Un piccolo assaggio di Dragon Quest III HD-2D Remake prima della recensione!
Mancano ormai poco meno di due settimane all’arrivo di Dragon Quest III HD-2D Remake, reimagining in chiave HD-2D di uno dei capitoli cardine dell’epopea della serie di Dragon Quest, e a ridosso della sua uscita possiamo raccontarvi, grazie a Square Enix, qualcosa del gioco e del nostro viaggio nelle prime ore di questo attesissimo remake e di alcune delle novità che vi aspetteranno a partire dal prossimo 14 Novembre.
Per chi si sta domandando come mai Square Enix abbia deciso di partire dal terzo capitolo di Dragon Quest per riproporre le origini della serie, Dragon Quest III si piazza cronologicamente come primo episodio della trilogia di Erdrick, che racconta la genesi di uno dei più grandi erioi della mitologia dell’opera creata da Yuji Horii.
E questo capitolo si apre con il protagonista del gioco, che arrivato all’età di 16 anni, deve caricarsi sulle spalle la pesante eredità del padre, morto anni prima e partire per il mondo alla ricerca dell’Ultrademone Padramos e sconfiggerlo per riportare la pace e vendicare la memoria del defunto padre.
Senza soffermarci troppo sul racconto, che sboccerà poi avventurandosi nel gioco grazie anche ad alcuni nuovi contenuti inediti che espanderanno la storia originale, Dragon Quest III HD-2D Remake mostra fin da subito un’attitudine volta a migliorare l’esperienza ruolistica originale che si scontra invece con una struttura, almeno quella iniziale, abbastanza classica e conservativa. Questo ci porterà ad avanzare nella quest principale, accettando senza contraddittorio ogni missione ci verrà affibbiata, viaggiando di città in città. Ma nonostante questo si respira un’aria nuova, più orientata ad agevolare il giocatore nella sua missione, con indicatori ben visibili inchiodati sul prossimo obiettivo, recap del racconto e degli eventi principali che ci guideranno a destinazione.
Anche lato combattimenti la mano santa del “quality of life” cala e rende le battaglie più immediate e snelle, permettendoci di aumentare la velocità delle animazioni, e di settare varie strategie sia per il nostro personaggio che per gli altri membri del party, con la possibilità di lasciargli carta bianca sulle azioni ed attivare una sorta di auto-fight, utilissimo nel caso si voglia spendere un po’ di tempo per livellare il gruppo prima di partire ed affrontare un boss.
Una delle particolarità di Dragon Quest III è la sua composizione del party, che ad esclusione del protagonista, non presenta altri personaggi preconfezionati ma si affida a diversi “mercenari” (soluzione poi ripresa successivamente in Dragon Quest IX: Le sentinelle del cielo) che possono essere assoldati e congedati a piacere, adattando il party a seconda delle esigenze e sfruttando tutti i vantaggi di un job system che nonostante il peso degli anni, offre soluzioni abbastanza versatili.
Alle Vocazioni già presenti nell’originale, come quella del Guerriero, del Mago e del Sacerdote, che sono abbastanza esplicative già dal nome, in questo remake viene introdotta la nuova Domamostri, vocazione presente in Dragon Quest X e che pur non vantando grandi doti magiche, si avvale della possibilità di sfruttare gli attacchi dei mostri contro i nemici, con le abilità avanzate che permettono di sferrare attacchi di gruppo o addirittura rivelarsi fondamentale come curatore. Un bel twist strategico che si inserisce alla perfezione nel sistema di combattimento offrendo qualche possibilità in più e una piccola novità anche a chi negli anni ha consumato il gioco e lo conosce a menadito.
E sempre pensata a loro, e anche ai nuovi giocatori, la possibilità di modificare il livello di difficoltà con i tre selezionabili e modificabili in qualsiasi momento dell’avventura, aumentando la sfida, o rendendola più dolce nel caso dei neofiti dei JRPG.
Un’altra novità che abbiamo avuto modo di “assaggiare” nelle prime ore in compagnia di Dragon Quest III HD-2D Remake è la rinnovata arena dei mostri, che vi permetterà di combattere in una serie di tornei sfruttando alcuni dei mostri che incontrerete nel gioco e con i quali potrete stringere amicizia, in una meccanica simil-Pokémon, o simil-Dragon Quest Monsters per rimanere più a fuoco, e farli scontrare con quelli dei nostri avversari. Un simpatico passatempo, che ci motiverà ad esplorare ogni angolo del mondo alla ricerca di compagni sempre più forti e rari da arruolare nella nostra squadra, fruttando in maniera sinergica la vocazione del Domamostri, le cui abilità ci permetteranno di localizzare con più facilità i mostri.
Fra una novità e l’altra, fra un’aggiunta e una rinnovata è impossibile non spendere almeno due parole anche sul nuovo look di Dragon Quest III, che in questo remake risorge a nuova vita grazie alle bellezze visive dello stile HD-2D.
Del resto il remake arriva per mano del Team Asano e di ARTDINK e, rispettivamente gli autori di Octopath Traveler e di Triangle Strategy, i “padri” di questo retro stile grafico che cerca di riproporre la pixel art dell’epoca però in chiave moderna e tridimensionale, senza però snaturare l’aspetto originale dell’opera. E già da queste prime ore possiamo affermare che siamo probabilmente di fronte al miglior esponente dell’HD-2D, mettendo in scena ambienti ancora più complessi architettonicamente e con un complesso sistema di illuminazione che crea atmosfere uniche soprattutto negli scenari notturni o negli interni.
Il character design dello scomparso maestro Akira Toriyama, non solo viene esaltato dall’uso di questa tecnica ma anche preservato in tutta la sua bellezza, fedele fino all’ultimo pixel. Interessante la scelta di mantenere l’impostazione in “prima persona” dei combattimenti, che pur perdendo qualcosa sul fattore scenografico, è sicuramente un tuffo nel passato e nei ricordi, e uno dei punti saldi di Dragon Quest che nei capitoli moderni è andato via via sparendo.
Il remake di Dragon Quest III porta con sé anche un nuovo adattamento italiano, che mantiene una certa continuità stilistica con quella degli altri capitoli “italianizzati”, con il tipico “marchio di fabbrica” dei dialetti anche qua presenti e che troverete già in una delle prime grandi città che andrete a visitare, Romaria, che ispirata alla nostra Roma, vi strapperà più di un sorriso con un uso massiccio del romanesco parlato dai suoi abitanti.
Abbiamo passato una decina di ore in compagnia di Dragon Quest III HD-2D Remake, e per quanto al momento abbiamo le labbra cucite sul giudizio finale, che arriverà nei prossimi giorni, vi possiamo assicurare che ci siamo esaltati e divertiti durante questo primo assaggio. Le novità ci sono e danno al gioco quella ventata di freschezza che ogni remake dovrebbe avere e l’aspetto grafico rende ogni schermata una piccola opera di pixel art. Vogliamo però addentrarci ulteriormente nella storia, e scoprire cosa hanno in serbo per noi Square Enix, il Team Asano e ARTDINK per rendere veramente unico questo remake e quelli che verranno.