Madden NFL 23: EA omaggia John Madden e la sua leggenda nel nuovo titolo di simulazione sportiva
“Ogni maledetta domenica si vince o si perde, resta da vedere se si vince o si perde da uomini”. Finiva così l’iconico discorso di Tony D’Amato (Al Pacino), nel film “Ogni maledetta domenica”, e con l’inizio del campionato NFL che ha dato il kick-off la scorsa settimana, lo sport più seguito in terra statunitense è finalmente tornato a far battere i cuori di milioni di fans sparsi per il mondo ogni domenica. E immancabile come ogni anno dal 1988 ad oggi, anche il titolo videoludico di football americano targato questa volta EA Tiburon, si è presentato ai nastri di partenza con il suo Madden NFL 23.
Quest’anno in particolare, la software house della Florida ha voluto omaggiare nelle sue cover per il gioco, il ritorno del mitico John Madden, storico telecronista, allenatore degli Oakland Raiders e Hall of Famer della NFL, scomparso a fine 2021. Come potete evincire dal cognome, la saga sportiva prende proprio il titolo dallo storico allenatore, che siglò un accordo con Electronic Arts per una collaborazione diventata storica e che ha visto Coach Madden su ben 22 copertine del gioco. Da amante di questo spettacolare sport e da fan ventennale dei New England Patriots, non stavo più nella pelle di provare Madden NFL 23, che grazie a EA ho avuto modo di provare su PlayStation 4 Pro.
Una volta iniziato il gioco, come prima cosa avremo modo di testare i nuovi comandi e novità grazie ad una partita che va ad omaggiare John Madden, denominata “Madden Legacy Game”. In questa partita potremo scegliere se utilizzare la compagine dell’NFC o AFC, composte da alcuni dei giocatori più forti di sempre come Tom Brady, Tony Gonzalez, Brett Favre, Jerry Rice, Randy Moss, Peyton Manning o Joe Montana per dirne alcuni e allenate soprattutto da due versioni diverse di Coach Madden. Una volta terminata entreremo nel menù principale, dove ci verranno fornite varie novità inerenti ad eventi e l’opportunità di scegliere il nostro team preferito tra le 32 squadre presenti nella lega.
Tra le varie modalità di gioco presenti, troviamo innanzitutto il Learn to Play, un tutorial che consiglio per ogni novizio, per imparare velocemente le basi di gioco. Se visivamente il football vi sembrerà complicato per le sue regole che spaventano molte persone, una volta scesi in campo cambierete presto idea. E vi svelerò un segreto, è più facile di quel che si pensi, visto che io ho imparato le regole di questo sport giocando proprio grazie ad un titolo della serie, Madden NFL 2004. A seguire troviamo il Play Now per partite amichevoli in locale e online, e le modalità Franchise, Face of the Franchise, Ultimate Team, The Yard e Superstar KO.
Per quanto riguarda le ultime due elencate, le modalità non aggiungono niente di nuovo dal precedente capitolo, con la prima che permette di giocare nuovamente 5vs5 su strada con il proprio avatar, tra cui a Firenze in Piazza della Signoria, mentre la seconda in online match molto rapidi, ormai assai rivedibili e a mio avviso poco divertenti. In Ultimate Team, come per la serie di FIFA, dovremo spacchettare bustine di figurine per formare il nostro team stellare, ma anche qui a parte il MUT Champions che sostituisce il Weekend League e il Field Pass che permetterà di sbloccare carte e oggetti solamente con il completamento di missioni e obiettivi, non ho trovato particolari novità. Sicuramente, nota a favore, le microtransazioni a differenza del capitolo calcistico, qui incidono molto meno.
