Ron Gilbert e Dave Grossman ritornano con il sequel di Monkey Island, un gioco carico di sentimenti, divertimento e che chiude il cerchio ad una favola videoludica iniziata 32 anni
Fin dal suo annuncio avvenuto il 4 aprile scorso, tra l’incredulo e l’emozionato, non vedevo l’ora di mettere mano su Return to Monkey Island, sequel della stupenda avventura grafica della Lucasfilm Games, The Secret of Monkey Island, uscito nel 1990. Ma la cosa che più mi aveva colpito dell’annuncio, era il coinvolgimento nel progetto di Ron Gilbert, che tornava al timone della saga a distanza di ben 30 anni. Per chi non conoscesse la saga, Gilbert è sempre stato l’anima del franchise, grazie ad una scrittura sopraffina, divertente, tagliente e innovativa. Difatti i titoli precedenti senza di lui, ne hanno risentito parecchio della sua mancanza, risultando meno accattivanti e piacevoli a critica e fan della saga.
Ma saranno riusciti Gilbert e Terrible Toybox a garantire la stessa qualità dei due iconici titoli usciti nel 1990 e 1991? Ma soprattutto saranno riusciti a dare un degno finale a questa saga? Grazie a Devolver Digital ho avuto modo di giocare il gioco su PlayStation 5, quindi, miei cari bucanieri, vento alle vele e andiamolo a scoprire! Ahoy! Ecco la nostra recensione di Return to Monkey Island.
Entrati nel menù di gioco, ad accoglierci troviamo subito un Album dei ritagli, una voce ricca di immagini che ci aiuteranno a rinfrescarci la memoria sui giochi passati o per chi si affaccia la prima volta a questo titolo, per conoscere i momenti salienti delle avventure di Guybrush. Data una rispolverata all’album dei ricordi, finalmente ci potremo lanciare in questa nuova avventura. Senza fare troppi spoiler per farvi godere appieno questo titolo e la sua bellissima storia, la timeline del gioco si pone alla fine del secondo capitolo del 1991, con un Guybrush, ormai non più giovinciuello, a raccontare una delle sue avventure a suo figlio, specificatamente quella inerente alla ricerca del “Segreto di Monkey Island”.
Durante l’avventura, incontreremo tanti personaggi che abbiamo conosciuto nei capitoli precedenti, vedendo anche la loro crescita personale e i loro nuovi obiettivi. A non mancare all’appello, ovviamente ci sara l’immancabile nemesi LeChuck, la bella Elaine, Stan, Otis, Wally e molti altri, che ci accompagneranno lungo questo nuovo viaggio piratesco. Per chi non conoscesse il titolo e si affacciasse per la prima volta, Return to Monkey Island è un’avventura grafica con meccanica punta e clicca, in cui dovremo interagire con svariati personaggi, oggetti, il menù e risolvere soprattutto indovinelli.
Proprio i puzzle, sono sempre stati il cuore pulsante del gioco e ovviamente anche in questo capitolo fanno la voce grossa, visto che come i precedenti titoli della saga, andranno sempre risolti per il proseguio del gioco. Però, a differenza degli altri capitoli, devo dire che ho trovato la difficoltà di gioco notevolmente diminuita, non riuscendo quasi mai ad impensierirmi o a portare notevoli grattacapi per diversi motivi. Infatti all’inizio del gioco avremo la possibilità di scegliere due difficoltà, la Modalità Casual, che garantirà enigmi semplificati, ma con un’esperienza di gioco a cui mancheranno diverse parti o la Modalità difficile, con indovinelli più complicati e un’esperienza di gioco totale, che però non non andrà a cambiare di tanto il tasso di sfida.
Inoltre, gli sviluppatori, hanno inserito nel gioco un Libro dei consigli, nientemeno che un libro magico che ci aiuterà a risolvere tutti i possibili enigmi, dandoci una grandissima mano in caso non sapessimo come comportarci difronte ad un’enigma. Ovviamente questo libro è stato messo per rendere ancora più accessibile il gioco a videogiocatori di ogni età, in modo da far raggiungere il finale a chiunque e non andare a spezzare troppo il ritmo del gioco, che poi porterebbe a spazientire il videogiocatore. Durante la nostra avventura inoltre, ad arricchire gli indovinelli, troveremo anche un Libro dei quiz, che servirà a collezionare delle carte nascoste casualmente nei vari livelli e che conterranno simpatiche domande inerenti alla storia dei vari titoli della saga. In tutto ce ne saranno 100, quindi aguzzate la vista e buona caccia!
Ma non finisce qua, quel mattacchione di Ron Gilbert, ha inserito un’altra modalità “segreta” che potrebbe sfuggire a qualcuno, la Writer’s Cut. Attivando questa modalità, apporteremo al gioco molti più dialoghi, più scene e più npc con cui interagire, offrendo così al giocatore un’esperienza totale. Infine, ci sarà la possibilità di attivare anche l’opzione “Dov’eravamo rimasti?”, che permetterà al giocatore una volta ricaricato un salvataggio, di avere un recap degli avvenimenti avvenuti prima del salvataggio.
