I primi due episodi di Secret Invasion coinvolgono e sconvolgono lo spettatore, con una ritrovata atmosfera thriller che mancava da fin troppo tempo.
Dopo una pausa di circa sei mesi dall’ultimo contenuto originale, comunque riempita da due film, il prossimo 21 giugno i Marvel Studios torneranno con Secret Invasion. Lo show punta a riportare in scena il Nick Fury di Samuel L. Jackson, chiudendo la trama degli Skrull aperta con Captain Marvel. Una serie che fin dai primi trailer sembrava più cupa, raccogliendo il testimone del mai troppo elogiato Captain America and the Winter Soldier.
Ho visto in anteprima i primi due episodi, così da potervi dare un parere generale senza spoiler, scopriamo quindi insieme se Nick Fury ha centrato il bersaglio.
Dopo il Blip, Fury si è trasferito sulla Saber, e a fare le sue veci sulla Terra sono rimasti la fedele Maria Hill (Cobie Smulders), e lo Skrull Talos (Ben Mendelsohn) con sua moglie.
Gli Skrull sono sempre stati degli alleati di Fury, convinti dalla promessa che l’uomo avrebbe trovato loro un pianeta dove stare. Un gruppo di alieni però, si è stancato di aspettare e, guidati da freddo Gavrik (Kingsley Ben-Adir) ha cominciato a compiere atti terroristici, mettendo le nazioni una contro l’altra. È il momento per Fury di tornare a casa e di salvare di nuovo il mondo.
Questi primi due episodi di Secret Invasion riescono a istillare qualche dubbio nello spettatore, che arriva (soprattutto in determinati momenti) a domandarsi se quello di fronte a Nick è uno Skrull o uno dei personaggi che conosciamo da anni. Riesce a farlo con un cast molto ridotto, che non tira in mezzo nessuno dei grandi nomi (con una giustificazione più o meno onesta) ma che in questi primi due episodi lascia comunque il proprio segno indelebile.
Il Nick Fury di Samuel L Jackson è stanco, provato dalla sconfitta per mano di Thanos, disilluso ma comunque convinto di potercela fare, anche se tutto attorno a lui sembra indicargli il contrario. A rubargli la scena in più di un occasione è proprio il Talos di Ben Mendelson, pronto a tutto per salvare sua figlia G’iah (Emilia Clarke) e per fermare Gavrik.
Ottime le aggiunte, sia la Clarke che Ben-Adir riescono a convincere nei propri ruoli, anche se il plauso maggiore va a Olivia Colman, che con la sua Sonya dimostra allo stesso Fury quanto è invecchiato. Registicamente questi primi due episodi regalano anche qualche guizzo, come un inseguimento iniziale a ripresa verticale, o uno scontro molto ben coreografato nel secondo episodio.
La fotografia è invece volutamente cupa e fredda, per trasmettere ulteriormente la disagiante sensazione del tradimento dietro ogni angolo. Non siamo mai ai livelli della poca fiducia fumettistica, ma l’ordine mondiale sembra davvero essere stato messo a soqquadro dagli Skrull. La speranza è che non esploda come una bolla di sapone negli episodi successivi.
Quindi sì, ci troviamo di fronte all’ennesimo ottimo inizio per una serie tv Marvel. Un primo episodio che vi lascerà di stucco, seguito da un secondo meno potente ma comunque carico d’emozioni. Un incipit che, come ho ripetuto più volte su questa pagina, riesce a istillare il dubbio su chi sia uno Skrull e su chi invece non lo è.
Ovviamente non possiamo sapere come evolverà il tutto, se riuscirà a mantenersi su questo livello o se cadrà rovinosamente su se stessa per far tornare Fury un bonario figlio di buona donna, come visto nel trailer di The Marvels. Ma, come spesso accade, questo è un problema per un altro giorno.