Armored Core VI: Fires of Rubicon – La Recensione

armored core

Salite a bordo del vostro Armored Core. Destinazione Rubicon 3!

Nel corso degli ultimi anni FromSoftware è diventata una delle case di sviluppo più amate e influenti del settore videoludico.

Release Date
25 Agosto 2023
Genere
Action
Sviluppato da
FromSoftware
Distribuito da
Bandai Namco Entertainment
Piattaforme
PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC
Our Score
8.5
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Dal successo di Dark Souls al conio di un vero e proprio sottogenere dell’action RPG, fino alla maturazione stilistica con Sekiro ed Elden Ring, ogni produzione dello studio di Hidetaka Miyazaki è attesa come la venuta di nuovo messia.

E se da diverso tempo a questa parte c’è stato spazio solamente per un certa visione “soulsiana” dei loro prodotti, il 2023 segna il ritorno di una delle loro serie più famose, sebbene non troppo seguita in occidente, ovvero Armored Core.

A distanza di 10 anni dal precedente episodio, Armored Core VI: Fires of Rubicon sbarca su console e PC con un nuovo capitolo della serie action a base di robottoni, forte dell’esperienza maturata nel corso di questi anni da FromSoftware e pronta a lasciare il segno, facendo compiere alla saga non solo uno scontato salto qualitativo, ma anche espanderlo al grande pubblico, dandogli la risonanza che merita.

Pronti a salire a bordo del vostro mech e partire alla scoperta di Rubicon 3, nella nostra recensione di Armored Core VI: Fires of Rubicon?

Versione Testata: Xbox Series X

In un futuro non troppo distante l’uomo ha sfruttato per anni le risorse del pianeta Rubicon 3, scoprendo al suo interno un preziosissimo materiale chiamato Coral, che ha permesso all’umanità di compiere un incredibile salto tecnologico, sia come fonte di alimentazione inesauribile, sia nella bio-ingegneria, favorendo la creazione di umani modificati.

Un gravissimo incidente però, innescato dall’avidità dell’uomo, ha portato al collasso l’intero pianeta, devastandolo e rendendolo inabitabile per oltre 50 anni. Alla ricomparsa di tracce di Coral su Rubicon 3, l’interesse delle varie corporazioni si riaccende in una spietata corsa alla conquista del pianeta e delle sue risorse.

Ed ecco che entriamo in gioco noi, un pilota geneticamente modificato conosciuto con il nome di 621, o Raven, da cui dipenderà l’evolversi della storia. Si perché Armored Core VI: Fires of Rubicon, mantiene la stessa struttura narrativa a missioni dei precedenti capitoli, con alcuni bivi narrativi che prenderanno forma in base a quale fazione decideremo di dare supporto, scelte che cambieranno il corso della storia portandoci ad uno dei 3 differenti finali. Un titolo quindi corposo sul piano narrativo, che richiede almeno 3 playthrough per avere un quadro completo dell’intero intreccio di interessi e giochi di potere delle varie corporazioni in ballo.

Con Armored Core 6, FromSoftware va ad attuare una sorta di soft reboot narrativo (cosa già avvenuta in passato), scollegando questo ultimo capitolo dai precedenti giochi e rendendolo di fatto l’entry point migliore della serie per tutti i nuovi giocatori (vista anche la difficoltà nel recuperare i precedenti giochi). Questo perché nonostante sia “solamente” il sesto capitolo numerato, la serie di Armored Core affonda le sue radici fin nella prima console PlayStation, che fra capitoli principali e spin-off, tocca la bellezza di 16 titoli.

E a livello di storia, rispetto ad altri titoli FromSoftware tutto scorre in maniera molto più lineare e concreta, meno vincolata ad un sotto testo di lore avversa al giocatore. I vari eventi verranno sempre spiegati con chiarezza fra briefing audio e cut scene decisamente sceniche, così come i vari equilibri delle forse in gioco, fra corporazioni, gruppi mercenari e terroristi, tutti pronti a voler mettere le mani sul Coral.

Protagonisti del gioco sono gli Armored Core, giganteschi match dal potenziale distruttivo quasi illimitato, la cui potenza verrà usata per affrontare le varie squadre nemiche e portare avanti la nostra causa, qualsiasi essa sia.

