I fantasmi di Phasmophobia sono pronti ad infestare le vostre console!
Ci sono dei giochi che istantaneamente riescono a definire un genere, dando via a veri e propri fenomeni. Fra questi spicca sicuramente Phasmophobia, avventura horror cooperativa diventata virale su Twitch, che grazie alle sue atmosfere spettrali permette ad un gruppo di amici di andare a caccia di fantasmi. Un’esperienza decisamente unica che ha aperto la strada a cloni più o meno riusciti e tante variazioni sul tema.
A distanza di 4 anni Phasmophobia sbarca finalmente su console, andando finalmente a colmare un vuoto che, proprio sulle piattaforme casalinghe fatica a proliferare.
Come sarà andata questa prova su console? Siamo sopravvissuti e pronti a raccontarvela!
Versione testata: PlayStation 5
Per quanto giocabile anche in solitaria, Phasmophobia è un’esperienza da godersi al 100% in compagnia di amici con i quali condividere le gioie e gli spaventi di questa caccia ai fantasmi. L’idea alla base di Phasmophobia è quanto di più semplice, ma al tempo stesso geniale, si possa trovare: si sceglie uno scenario, solitamente una casa infestata, ma anche una scuola o una prigione, ci si spartisce gli strumenti di ricerca e si irrompe all’interno dell’abitazione alla ricerca di indizi che possano aiutarci ad identificare quale malignità stiamo affrontando. Qua dovremo affinare i nostri sensi, cercando di stare attenti ad ogni dettaglio, come oggetti che si muovono o suoni inaspettati.
Per trovare le prove necessarie per identificare l’entità avremo a disposizione tutta una serie di strumenti per scovare eventi paranormali, come videocamere con la visione notturna, lampade ad infrarossi, termometri per misurare la temperatura dell’aria e riscontrare anomalie, e lettori di campi magnetici per identificare eventuali interazioni di un fantasma. Non potendo portare con noi più di tre strumenti diversi per volta è qua che l’elemento collaborativo scende in campo dove cooperazione e comunicazione sono fondamentali per la buona riuscita della missione, scambiandoci dati, risultati ed idee per identificare il tipo di fantasma.
Completando le missioni e salendo di livello si potrà accedere ad un inventario sempre più ampio, con equipaggiamenti avanzati con più funzioni o più precisi nello scovare i preziosi indizi. Da questo punto di vista però Phasmophobia presenta una crescita del personaggio abbastanza lenta, spingendo a giocare missioni su missioni pur di salire di livello. Basti pensare che per incrementare il livello di difficoltà bisogna prima raggiungere il livello 10, il che si traduce in un bel po’ di gavetta fatta cacciando i fantasmi. Non è nemmeno un gioco facilissimo e soprattutto per i nuovi arrivati le prime partite andranno un po’ a tentativi nel caso non si abbia in squadra qualche amico più navigato che ci guidi nei vari compiti, laddove nel tutorial sembrava tutto maledettamente più semplice. Ma anche in questo caso il trial & error fa parte dell’esperienza, ed è giusto godersi pure le missioni andate male. A spingere sul fattore rigiocabilità troviamo anche una serie di missioni con reset a tempo, da completare per ottenere qualche bonus ed avanzare con più rapidità nella scalata al livello, così come eventi stagionali e in generale una serie di missioni con diverse variabili che difficilmente vi capiterà di trovarne due simili nel breve periodo.
L’elemento difficoltà viene poi stabilito dalla barra della sanità mentale. Avanzando nel gioco e sbloccando i livelli di difficoltà più alti ci saranno più occasioni nella quale la nostra sanità verrà messa a dura prova, non solo dagli elementi ambientali (ad esempio restare troppo al buio farà calare velocemente la barra) ma anche dagli eventi scatenati dal fantasma e dalle sue abilità. In caso la nostra salute sia a rischio è possibile agire con alcuni rimedi calmanti per recuperare un po’ di sanità.
In caso non si abbiano amici a disposizione Phasmophobia mette a disposizione un pratico matchmaking che permette di creare delle lobby personalizzate con le quali cercare altri giocatori grazie al filtro per la lingua, così da poter comunicare in libertà con gli altri giocatori, requisito fondamentale per la buona riuscita del gioco. Nonostante su console arrivi con estremo ritardo rispetto alla controparte PC, per farsi perdonare gli sviluppatori hanno integrato fin da subito il cross-play fra le varie versioni di gioco, così da unire la community e permettere ai giocatori console di unirsi magari agli amici che già giocano da tempo su PC.
Quello che non ci ha fatto troppo impazzire di questo porting su console è lo schema dei comandi, settato di base in maniera poco intuitiva rispetto al gioco con mouse e tastiera. Fortunatamente però è presente l’opzione per rimappare i tasti del pad, magari per settare il tutto in maniera più naturale e vicina allo schema di un FPS. Sempre rispetto alla controparte PC qua perdiamo i comandi vocali, sostituiti da alcuni preset selezionabili attraverso la pressione di un tasto, probabilmente eliminati data l’impossibilità di gestire la cattura del microfono su due fonti diverse.
Graficamente Phasmophobia si presenta come un gioco strutturato in maniera abbastanza basilare mettendo in evidenza la sua natura indie. Diciamolo, non il suo selling point. Ma nonostante appaia tutto abbastanza grossolano nella realizzazione con ampi margini di miglioramento, a rendere il “magico” il gioco è la sua atmosfera orrorifica e i giochi di luce che rendono ogni esperienza abbastanza traumatica nonostante dopo ore di gioco si sappia cosa sta per succedere. I fantasmi agiranno tramite jump scare quando meno ce lo aspettiamo, l’audio ci mette del suo con rumori improvvisi o voci sibilline che ci sussurreranno qualcosa all’orecchio. La tensione è sempre palpabile, e bisogna stare attenti nella gestione delle luci della casa per non incorrere in un sovraccarico che rischia di sfociare in un black-out, e a quel punto addio sanità mentale.
Insomma siamo ben lontano da un capolavoro grafico, tuttavia la condivisione di un esperienza del genere colma certe lacune, facendo passare tutto in secondo piano a vantaggio del divertimento e del coinvolgimento.
Phasmophobia arriva con tremendo ritardo su PlayStation 5 e Xbox Series X|S ma finalmente anche i giocatori console possono divertirsi con una delle esperienze cooperative più riuscite degli ultimi anni. Tralasciando un comparto grafico che può essere migliorato (anche se dubitiamo che questo avvenga, almeno non nell’immediato) dove il gioco è inattaccabile è sul fattore divertimento, dove viaggia su livelli decisamente alti. È doveroso giocarlo in gruppo, pena la perdita di quell’elemento di condivisione che fa funzionare il tutto, ma grazie al matchmaking è possibile trovare altri giocatori disposti ad accompagnarci in questa caccia al fantasma. Ben gradito anche il cross-play, per unire le due community di giocatori sotto un unico tetto e far crescere il gioco più di quello che non abbia ancora fatto in questi anni. Ah, per la cronaca, Phasmophobia è ancora in early access, anche su console, il che fa ben sperare sul supporto del gioco nei prossimi mesi con tanti nuovi contenuti e nuove entità da identificare.