Skeleton Crew è qualcosa di diverso nell’universo di Star Wars che si discosta (almeno per il momento) dalla saga degli Skywalker.
Non è stato un anno molto roseo per le serie live action di Star Wars. Dopo il rinvio della stagione 2 di Andor al prossimo anno, questo 2024 doveva contare solamente sulle nuove produzioni, oltre che la conclusione di The Bad Batch. Ma le avventure della Clone Force 99 fanno storia a sé, essendo animate, e la concentrazione del grande pubblico si è rivolta completamente ai prodotti live action.
The Acolyte ha voluto riscrivere il canone, facendo arrabbiare più di una manciata di fan, oltre a proporre una storia che non aveva né capo né coda e motivazioni imbarazzanti per i propri protagonisti. Capisco quindi chi guarderà Skeleton Crew con sospetto, con pregiudizi più che giusti su questo nuovo prodotto ambientato nell’universo di Star Wars.
Disponibile da questa notte su Disney+ con i primi due episodi, Skeleton Crew prova a fare qualcosa di nuovo nell’universo di Star Wars. Per la prima volta in una serie live action di Star Wars abbiamo come protagonisti quattro bambini, certo, alle loro spalle c’è un mostro di bravura come Jude Law, ma è comunque qualcosa di nuovo. Ho visto i primi tre episodi in anteprima, scopriamo insieme cosa ci aspetta da Skeleton Crew.
La trama di Skeleton Crew
Wim (Ravi Cabot-Conyers) vive solo con il padre, e passa le giornate a studiare e a pensare alle leggende dei Jedi. Favole per bambini continua a ripetergli il padre, rimproverandolo di non concentrarsi a dovere negli studi. Il giorno di un esame importante, Wim perde il treno-bus che lo deve portare a scuola, e decide quindi di prendere una scorciatoia passando per la foresta. Qui incapperà in una astronave sepolta e, con l’aiuto di altri tre ragazzini, riuscirà a entrarci. Il tutto va presto a rotoli, e l’astronave prende il volo portando i quattro ragazzini nello spazio profondo, insieme al droide mezzo rotto SM 33 (Nick Frost). Arrivati a uno spazio-porto pieni di pirati, i quattro cercheranno informazioni per poter tornare a casa, scoprendo una verità insolita sul loro pianeta natale.
Ad aiutare i quattro protagonisti c’è il personaggio di Jude Law, capace di utilizzare la forza e subito riconosciuto da Wim come Jedi. Ma c’è un alone di mistero che circonda i ragazzi e il loro pianeta, che spero venga esplorato come si deve e non si perda su sé stesso nei prossimi episodi. L’unica remora che mi ha lasciato narrativamente questo trittico di puntate è l’ambientazione durante lo stesso periodo di The Mandalorian. Avrei approfittato dello stacco dei protagonisti per slegarmi completamente dagli Skywalker, raccontando qualcosa anche più lontano nel tempo.
Qualcosa di diverso
Riallacciandoci al discorso iniziale, capisco se dopo la scottatura ricevuta da The Acolyte parte del pubblico non si avvicinerà a Skeleton Crew, ma non me la sento di bocciare il lavoro fatto da Jon Watts con questa nuova serie. La sensazione di vedere una serie dedicata ai Goonies nello spazio è onnipresente, ed è qualcosa che nell’universo live action di Star Wars mancava. In lingua originale il cast sembra ben ammalgamato e i giovani attori risultano convincenti tanto quanto Jude Law, che ruba la scena ogni qualcvolta si trova al centro dello schermo. Straordinario come l’attore riesca a immergersi nell’universo di Star Wars come se fosse sempre stato presente, nonostante si tratti di un personaggio completamente nuovo.
Ovviamente, tutto può ancora cambiare nelle prossime settimane, e questa è solamente un’opinione parziale basata su questo scoppiettante inizio fuori dagli schemi. La speranza è che, a differenza di quanto fatto da Leslye Headland con The Acolyte, Jon Watts non voglia riscrivere le regole del franchise per il suo gusto personale, andando invece a raccontare davvero qualcosa di inedito. Certo, si sarebbe potuto staccare del tutto dalla time line degli Skywalker, ma vedremo con i prossimi episodi se ci saranno ripercussioni sulle avventure di Wim e compagni.