Uno dei punti forti della serie, compreso questo capitolo, è la totale libertà di personalizzazione del mezzo in ogni sua singola parte, dagli equipaggiamenti sulle mani e spalle, fino ad ogni componente del mech, carrozzeria compresa. Assemblare il proprio mezzo è un compito fondamentale se si vuole sopravvivere su Rubicon 3, e sarete continuamente alla ricerca dell’assetto migliore possibile per superare una determinata missione o sconfiggere un nuovo nemico.
Fra unità offensive, parti di telaio, generatori e propulsori, lo studio del mezzo ricopre un aspetto importante del gioco, e che vi porterà via diverso tempo nella creazione di qualcosa di funzionale sia sotto l’aspetto offensivo, sia sotto quello del controllo.

Aspetti come il carico (il peso che l’AC può sopportare) e il carico energetico (l’energia che può generare per muoversi) sono dei valori da equilibrare con astuzia, per far si che il nostro mezzo sia efficiente una volta sceso sul campo di battaglia. Il titolo FromSoftware ha il pregio di stimolare questa continua ricerca, non solo diversificando la tipologia delle varie missioni, ma la varietà e l’aggressività dei nemici che troverete ad aspettarvi ad un passo dal loro completamento, vere e proprie sfide che richiedono non solo tantissima manualità e padronanza del mezzo, ma anche il giusto equipaggiamento.

Per quanto sia vero che non esiste una sola ed unica strategia per abbattere un boss, è anche vero che senza il giusto armamentario rischierete di perdere tempo (e molta pazienza) provando e riprovando inutilmente.

Questo perché Armored Core, in piena tradizione FromSoftware, è un titolo molto impegnativo e non concede sconti a nessuno.

I nemici vanno conosciuti e capiti, e dal loro studio va sviluppato un setup che riesca a rispondere ai suoi attacchi. Gli scontri contro i boss, gli Armored Core delle taglie, o ancora le battaglie del PVE, sono dei veri e propri balletti con il nemico, una danza tattica fatta di schivate e manovre evasive, sempre attenti a non consumare troppa energia che rischia di esporci ad attacchi indesiderati, pronti a sferrare quel colpo che riesca ad abbattere lo scudo della nostra nemesi per scaricargli addosso tutta la nostra potenza di fuoco.

 

Armored Core 6 è un gioco anche complesso da gestire, nonostante qua la curva d’apprendimento sia abbastanza dolce. Complesso perché ogni dito della mano avrà un compito preciso da svolgere come il movimento omnidirezionale, gli scatti dei propulsori, la visuale per agganciare l’avversario e le 4 armi montate, che possono agire l’una indipendentemente dalle altre. Un gameplay ricco e bello sfaccettato, ma esoso in termini di attenzioni da parte del giocatore.

Difficile ed impegnativo, ma tremendamente gratificante quando andremo a distruggere il nostro obiettivo, portandoci a casa la missione. Da questo punto di vista Armored Core VI: Fires of Rubicon condivide molto con le ultime produzioni di FromSoftware, con un’esperienza di gioco molto personale e personalizzabile ma al tempo stesso incredibilmente inquadrata in una difficoltà che chiede al giocatore apprendimento, costanza e tanta memoria muscolare. Lato difficoltà è un titolo che non si farà piacere da tutti, perché al contrario di un “souls” dove livellare il proprio personaggio consente di sfangarla in più di un’occasione, qua siamo di fronte ad un titolo più “skill based” dove le uniche variabili per la buona riuscita di uno scontro sono determinate dalle nostre abilità di pilotaggio e dall’equip scelto. Né più, né meno.

In molti si aspettavano per Armored Core una svolta alla “souls” o una rivoluzione open world, viste le ultime tendenze di mercato. Da questo punto di vista Armored Core VI rimane fedele alle sue origini, proponendo un impianto ludico suddiviso in missioni, alcune delle quali dalla durata di una manciata di minuti, altre un po’ più articolate con diversi obiettivi da seguire, ma tutte velocemente completabili.

Perché Armored Core VI nel suo essere hardcore e riflessivo in fase di preparazione, durante il gameplay è una furia arcade che punta tutto sulla velocità di esecuzione. E questo elemento lo ritroviamo nel sistema di valutazione delle missioni, che tengono conto non solo della salute persa e quindi del costo delle riparazioni del mech, ma anche dei proiettili consumati.

