L’avventura di John Marston sbarca finalmente su PC.
Quando si pensa a Rockstar Games, Red Dead Redemption non è certo il primo titolo a venire in mente alla maggior parte dei giocatori. Eppure, nonostante la potenza soverchiante di un marchio come Grand Theft Auto, l’avventura western datata 2010 rimane a distanza di anni uno dei massimi esponenti videoludici di questo genere narrativo. Un’opera capace di vincere più di 106 premi come “Game of the Year”, di raggiungere un punteggio medio su Metacritic del 95% e di superare le sedici milioni di copie vendute. Insomma: quello che si può definire “un successo su tutta la linea”. Successo replicato poi dal suo seguito del 2018. Da quel Red Dead Redemption II in grado di cambiare per sempre il mondo dei videogiochi open world.
Dopo aver conquistato i possessori di PlayStation 3 e Xbox 360, a partire dall’agosto dell’anno scorso il capolavoro di Rockstar è stato pubblicato anche su PlayStation 4 e Nintendo Switch. Una buona mossa, ma che ha tagliato fuori ancora una volta i giocatori PC, che non hanno mai potuto provare con mano le avventure di John Marston. Fino a oggi.
A partire dal 29 ottobre di quest’anno, infatti, Red Dead Redemption è finalmente disponibile anche su PC, chiudendo così un cerchio aperto quattordici anni fa. Nelle scorse settimane abbiamo rimesso mano all’incredibile avventura del team americano, rivivendo sulla nostra pelle emozioni già provate in passato, ma incredibili anche al giorno d’oggi. Ma basteranno queste emozioni per consigliare al pubblico moderno di spendere i circa 50 euro di questo porting? Seguiteci, perché nel corso di questa recensione proveremo proprio a rispondere a questa domanda.
IL FASCINO DEL WEST
Per chi ancora non lo sapesse, la storia di Red Dead Redemption ha come protagonista il già citato John Marston, un ex bandito ritiratosi a vita privata in seguito al tradimenti della sua banda, che lo ha lasciato a terra in fin di vita. La vita di Marston cambia per sempre quando Edgar Ross, leader della sede di Blackwater della Bureau of Investigation (l’agenzia che diventerà poi l’F.B.I.) decide di reclutare il pistolero per fermare i suoi ex compagni. Una proposta dal sapore di ricatto, dato che Ross minaccia di mettere in galera Marston e la sua famiglia nel caso si opponga a quella missione. Ha quindi inizio un caccia all’uomo che permetterà al nostro protagonista di ottenere la libertà e, allo stesso tempo, di vendicarsi di coloro che hanno tentato di ucciderlo.
A distanza di quattordici anni, la trama di Red Dead Redemption è ancora affascinante come in passato. Certo, la struttura delle missioni risente dell’evoluzione ludica dei titoli open world, ma la sceneggiatura scritta da Dan Houser, Michael Unsworth e Christian Cantamessa appassiona, emoziona e stupisce oggi come allora. Lo stesso si può dire della scrittura dei personaggi e dei dialoghi, semplicemente al top per questa tipologia di racconto. Red Dead Redemption ha il sapore dei grandi classici di Sergio Leone, con l’aggiunta del carisma dei film di Quentin Tarantino. Un mix esplosivo, che ci ha conquistati nel 2010 e che ancora oggi ha tutte le carte in regola per appassionare tutti coloro che non hanno ancora avuto occasione di mettere le mani su questo gioiello della storia videoludica.
UN GIOCO D’ALTRI TEMPI
Se narrativamente è ancora un titolo in grado di distinguersi nel mercato videoludico italiano, il gameplay di Red Dead Redemption è inevitabilmente invecchiato negli ultimi quattordici anni. La struttura di gioco, infatti, presenta una gestione delle quest ormai datata. Le missioni principali e secondarie rimangono ben scritte, ma richiedono al giocatore di compiere azioni troppo simili tra di loro, innescando un gameplay loop che, nel 2024, non ha più l’appeal di un tempo. Lo stesso si può dire anche delle ambientazioni da esplorare, che appaiono belle, ma un po’ troppo simili tra di loro. Fortunatamente, però, il gunplay diverte ancora grazie a una gestione delle bocche da fuoco macchinosa, ma realistica. Per non parlare del Dead Eye, in grado di rallentare il tempo per permetterci di colpire al meglio i nostri bersagli. Un’introduzione all’epoca molto gradita e ancora in grado di trasmettere grande soddisfazione al giocatore.
In poche parole: Red Dead Redemption sente inevitabilmente il peso degli anni, ma se siete in grado di contestualizzare cronologicamente questa perla di Rockstar Games vi troverete tra le mani un’opera incredibile. La possibilità di recuperare in un solo pacchetto anche i contenuti usciti successivamente come DLC, con tanto di espansione horror Undead Nightmare è solo la ciliegina su una torta che ha ancora un buon sapore. Una torta, però, dal prezzo abbastanza importante, dato che il titolo viene venduto a circa cinquanta euro, una cifra che può spaventare e che si posiziona poco al di sotto delle grandi uscite moderne. Un prezzo più contenuto ci avrebbe sicuramente fatto più piacere, permettendoci così di consigliare il gioco praticamente a chiunque abbia un computer.
LA PURA POTENZA DEL PC
Red Dead Redemption, su PC, si presenta con una risoluzione 4K, un frame rate che supera di gran lunga i 60 FPS e forte di una serie di feature di supporto come il DLSS il Frame Generation di NVIDIA. Un risultato che non nasconde l’età dell’opera targata Rockstar, ma che permette al titolo di essere estremamente godibile anche al giorno d’oggi. Si tratta di un lavoro di restauro decisamente più curato rispetto a quanto visto lo scorso anno su PlayStation 4. Un lavoro che però è svolto quasi interamente dalla pura potenza del computer, in grado di ammodernare anche giochi risalenti a due generazioni videoludiche fa. Nulla da dire, invece, sul comparto sonoro. La soundtrack realizzata da Bill Elm e Woody Jackson emoziona oggi come nel 2010, dimostrando come il western sia un genere destinato a non invecchiare mai.
LA PASSIONE DI ROCKSTAR
Come segnalato in apertura, Red Dead Redemption non è certo il primo titolo al quale pensiamo quando tiriamo in ballo Rockstar Games. La verità, però, è che Red Dead Redemption è la dimostrazione del desiderio del team americano di andare al di là di GTA. La dimostrazione della loro volontà di creare un open world dalla narrativa solida e caratterizzato da un mondo vivo e appassionante. È vero: questo mondo risente inevitabilmente del passare degli anni, ma rimane ancora oggi un’opera imprescindibile per chiunque ami i videogiochi. Poco importa se il gameplay è ridondante e se tecnicamente mostra qualche ruga. Red Dead Redemption è un’opera maestosa che tutti, almeno una volta nella vita, dovrebbero giocare. Al massimo, se il prezzo vi spaventa, mettetelo in wishlist e aspettate il primo calo di prezzo. Non ve ne pentirete.