza, crudeltà ed immagini cruenti sono i tratti tipici anche di HOD. Tanta, anzi tantissima nostalgia e diversi riferimenti ai romanzi che i fan coglieranno fin da subito. Vi anticipo solo che l’inverno resta sempre ben presente nei cuori degli sceneggiatori HBO. 

Il primo capitolo è dedicato alla presentazione della trama generale, come vi ho già ampiamente indicato, ma non rinuncia a fare anticipazioni di scontri e scene di battaglia che sicuramente arriveranno entro il finale di stagione. 

Ottimi gli interpreti. Come già molti sapranno la serie percorre diversi anni della storia della casata dei draghi e perciò i volti di Rhaenyra ed Alicent nel primo capitolo e in alcuni successivi saranno quelli delle giovani Milly Alcock e Emily Carey. La responsabile dei casting (Kate Rhodes James) si conferma eccellente nella selezione di figure poco note da far cresce in casa HBO e che ben presto diventeranno ricercate dai grandi franchise. 

Unico difetto: la CGI non è sempre eccellente e la ricostruzione degli ambienti esterni inquadrati mediante finte riprese dall’alto appaiono oltremodo artefatte così come i draghi, purtroppo non sono eccellenti. 

Non aggiungo altro perchè presto arriverà sempre su questi lidi la recensione completa dei primi episodi dello show e con essa alcune considerazione complessive sulla serie. 

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