Questo ha portato alla creazione di diverse aree esplorabili, che nella loro linearità offrono mappe ben diversificate a seconda dell’obiettivo e con un level design che enfatizza il movimento orbitale degli armored core e che tendenzialmente prediligono una verticalizzazione dell’azione di gioco. Le limitazioni dell’esplorazione le abbiamo con la presenza di muri invisibili che determinano l’area “calpestabile” della missione, che di per sé non sono un gran problema perché saremo concentrati sui nostri obiettivi e sull’eliminazione dei nemici, ma mostra il fianco in quelle (poche) missioni in cui dovremo agire in maniera discreta e lontani dai radar, battendo strade secondarie e più riparate.

Un altro aspetto criticabile lo ritroviamo sulla varietà delle missioni, che tendenzialmente hanno il problema di assomigliarsi un po’ tutte e che a conti fatti riducono all’eliminazione delle squadre avversarie fino alla sconfitta di un nemico ben più ostico e temibile. Ogni tanto capita che ci venga richiesto di proteggere un determinato obiettivo in attesa dei rinforzi, o di recuperare dei dati, o ancora le già citate missioni “stealth”, ma in generale il gioco vi porterà allo scontro diretto contro i vostri nemici. Al contrario, ogni boss del gioco offre una sfida molto diversificata con approcci e soluzioni tattiche diverse, in pieno stile FromSoftware. E rappresentano proprio il cuore del gioco, con alcuni combattimenti talmente scenici ed efficaci sotto il profilo “wow”, come lo scontro con il temibile “Verme di Ghiaccio” che metterà alla prova le vostre abilità di pilotaggio.

Il feeling che si ha pilotando un armored core è qualcosa di estremamente galvanizzante se siete amanti del genere.

Ogni mezzo, a patto di aver eseguito un giusto assemblaggio del telaio, è sempre reattivo restituendo quel senso di pesantezza e fisicità che ci si aspetterebbe trovandosi alla guida di un mezzo così imponente. La possibilità di eseguire scatti, manovre evasive o, a seconda dei modelli, di rimanere sospesi a mezz’aria offre al giocatore tutti gli strumenti possibili per farcela sotto il fuoco nemico, e spesso vi troverete a schivare con naturalezza la pioggia di proiettili che vi arriverà addosso. L’unico elemento che ostacola una chiara visione dell’area di gioco è la telecamera virtuale che inquadra il nostro armored core, in maniera fin troppo ravvicinata al nostro mezzo e impossibile da modificare. Questo, a volte, rende difficile leggere cosa succede alle nostre spalle, obbligandoci ad affidarci agli avvisi del mech, che ci avvertirà con effetti video e sonori se verremo attaccati da dietro.

Abbiamo visto come la campagna che compone la storia di Armored Core 6 è abbastanza articolata da richiedere più playthrough per essere completata in toto, per un buon numero di ore che supera le 40/50. Come se non bastasse è presente una modalità Arena, dove affrontare in successione (e dalla difficoltà crescente), tutta una serie di agguerritissimi Armored Core.

Il completamento di queste sfide non ci fornirà solamente una preziosa ricompensa monetaria da investire nel nostro mech, ma ci garantirà anche dei punti da spendere nei potenziamenti del sistema operativo. Si stratta di espansioni per la nostra armatura, la cui installazione permette ad esempio di ridurre i danni ricevuti, migliorare l’efficienza dei Kit Riparazioni (le cure) o abilitare scudi energetici che ci salveranno la pelle per qualche secondo impedendo al nemico di farci danno. Un’ulteriore spinta sul fronte della personalizzazione.

Non è tuttavia presente una modalità cooperativa come in Dark Souls, cosa che avrebbe potuto portare nuove dinamiche collaborative alle missioni e agli scontri contro i boss (sulla fattispecie di Deamon X Machina). Però troviamo un’interessante opzione PVP, che permette di dare sfogo alle nostre abilità costruttive e di piloti contro altri giocatori di tutto il mondo. La sfera competitiva di Armored Core VI viaggia su binari differenti rispetto a quanto avviene nella storia, richiedendo assetti ben più aggressivi di quelli che usereste normalmente nella campagna principale, infondendo un’anima e uno spirito diversi a questa modalità.

 

Sono presenti due modalità di scontro: 1v1 e 3v3. Se nella prima potremo fare affidamento solo su noi stessi in accese battaglie in singolo, quella a squadre offre maggior respiro e più margini di vittoria, la modalità giusta in cui muovere i primi passi del competitivo ed assimilare certi aspetti del combattimento contro altri giocatori umani, di tutt’altra pasta rispetto alla comunque ottima ed agguerrita IA del gioco. La possibilità di creare delle lobby permette ai giocatori di riunirsi in un’unica stanza e combattere ad oltranza, con regole di vittoria simili a quelle di un picchiaduro (chi vince resta e così via).

