Made in Abyss: Binary Star Falling into Darkness – La Recensione

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Pronti a diventare un Fischietto Bianco ed esplorare le profondità di Made in Abyss: Binary Star Falling into Darkness?

Shingeki no Kiojin, Promised Neverland, Demon Slayer, Made in Abyss. Queste sono alcune delle serie d’animazione giapponesi che più hanno tenuto incollati allo schermo gli spettatori di mezzo mondo nelle stagioni televisive di questi ultimi anni. E quando un prodotto raggiunge il successo è facile che questo venga adattato per il mercato videoludico, con risultati spesso altalenanti.

Mentre la seconda stagione di Made in Abyss sta procedendo verso il finale (potete recuperare tutta la serie, compreso il film, su Prime Video), le nostre console sono pronte ad accoglierne il videogioco ufficiale che copre gran parte dell’arco iniziale dell’anime.

Fan di Made in Abyss continuate a leggere per scoprire se Made in Abyss: Binary Star Falling Into Darkness merita o no la vostra attenzione.

Versione Testata: Nintendo Switch

Data di uscita
2 Settembre 2022
Genere
Adventure, Survival
Sviluppato da
Spike Chunsoft
Distribuito da
Spike Chunsoft
Piattaforme
PS4, Nintendo Switch, PC
Il nostro Punteggio
6.8
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La storia di Made in Abyss ruota tutta intorno ad un’isola misteriosa e ad un buco che si trova al suo interno, un abisso senza fondo, abitato da creature mortali e pericoli nascosti in ogni dove. Per anni l’abisso è stato oggetto di studio e di ricerca da parte di esploratori di tutto il mondo. Tuttavia l’esplorazione dell’abisso richiede grandi doti e già solo addentrarsi nei primi strati può portare a conseguenze pericolose, compresa la morte. Solo i più abili però si sono spinti oltre, i Fischietti Bianchi, molti dei quali però non hanno fatto più ritorno.

Riko è una giovane ragazza che studia e si allena per diventare un Fischietto Bianco, proprio come sua madre, scomparsa in una delle sue ultime crociate nell’abisso. Durante uno dei tanti viaggi di esercitazione venendo attaccata da uno dei mostri che abitano gli strati dell’abisso, Riko viene salvata da un misterioso ragazzo robotico, Reg, il quale non ricorda nulla del suo passato.

I due però uniranno le forze e partiranno in un viaggio senza ritorno all’interno dell’abisso: Riko intenta a scoprire la verità su sua madre, forse ancora viva sul fondo del gigantesco buco, Reg invece desideroso di recuperare i ricordi perduti.

 

Questo in breve è l’incipit di Made in Abyss, e che nella modalità Hello Abyss andrete a ripercorrere, sebbene in maniera molto accelerata, fino all’incontro con Ozen l’Inamovibile, uno dei membri più autorevoli dei Fischietti bianchi che vive all’interno dell’abisso.

Made in Abyss si comporta però in maniera abbastanza insolita per il classico tie-in basato su un anime.

Infatti la modalità Hello Abyss che copre una parte dell’arco della prima stagione si ferma sul più bello, proprio quando Riko e Reg sono pronti scendere negli strati inferiori. Questa modalità serve unicamente da grosso tutorial alle meccaniche base del gioco, dando un’infarinatura generale sull’esplorazione, il crafting e il sistema di combattimento.

Una volta completato dovremo salutare i due protagonisti dell’anime per dedicarci ad una modalità di gioco inedita realizzata in collaborazione con l’autore del manga, Akihito Tsukushi, e che si svilupperà parallelamente alle vicende di Riko e Reg.

Sebbene la parte riassuntiva dell’anime faccia da breve riepilogo per chi già conosce la storia, resta difficile credere che questa possa in qualsiasi modo servire a chi si avvicina a Made in Abyss per la prima volta nel capirci qualcosa.

Comunque completata questa prima parte introduttiva si sbloccherà la modalità Deep in Abyss, nella quale potrete creare un personaggio seguendo il proprio gusto ed istinto per poi diventare uno dei tanti Fischietti Rossi (apprendisti) dell’orfanotrofio Belchero.

Anche questa modalità prevede un accenno di trama originale, che condivide diversi spunti in comune con la storia classica di Made in Abyss. Sarete quindi mossi dalla voglia di scalare i ranghi dei fischietti, ambendo a diventare uno stimato Fischietto Bianco e al tempo stesso addentrarvi il più possibile nelle profondità dell’abisso per scoprire cosa si cela sul suo fondale.

Gli avanzamenti narrativi saranno scanditi dalle missioni che vi verranno affibbiate e il più delle dovrete esplorare determinate zone degli strati superiori o recuperare le preziose reliquie, da rivendere per guadagnare soldi ed esperienza.

E soprattutto l’esperienza ci servirà per migliorare le nostre abilità di esploratore dell’abisso. Mentre nel tutorial abbiamo accesso a tutta una serie di azioni base, in Deep in Abyss partiremo da zero, sbloccando man mano skill come la possibilità di scalare più a lungo, craftare oggetti o schivare i nemici che ci attaccano.