Ma veniamo alle due modalità più bramate dai giocatori, la Face of the Franchise e il Franchise. In Face of the Franchise, in primis dovremo creare il nostro giocatore in un editor ancora troppo scarno (non mi spiego il fatto di non inserire una tabella per i tatuaggi), per poi scegliere uno dei cinque ruoli disponibili. Tra le scelte potremo optare quella di essere un Quarterback, Wide Receiver o Halfback per il team di attacco, o quella di Cornerback o Linebacker per quanto concerne la difesa.
Una volta scelto la posizione, quest’anno avremo la possibilità di scegliere in quale team giocare, accettando qualsiasi contratto e ruolo che poi andremmo a ricoprire, visto che il nostro giocatore non è al primo anno di NFL, ma solamente un giovane free-agent con qualche anno alle spalle di carriera.
Sinceramente, secondo me togliere l’avventura al college, lo scouting combine e successivamente il Draft, che sono momenti importanti per una carriera di un giocatore ed erano veramente belli da giocare, l’ho trovata una mossa sensa senso, soprattutto perchè aggiungevano quel qualcosa in più alla modalità.
Una volta scelto il nostro team entreremo finalmente in azione, anche se Face of the Franchise offre praticamente le stesse identiche cose dello scorso anno, con i soliti drills e settimana da organizzare prima della partita e poi la partita stessa. La modalità però ha subito notevoli tagli per quanto riguarda cutscene e interazioni che sono ridotte all’osso, senza una storia dietro, contrattazioni con la Nike o Jordan, interazioni con altri personaggi e persino il podcast radio post partita. Inoltre quest’anno, non potremo più giocare usando anche il team, quindi avremo solo modo di utilizzare il nostro avatar. A farmi storcere di più il naso però è stata la non possibilità di simulare le partite e di giocare i quarti down, con scelte tra l’altro discutibilissime della cpu.
Per esempio, più volte mi è capitato di vedere il nostro coach, non mandare in campo lo Special Team a poche yard dalla conversione per i tre punti a fine partita, garantendomi una vittoria facile e portando invece a sconfitte senza senso o overtime inutili che risultano frustranti. Stessa cosa succede anche sulla scelta di non far mai scendere in campo l’attacco a un inch dal drive successivo per convertire il possesso, con la cpu che restituirà praticamente sempre l’ovale agli avversari. Altro tasto dolente riguarda anche la simulazione per le statistiche della cpu, settate veramente malissimo, perchè se giocheremo con il timing settato a 5 min a quarto, il nostro giocatore non arriverà mai alle statistiche dei rivali, che verranno simulate per 60 min di gioco. Se l’anno prima erano stati fatti alcuni passi in avanti, questa volta questa modalità ne ha fatti decisamente dieci indietro. Completamente da rivedere.
Invece parlando del Franchise, potremo giocare come sempre questa modalità in tre diversi ruoli, Player, Coach e Owner. Giocando come proprietario di una franchigia, tra i vari aspetti migliorati ho trovato soprattuto la parte inerente alla free-agency per acquistare giocatori senza contratto. Difatti ora i giocatori, sceglieranno offerte più consone ai loro desideri, come il voler vincere il Lombardi Trophy mettendosi un anello al dito a fine anno, giocare in un team vicino alla propria casa natia o addirittura con qualche stella affermata o allenatore in particolare. Quindi, se vorremmo i giocatori migliori, stavolta non basteranno solo i soldi, ma ci vorrà più ingegno. Di conseguenza anche per le trade, ora la cpu risulta molto più scaltra, rifiutando categoricamente le offerte farlocche che invece prima accettavano facilmente, ma pretendendo ora qualcosa di più sul piatto della bilancia come buoni giocatori o scelte future.
Anche lo scouting team è nettamente migliorato, ora si può assumere e licenziare i componenti dello staff, con gli scout che forniranno molti più dati e analisi sui nostri giocatori e quelli del futuro draft. Inoltre utilizzando l’Owner, potremo curare tutti gli aspetti della nostra franchigia, come migliorare il nostro stadio in diversi campi o cercare anche una nuova potenziale città per trasferire il team.