Parlando del comparto tecnico del gioco, a mio avviso ci troviamo di fronte ad un lavoro superlativo di Terrible Toybox. A livello grafico, il gioco ha cambiato completamente strada in confronto ai precedenti titoli in pixel art, puntando su uno stile artistico completamente nuovo e che ho trovato molto più adatto alle avventure piratesce di Guybrush. Difatti grazie a questa scelta, gli sviluppatori sono riusciti a donare alle ambientazioni e ai vari personaggi una nuova veste carica di freschezza, con toni di colori più vivi, con tratti artistici spigolosi e marcati nei dettagli che sembrano quasi fuoriuscire da un dipinto carico di espressività.
La software house di Seattle difatti, ha curato ogni dettaglio alla perfezione, garantendo originalità e diversità ad ogni scenario, che durante le mie varie partite mi ha sempre portato a scoprire qualcosa di nuovo e affascinante, che magari non avevo colto la prima volta. A livello di scrittura, siamo dinanzi ad un maestro come Ron Gilbert e difatti anche in questo titolo troveremo un ritmo incalzante fatto di sarcasmo con battute taglienti, dialoghi molto emozionanti, riflessivi e carichi di amarcord, che vanno a confenzionare una storia praticamente perfetta, che porterà al giocatore la bellezza di ben più di 10 finali disponibili e da una longevità di circa 8 ore, se giocato con calma.
Anche sul versante sonoro, il gioco offre al giocatore tanta qualità, sia nella parte inerente alle musiche, che calzano sempre a pennello nelle varie situazioni in cui si andrà a cacciare Guybrush, sia nella parte del doppiaggio, dove troviamo il ritorno di alcune delle voci storiche, come quella di Dominic Armato che ritorna nei panni del nostro amato protagonista o nella fantastica interpretazione di Jewss Harnell nei panni di LeChuck. Inoltre il titolo, nonostante manchi il doppiaggio in italiano, offre comunque un gioco completamente sottotitolato in lingua nostrana, curato veramente in maniera certosina. Infine, durante la mia esperienza su PlayStation 5, non ho mai trovato un bug o calo di frame, garantendo caricamenti rapidissimi e una pulizia tecnica superlativa.
Grazie di tutto Guybrush Threepwood, è stato un viaggio incredibile
A primo acchitto, Return to Monkey Island farebbe pensare assolutamente ad un progetto creato unicamente per un effetto nostalgia per i fan, ed in verità all’inizio pensavo fosse proprio così, ma invece il lavoro svolto da Ron Gilbert e Dave Grossman è qualcosa di molto di più grande di questo. Durante l’avventura, il sentimento verso questa saga da parte degli sviluppatori, trasuda forte e si sente come non mai, facendo subito capire che quest’opera tocca livelli ben più ampi del semplice amarcord.
Gilbert grazie alla sua grandissima abilità è riuscito a dare finalmente un vero finale non solo per le avventure di Guybrush, ma anche per se stesso, per chi ha lavorato a questo progetto ed infine l’ha giocato, portando in campo videoludico una storia che parla di temi come la maturazione, i sogni e il legame con il passato a cui difficilmente riusciamo a staccarci, ma che inevitabilmente prima o poi dobbiamo lasciare alle nostre spalle.
Il finale forse potrà risultare un po’ agrodolce per qualcuno, ma starà al giocatore scegliere quale sia il più giusto, scelta che ho trovato geniale da parte degli sviluppatori. Inoltre, unico spoiler che voglio farvi, è quello di controllare l’Album dei ricordi quando terminerete il gioco, dove potrete trovare una lettera a cuore aperto da parte di Ron Gilbert e Dave Grossman, che vi garantisco vi strapperà qualche lacrima una volta letta. Dopo aver speso parecchie ore in mare e su Monkey Island (che ho anche platinato), non posso che consigliarvi l’acquisto di questo gioco, che considero assolutamente una perla ed uno dei migliori titoli a cui abbia giocato quest’anno.
Durante la mia esperienza su Return to Monkey Island sono riuscito a vivere tantissime emozioni e a divertirmi veramente tanto. E se siete fan della saga, potrete cogliere tantissimi riferimenti e citazioni che vi faranno salire i brividi lungo la schiena e battere il cuore parecchie volte. Inoltre, un prezzo veramente accessibile è la ciliegina sulla torta per non farvi scappare questo titolo. Quindi fidatevi, non pensateci due volte e lanciatevi completamente alla ricerca del segreto di Monkey Island, ma senza dimenticare di rispolverare il pirata sognatore che è in voi. Ah dimenticavo…è vero che questo capitolo chiude le avventure di Guybrush su Monkey Island, ma vi consiglio in caso lo giochiate, di non farvi sfuggire un piccolo dettaglio molto succulento. “Ehi, guarda dietro di te! C’è una scimmia a tre teste!”
Vi ricordiamo infine che Return to Monkey Island è disponibile su Nintendo Switch, PlayStation 5, Xbox Series X/S, macOS, Microsoft Windows e Project xCloud.