Tecnicamente Armored Core VI: Fires of Rubicon rappresenta uno dei punti più alti della serie e una delle produzioni FromSoftware più curate e pulite.

Armored Core VI è un’opera sci-fi di altissimo livello e la visione di Rubicon 3 è quella di un mondo post apocalittico, dove costruzioni di cemento e acciaio saranno gli scenari delle vostre avventure. Non il titolo più impressionante di questo 2023 sotto il profilo della mole di poligoni a video, ma uno dei più evocativi come impatto visivo.

Rubicon 3 è una landa desolata sulla quale si stagliano queste gargantuesche costruzioni artificiali che si perdono nel cielo. Intrecci di travi metalliche e cavi, strutture distrutte dal cataclisma e scenari desertici dalle condizioni estreme, battuti da venti che alzano nuvole di fumo attraverso le quali è impossibile vedere oltre. Un colpo d’occhio veramente incredibile, reso ancora più suggestivo da un sistema di illuminazione che crea un’atmosfera decisamente unica ed affascinante.

Il design degli armored core è poi la parte più riuscita, e la mole di parti presenti permette di personalizzare e creare modelli unici, grazie anche all’ottima resa degli shader, che consentono di modificare anche la superficie metallica del nostro mech, fino a sceglierne l’usura, con risultati realistici.

A livello di resa, Armored Core VI è un titolo solidissimo in entrambe le modalità grafiche, sia in quella che prioritizza la qualità, con un frame rate che si ferma a 30 fps, sia in quella dedicata al frame rate, che a discapito di un generale ma impercettibile abbassamento dei dettagli (su tutti le ombre) consente al gioco una maggiore fluidità dell’azione, toccando i 60 fps.

Armored Core VI ci pone davanti ad un ottimo lavoro fatto per quanto riguarda il sound design.

Giocato con un buon impianto o con le cuffie, l’immersione data dal rumore degli spari, degli allarmi difensivi e dai cigolii dovuti agli spostamenti del nostro mezzo è qualcosa di “spaziale”, in tutti i sensi, dandoci la sensazione di trovarsi letteralmente sul campo di battaglia. Abbiamo poi due tracce relative al doppiaggio, sia in lingua inglese che in giapponese, con un solo “problema” relativo alla lettura dei sottotitoli, nel caso si opti per il voice over originale, che obbliga a seguire i testi durante le fasi più accese di gioco, causando distrazione o facendovi perdere qualche dettaglio sugli obiettivi che state affrontando.

Armored Core VI: Fires of Rubicon rappresenta un ritorno incredibile per una delle serie FromSoftware più di nicchia al di fuori dal territorio giapponese.
L’esperienza maturata in questi anni ha permesso al team di confezionare un gioco solido sotto ogni aspetto, dal comparto grafico alla narrazione, fino alle meccaniche che compongono il suo gameplay, che resta incredibilmente legato alle suo passato senza svendersi alle mode del momento. Armored Core VI: Fires of Rubicon è un action furioso e sanguigno, viscerale in una difficoltà che concede pochi sconti al giocatore, al quale è richiesta dall’inizio alla fine una certa competenza, sia nel costruire il proprio mezzo che nel pilotarlo, ma che in caso di successo saprà restituirvi un tale livello di gratificazione da spingervi ad andare avanti e scoprire tutti i misteri e le cospirazioni di Rubicon 3.
L’elemento difficoltà potrebbe effettivamente scoraggiare i più, ma superato questo scoglio, vi ritroverete fra le mani uno dei migliori titoli dedicati al mondo dei mech, che speriamo riesca a fare da traino come lo fu Dark Souls con una certa tipologia di Action-RPG, perché è un genere che non deve mancare e necessita di esponenti del calibro di Armored Core.

Armored Core VI: Fires of Rubicon è disponibile su console PlayStation, Xbox e PC.

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Armored Core VI: Fires of Rubicon – La Recensione
Pro
Stilisticamente è tutto quello che dovrebbe essere un titolo sci-fi.
Altissima personalizzazione e tanta libertà decisionale.
Action estremamente frenetico e furioso, un piacere da giocare.
Contro
La telecamera troppo ravvicinata non aiuta in alcuni frangenti.
L'alta difficoltà potrebbe essere un bell'ostacolo.
Maggior varietà nelle missioni di storia avrebbe giovato.
8.5
Voto