Hell Bent: la recensione del nuovo libro della Bardugo
I fan del Grishaverse non avranno bisogno di presentazioni, da oggi è disponibile in tutte le librerie e gli store online Hell Bent sequel di La Nona Casa di Leigh Bardugo. Con La Nona Casa la Bardugo ci portava all’interno della sua prima saga adult fantasy con forte tinte gotiche. Il romanzo ha conquistato praticamente tutti, persino gli scettici. Ora è arrivato il momento di valutare il sequel. Merita tutta l’attesa che ha generato? Si, assolutamente si! Tornano le stesse vibes del romanzo precedente ma la struttura è decisamente più ordinata consentendo al lettore una più semplice lettura degli eventi. Ecco la nostra recensione di Hell Bent.
Hell Bent
Edito Mondadori
Pagine: 456 pagine
Prezzo: 20,90 euro
Premessa: dato che è il secondo volume di una saga, leggerete la trama e proseguite la lettura dell’articolo solo se avete già letto il primo volume o non temete spoiler. Siete stati avvisati.
La trama dell’editore:
Trovare un portale per il mondo sotterraneo e rubare un’anima dall’inferno. Un piano semplice, se non fosse che le persone che compiono questo particolare viaggio raramente tornano indietro. Ma Galaxy “Alex” Stern è determinata a liberare Darlington, anche se questo le costerà il futuro alla Lethe e a Yale.
Impossibilitate a tentare un salvataggio perché non possono accedere alle risorse della Nona Casa, Alex e Pamela Dawes, l’assistente di ricerca, mettono quindi insieme una squadra di dubbi alleati per salvare il “gentiluomo della Lethe”. Insieme, dovranno navigare in un labirinto di testi arcani e artefatti bizzarri per scoprire i segreti più gelosamente custoditi dalla società, infrangendo ogni regola. Ma quando i membri della facoltà iniziano a morire, Alex sa che non si tratta di semplici incidenti. Qualcosa di letale è all’opera a New Haven e, se vuole sopravvivere, dovrà fare i conti con i fantasmi del suo passato e con l’oscurità insita nelle mura dell’università.
Denso di storia e ricco di colpi di scena nello stile magnifico di Bardugo, Hell Bent dà vita a un mondo intricato e indimenticabile, pieno di magia, violenza e mostri fin troppo reali.
La recensione di Hell Bent
Sappiamo che la Bardugo scrive divinamente, il sequel di La Nona Casa è solo una conferma. L’autrice ormai non deve assolutamente dimostrare più nulla al suo pubblico. Sappiamo che è un’abile scrittrice e che sa trattare a dovere tematiche delicate e personaggi moralmente grigi. Con la sua nuova saga ha scelto di alzare l’asticella delle aspettative toccando il target adult. Il risultato è stato eccellente: tematiche forti e delicate ben sviluppate ed argomentate, atmosfere tetre e gotiche descritte in modo da ricreare nella mente dello spettatore sensazioni e percezioni perfettamente credibili. La Bardugo è tra le autrici fantasy contemporanee quella che più mi convince, sempre.
Hell Bent riprende da dove la storia si era conclusa con il primo volume. Le avventure rocambolesche e per nulla felici di Alex sono ancora una volta le protagoniste ma devono coesistere con nuove storie. La grande novità di Hell Bent è data dalla presenza di nuovi personaggi: Turner e Dawes. Si li avevamo già conosciuti nel primo romanzo ma erano estremamente secondari. Qui acquisiscono nuova e ritrovata importanza. Il primo è il detective Abel Turner, membro della Lethe e Centurione non sempre troppo loquace e disponibile. Pamela Dawes è l’Oculus della Casa Lethe e in Hell Bent diventerà l’amica e confidente di Alex. Il loro rapporto cresce gradualmente e si solidifica man mano. Adorerete il loro percorso. Forse non vi piacerà troppo il fatto che nuove storie si interfacciano con quella di Alex ma trovo la scelta saggia e pensata. La Bardugo desiderava arricchire la storia e direi che ci è riuscita molto bene.
Altro pregio di Hell Bent è la struttura del romanzo: entra si subito nel vivo della narrazione ma, a differenza di La Nona Casa, è molto più ordinato nell’esposizione temporale degli eventi. Il lettore non avrà troppe difficoltà a comprendere chi sta parlando e quando lo sta facendo.
Il lato mytery e gotico sono presenti e persistenti anche in Hell Bent. Le ribes che hanno caratterizzato il primo volume vengono ben sfruttate anche nel sequel.
A mo avviso il testo non ha deluso minimamente le aspettative. Merita tutto l’hype che ha generato. Senza ombra di dubbio la storia si evolve, come è giusto che sia, ma i tratti distintivi ed iconici restano.
Chi ha amato il primo volume adorerà il sequel.