Potremo potenziare lo skill tree del nostro coaching staff, i nostri giocatori che accumuleranno esperienza, rinnovare i giocatori, imbastire trade o vedere anche lo status del team e dei giocatori più famosi con media e fans, seguendo sempre nel dettaglio tutti gli aspetti che porteranno il nostro team al top della NFL.Di sicuro tra tutte le modalità, la scelta dell’Owner, che vi permetterà anche di giocare con il team, l’ho trovata la migliore esperienza di gioco e soprattutto quella più immersiva in Madden NFL 23.
Un Madden NFL 22 versione 2.0
Per quanto riguarda l’aspetto tecnico del gioco, graficamente la versione old-gen anche in questo caso non presenta migliorie importanti. A parte qualche viso migliorato per alcuni giocatori e una camera ravvicinata/angolata molto suggestiva dietro al quarterback, non ho trovato veramente nulla di diverso da Madden NFL 22. Infatti tranne qualche cutscene in-game aggiornata, le sequenze all’ingresso in campo e durante il pre-partita sono un copia e incolla del precedente capitolo, dove al posto delle solite scenette che sanno ormai di minestra riscaldata, avrei preferito qualcosa di più realistico come fatto con FIFA 22, con il riscaldamento del team e poi formazione mostrata su schermo, come succede in tv durante una partita.
Invece, ho trovato ottimo il lavoro svolto da EA Tiburon sulle migliorie apportate ai vari stadi e le sideline, limando alcuni problemi passati e valorizzando molto il gioco di luci dei fari che vanno ad illuminare il manto erboso, i caschi e le diverse zone dell’arena, che anche su console old-gen posso confermare che fanno il loro bel figurone. Comunque a parte qualche piccola dimenticanza, tipo aggiornare i banner dei Washington Commanders che talvolta presentano ancora il vecchio nome “Football Team”, scontri di gioco a volte anomali e un glitch inerente alle cutscene per il Superbowl in Arizona nel Face of the Franchise, durante la mia esperienza di gioco non ho trovato particolari bug o glitch, o perlomeno molto meno in confronto agli scorsi anni.
Parlando del gameplay del gioco, EA Tiburon in confronto al passato ha cambiato decisamente rotta, ma sfortunatamente solo su console next-gen. Con il nuovo sistema FieldSENSE inutilizzabile per le console old-gen e PC, il gameplay è rimasto praticamente invariato in confronto alle ultime due edizioni. A parte giocatori che vagano di meno in campo e una difesa più aggressiva, con un Aaron Donald, Von Miller, Vita Vea o un Myles Garrett che vi metteranno molta più pressione dopo lo snap, ed in generale una difesa che punirà maggiormente lanci dal tempismo sbagliati con intercetti e pick 6, il gioco non presenta veramente nulla di innovativo.
A non mancare ovviamente ci sono le Superstar X-Factor già viste lo scorso anno, abilità che per chi non lo sapesse, consentono ai migliori giocatori di sfornare doti particolari in attacco o difesa una volta entrati nella loro zona calda. Grazie al raggiungimento di un obiettivo specifico in campo, come raggiungere 10 yard di fila con il running back, lanciare la palla per 30 yard con il quarterback o portare due sack di fila con un uomo della linea difensiva per fare un esempio, il nostro giocatore entrerà in “the zone”, permettendoci di sfruttare a nostro vantaggio la loro abilità in partita.
Tra le varie difficoltà, potremo optare tra Rookie, Pro, All Pro e All Madden, abbinabili tutte con tre stili di gioco che variano da Simulazione, per avere un titolo il più possibile fedele alla realtà, Arcade, che limiterà le penalità e aumeterà lo spettacolo con punteggi alti e giocate mozzafiato ed infine Competitiva, che permetterà di utilizzare lo stick per i passaggi e comandi più complessi del gioco, utilizzati nei tornei ufficiali. Inoltre sarà modificabile ogni aspetto e regola del gioco, in modo da rendere accessibile il titolo a tutti in base alle proprie esigenze e stile di gioco.