Proprio la componente crafting assume un ruolo quasi centrale, soprattutto nell’esplorazione, accentuando l’aspetto survival di questo adventure 3D.

 

Creare armi ci consentirà di uccidere i nemici, così come corde o picconi, gli strumenti fondamentali di un Fischietto, ci faranno spostare ed esplorare l’ambiente. E poi c’è la problematica legata al cibo, con tanto di barra da tenere d’occhio, sotto la quale il nostro personaggio non avrà nemmeno le forze per difendersi.

Se da un lato questa virata verso la sopravvivenza estrema è apprezzabile e rispecchia la crudeltà dell’anime, sebbene l’eterna ricerca di materiali si scontri con la poca capacità contenitiva degli stessi nello zaino, tutto deve venire a patti con un sistema di controllo che fin dai primi istanti trasmette legnosità nei comandi e poca reattività del personaggio.

Qualsiasi mossa è assoggettata al consumo di stamina, ma lo scoglio più grosso restano i movimenti del personaggio che non sono mai precisi finendo spesso vittima delle nostre azioni, magari restando incastrati in un gruppo di nemici, o nell’incapacità di evitare determinati colpi a causa di una schivata non proprio reattiva.

La situazione migliora un poco con l’aumentare del livello e lo sblocco di nuove skill, ma specie nelle prime ore è facile imbattersi nel game over, fin troppo spesso, specie se non si ricorre ai palloni degli esploratori (purtroppo anch’essi limitati e craftabili) per salvare la partita sul posto e non dover ripartire dall’ultimo check point.

La rigidità del sistema di controllo purtroppo mette in evidenza tutti questi problemi gestionali, compresa la qualità dell’esplorazione. Le varie zone degli strati dell’abisso sono interconnesse fra loro ed è facile perdersi senza capire quale sia la strada giusta da prendere. Anche la lettura della mappa non aiuta ed appare abbastanza confusionaria, e non stupitevi quindi di girare a vuoto senza meta.

A peggiorare ulteriormente le cose troviamo la maledizione da risalita che colpisce chiunque tenti di uscire dall’abisso. Se i suoi effetti possono manifestarsi sul nostro corpo impedendoci di proseguire portandoci fino alla morte, la maledizione si attiva con fin troppa frequenza e senza che ci sia un effettiva risalita (spesso a causa dei dislivelli delle zone) appesantendo l’esplorazione e rendendola estremamente lenta. p

Altro punto critico è il comparto grafico. Sorvolando sulla semplicità del level design dell’abisso,  confusionario nella navigazione, Made in Abyss: Binary Star Falling Into Darkness si presenta come un titolo tecnicamente datato.

I modelli di mostri e nemici riprendono il design dell’opera originale ma sono abbastanza basilari nella costruzione, così come le ambientazioni estremamente spoglie, con i soli punti di farming ripetuti qua e là nelle varie zone per essere facilmente riconoscibili.

Pure su Switch, la versione che abbiamo avuto modo di testare, per quanto giri decorosamente e senza intoppi, si è visto di meglio, creando un po’ di rammarico per l’occasione sprecata nel dare vita ad una versione giocabile dell’abisso, location dall’alto potenziale creativo.

Lato sonoro a dare voce ai protagonisti principali ritroviamo il cast dell’anime di Made in Abyss, con la possibilità di scegliere fra il dub originale o quello inglese. Assente invece la localizzazione italiana, e come spesso accade in queste produzioni low budget, dovrete accontentarvi solamente dei sottotitoli inglesi.

Più sforzo è stato fatto nella realizzazione della colonna sonora, con tanto tema inedito che si occuperà di aprire e chiudere le avventure del gioco.


Made in Abyss: Binary Star Falling Into Darkness è un adattamento un po’ fiacco. Se l’opera originale creata da Akihito Tsukushi è una delle più interessanti del panorama manga/anime degli ultimi anni, qualcosa si è perso nella sua trasposizione videoludica. Binary Star Falling Into Darkness diventa quindi un action 3D dalla spiccata componente survival minato però da numerosi problemi lato gameplay e controlli (volendo chiudere un occhio per quanto riguarda la realizzazione tecnica) che viziano un’esperienza che poteva avvicinare ancora più persone al mondo di Made in Abyss. Anche il collocamento della fascia di prezzo (60€) ci è sembrata fuori posto, facendolo immediatamente scivolare in quella cerchia di titoli da valutare in caso di forte sconto”. Consigliato solamente ai fan più sfegatati della serie, che vogliono provare a tutti i costi le mostruosità dell’abisso.

Made in Abyss: Binary Star Falling Into Darkness è disponibile per Nintendo Switch, PlayStation 4 e PC.

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Made in Abyss: Binary Star Falling into Darkness – La Recensione
Pro
Lo spirito survival rispecchia la crudeltà dell'anime
Il mondo di Made in Abyss ha il suo fascino
Contro
Controlli legnosi e poco precisi
Tecnicamente datato
Dispersivo nelle fasi esplorative
6.8
Voto