La primavera porta romanticismo anche al cinema con Your Eyes Tell, un teen drama giapponese su amore e redenzione. Ottime interpretazioni, estetica curata e colonna sonora delicata, ma con un finale agrodolce.
La primavera è in pieno fermento e con sé, oltre al bel tempo, porta anche il romanticismo. I raggi del sole del mattino, il tiepido caldo delle belle giornate alternato ai classici acquazzoni di aprile sono elementi caratteristici di questo periodo rendendo l’atmosfera ricca di dolcezza e serenità. Questo lo sanno anche le case di produzione cinematografica e i distributori che arricchiscono i cataloghi di alcune delle produzioni romantiche più interessanti dell’anno. Non a caso, il 7, 8 e 9 aprile grazie ad Adler e Dynit, uscirà al cinema il teen drama giapponese Your Eyes Tell. Fa parte dell’etichetta I Love Japan, che porta in Italia le produzioni che in Giappone hanno avuto grande successo, ma qui sono ancora inedite. Al riguardo noi vi abbiamo già recensito L’Attacco Dei Giganti – Il Film – Parte 1 e Parte 2 e Let Me Eat Your Pancreas.
Una trama dolce ottimamente interpretata da due star giapponesi
Your Eyes Tell è una reinterpretazione giapponese del 2020 del film sudcoreano Ojik geudaeman conosciuto anche come Always e uscito invece 10 anni prima. Il film esplora il delicato equilibrio tra lo scopo personale e la consapevolezza di sé, un obiettivo che chiunque cerca di perseguire nella vita. I protagonisti sono Rui, un ex detenuto e kickboxer che cerca di redimersi dagli errori commessi durante la vita, e Akari, una donna che ha perso la vista in un tragico incidente d’auto. I due si incontrano per caso mentre Rui lavora come parcheggiatore in un garage, e la loro amicizia si trasforma lentamente in amore, anche se non sanno ancora che il loro incontro non è stata solo una felice coincidenza.
A un certo punto, il passato di Rui torna a bussare alla sua porta, sotto forma di Kyosuke Sakuma, il suo vecchio superiore nella yakuza, che riemerge con intenzioni tutt’altro che pacifiche. Questo incontro rischia di spezzare il delicato equilibrio che Rui ha faticosamente costruito, mettendo in pericolo non solo la sua pace interiore, ma anche il suo futuro con Akari. A rovinare i piani ci pensa anche un turbolento passato che vede l’incidente di Akari molto vicino alla vita tenebrosa di Rui.
I protagonisti sono interpretati da due grandi attori nipponici, Ryusei Yokohama e Yuriko Yoshitaka. Da noi non sono molto conosciuti, tuttavia in Giappone sono delle vere star con numerosi progetti e premi alle spalle tra cinema, televisione e teatro. Nei ruoli di Rui e Akari, questi due attori mostrano una straordinaria abilità nell’interpretare il vero romanticismo, con una dolcezza rara e spesso trascurata in pellicole dello stesso genere. Le loro interazioni, come un tocco leggero alla mano, una carezza sul viso, un abbraccio di sollievo, non risultano mai forzate, imbarazzanti o fuori contesto. Al contrario danno la sensazione che i due attori siano realmente innamorati di ogni gesto e scelta dell’altro, con un realismo molto particolare. Ryusei Yokohama ha perfezionato lo sguardo malinconico al punto da far sentire quel vuoto anche a chi guarda. Ogni momento di desiderio lascia il cuore colmo di emozione.

Yuriko Yoshitaka regala un’interpretazione intensa e sfaccettata, portando sullo schermo un’Akari che nasconde la propria fragilità dietro un sorriso costante. La sua positività non è ingenua, ma una scelta consapevole per affrontare le difficoltà della vita. Rui, d’altra parte, è intrappolato in un passato doloroso e in una colpa che lo consuma, incapace di concedersi la possibilità di essere felice. Il loro viaggio emotivo li porta a riconoscere che la vera forza non sta nel dimenticare il passato, ma nell’accettarlo e nel trovare il coraggio di andare avanti. Rui e Akari si scoprono complementari: lui impara a guardare avanti senza paura, mentre lei comprende che non deve affrontare tutto da sola. Il loro amore non è una fuga, ma una rinascita, un nuovo inizio costruito sulla comprensione e sulla fiducia reciproca ed è così che le loro ferite diventano parte della loro bellezza, rendendoli più forti e pronti a vivere insieme il futuro incerto.

Nonostante i suoi numerosi punti di forza, la trama ha una piccola pecca: la costruzione del background e del mondo intorno ai personaggi è un po’ carente. In più di 2 ore di film, c’era spazio per esplorare meglio il passato di Rui nella yakuza e il legame con il dojo di kickboxing. Inoltre, il finale, pur dolce ed emozionante, lascia il desiderio di sapere di più sul futuro della coppia.
Visivamente intrigante e colonna sonora ben gestita
Oltre alla trama e ai personaggi, anche l’aspetto tecnico è inaspettatamente ricco e ben definito, insolito per una pellicola del genere romantico. Ogni inquadratura è sfruttata al massimo, senza inutili virtuosismi, con una palette cromatica che oscilla tra tonalità calde e fredde, permettendo alla scena di trasformarsi rapidamente in base alle emozioni contrastanti dei protagonisti. Quest’ultimo aspetto è ciò che rende Your Eyes Tell originale e intrigante, perché capita spesso di vedere due scene che in parallelo alternano ombra e luce, creando un meraviglioso contrasto visivo che riflette le complessità emotive dei personaggi. Ad esempio, c’è un momento in cui Akari considera il loro incontro una benedizione, mentre Rui lo vede come una maledizione e questa dualità visiva enfatizza la profonda divergenza nelle loro percezioni della vita e del loro stesso rapporto.

Anche la colonna sonora è semplice e mai invadente. A differenza di altri film che ripropongono continuamente la stessa canzone, Your Eyes Tell rende giustizia all’omonimo brano principale dei BTS, usato con parsimonia nei momenti più memorabili, evitando un’accozzaglia caotica e ripetitiva.
Conclusioni
Your Eyes Tell, nonostante appartenga a un genere piuttosto comune, riesce comunque a distinguersi grazie alla sua carica emotiva. Non è un film straordinario per la sua originalità, né per la trama che è semplice e prevedibile, ma riesce a toccare corde profonde grazie ai suoi temi di perdono, accettazione e speranza. I personaggi ben rappresentati, l’ottima estetica visiva e un sapiente uso della colonna sonora, permettono di rappresentare con grazia due individui che muovono i primi passi verso una vita luminosa e piena di speranza. Tuttavia, come la luce del sole di una mattina primaverile, alla fine lascia con un piccolo amaro di incompletezza e la voglia di sapere qualcosa in più.