Concludendo la parte inerente al comparto tecnico, sul versante sonoro ci sono alcune note positive e alcune negative. Partendo da quelle negative, ne ho trovata solo una, la telecronaca. Se ci stava qualcosa da cambiare, a mio avviso erano proprio il duo in cabina di commento formato da Charles Davis e Brandon Gaudin, che non mostrano ancora un buon feeling e che soprattutto scontenta da anni i tanti fan del franchise. Il sogno sarebbe sentire la telecronaca di Joe Buck e Troy Aikman e chissà se il prossimo anno sarà la volta buona per sentire le loro voci o quella di un Tony Romo e Jim Nantz.
Positivo invece il pre-show e l’half-time show curato sempre da Jonathan Coachman, con l’analista che fa ottimamente il suo da diversi anni. Ottimo anche tutto ciò che riguardano i suoni provenienti dallo stadio, con le urla e cori dei tifosi, le chiamate dei giocatori in campo e le musiche dedicate ai vari team durante i touchdown e i quarti down, ottimamente bilanciati e curati nel dettaglio dagli sviluppatori. Infine menzione positiva anche per la soundtrack del gioco, ispirata e prevalentemente hip/hop e con artisti del calibro di Nas, Snoop Dogg, Kendrick Lamar o Cypress Hill.
Ancora troppo lontani dalla endzone
A conti fatti Madden NFL 23 per console old-gen è praticamente un piccolo aggiornamento del capitolo precedente, offrendo veramente poco e rimanendo con la stessa ossatura del capitolo targato 2022. Sfortunatamente il franchise su vecchie console fa alcuni passi indietro in una delle modalità più giocate, la Face of the Franchise e ne fa invece altrettanti in avanti nella Franchise Mode, ma quello che rimane intorno a queste modalità, sinceramente è veramente di poco conto. Con un gameplay pressochè rimasto invariato e una grafica che non fa quei passi in avanti incredibili da far saltare dal divano, sinceramente sono rimasto deluso dal gioco, da cui mi aspettavo qualcosina in più.
Visto che ancora tanti giocatori non possiedono una console di nuova generazione, senza l’implementazione del FieldSENSE, sono dell’idea che EA Tiburon forse doveva concentrarsi un pochettino di più anche sulle versioni PS4, Xbox One e PC. A mio avviso sarebbero bastati dei contenuti in più, come una Face of the Franchise più corposa e magari dieci challenge sui momenti più iconici di John Madden alla guida dei suoi Oakland Raiders, con il gioco che in questo caso avrebbe potuto avere quella marcia in più a confronto ai titoli precedenti.
Se siete fan del franchise e cercate un titolo diverso dalla versione scorsa, il mio consiglio è quello di giocare il titolo su console next-gen, visto che troverete veramente poco di nuovo su questa versione del gioco, se non un aggiornamento per i roster e le divise di alcuni team. Sono dell’avviso che senza un competitor in campo videoludico, EA ultimamente fa veramente il minimo indispensabile, offrendo veramente poco ogni anno e replicando troppo spesso gli stessi asset, quando invece servirebbe un totale cambio di rotta su più fronti.
Sicuramente qualcosina di meglio è stata fatta, ma bisogna far molto, molto di più, perchè rimanere nella mediocrità come sta succedendo da alcuni anni, a lungo andare stufa e il franchise ne perde di credibilità agli occhi dei fan. In conclusione, per arrivare in endzone siamo ancora lontani e i centimetri di campo per arrivare al touchdown sono veramente ancora tanti da fare per EA, che per ridare lustro alla saga dovrà fare molto di più.
Vi ricordiamo infine che Madden NFL 23 è disponibile per Xbox Series X/S, PlayStation 4, Xbox One, PlayStation 5 e PC.