Bleach: Rebirth of Souls, la Recensione

Bleach: Rebirth of Souls si divide a metà tra buone idee e anacronismo tecnico

Bleach è sicuramente ricordato dagli amanti dei manga, come uno della top 3 di Shonen Jump degli anni 2000, al fianco di Naruto e One Piece. A quasi dieci anni dal finale, e con la nuova stagione animata attualmente in corso su Disney+, Ichigo e soci tornano anche su console con Bleach: Rebirth of Souls. Disponibile dal 20 marzo su PlayStation, Xbox e PC, e sviluppato da Tamsoft (Senran Kagura), Rebirth of Souls ripropone le prime saghe del manga di Tite Kubo in salsa picchiaduro. Scopriamo assieme quindi pregi e difetti di Bleach: Rebirth of Souls in questa recensione.

Versione testata: PlayStation 5

La trama di Rebirth of Souls ripercorre tutta la guerra contro Aizen, dall’ottenimento dei poteri di Ichigo fino alla battaglia dell’Hueco Mundo, con conseguente scontro in città. Purtroppo, o per fortuna, mancano le ultime due saghe, che potrebbero essere aggiunte in un futuro dlc o in un sequel. Ogni arc è diviso in diversi capitoli, e ripercorre gli eventi di Bleach con dialoghi e filmati. Questi si alternano tra CGI di gioco e disegni in 2D, ma sono abbastanza fedeli, soprattutto nei bivi segreti che sbloccheranno storie secondarie per altri personaggi, tra cui Rukia, Byakuya, Aizen stesso o Grimmjow.

Il doppiaggio giapponese riprende tutte le voci dell’anime mentre i testi del titolo sono, come accade sempre più spesso, adattati completamente in italiano, mantenendo le traduzioni del manga. La modalità storia dura una ventina d’ore con obiettivi molto simili e che, una volta imparato il gameplay, saranno completabili senza troppi problemi.

A colpi di spada

Passando al gameplay vero e proprio, Rebirth of Souls fa qualcosa di diverso. Ogni personaggio ha 9 barre della vita (Konpaku), e bisognerà toglierle tutte per poter vincere. Per poter intaccare i Konpaku bisognerà ridurre un’ulteriore barra (Reishi), così da accedere a quella della guardia e poter poi sferrare un colpo letale. Subendo danni si avrà accesso a trasformazioni e power up unici, che possono togliere più barre ai nemici. Il sistema è molto divertente, e permette di ribaltare i match grazie alle abilità personali dei personaggi. Inizialmente gli scontri sembrano infiniti ma, una volta capito come togliere più barre all’avversario, la durata del singolo match diventa comprensibile.

È possibile poi equipaggiare i nostri personaggi con 4 sfere speciali, ognuna dedicata a una delle statistiche, che ci forniranno power up passivi per poter infliggere o subire meno danni dai nemici.
Ogni singolo personaggio di Bleach Rebirth of Soul può poi evolversi, trasformandosi in un guerriero più potente oppure attivando il potere della propria spada proprio come succede nell’opera di Tite Kubo. Ovviamente ogni potere è diverso dall’altro e questo aumenta nettamente la rigiocabilità del titolo, con 32 personaggi tra umani, shinigami, arrancar ed extra. Dal punto di vista della varietà Tamsoft ha fatto un ottimo lavoro.

Ovviamente Bleach: Rebirth of Souls si scontra con l’ostacolo onnipresente di questi giochi: il bilanciamento. Personaggi nettamente più forti di altri, capaci di ribaltare ogni singola sfida contro alcuni decisamente troppo lenti e che verranno presto panchinati. Non è comunque un gioco votato al competitivo, anche se gli sviluppatori hanno già confermato di essere al lavoro su una modalità classificata.
Purtroppo, anche volendo chiudere un occhio sul bilanciamento, Bleach: Rebirth of Souls ha un netcode osceno, oltre che un comparto online decisamente meno popolato del previsto. E purtroppo arrivando così incompleto sul mercato è impossibile non dare peso a questo difetto.

Il lato tecnico poi è visibilmente indietro di una generazione. Gli ambienti sono spogli (come nel manga) ma anche i modelli poligonali dei personaggi non sono tra i migliori. Alcuni hanno persino dei placeholder quando si cambiano i costumi, come il cappello di Urahara o le frecce di Ishida. Un vero peccato che il ritorno di Bleach nel panorama videoludico si debba scontrare con così tanti (forse troppi dossi).

Bleach Rebirth of Souls è diviso in due, proprio come il protagonista del manga di Tite Kubo. Da un lato c’è una modalità storia che ripercorre le prime saghe in maniera quasi pignola, con gli stessi dialoghi e quasi tutti gli scontri, principali e secondari. Dall’altra l’offerta si ferma lì, con una modalità online spoglia (anche se presto arriveranno le ranked) e un comparto tecnico davvero altalenante, incapace di reggere il confronto con altri esponenti del genere. Tamsoft si è già messa al lavoro per migliorare alcuni aspetti di gameplay, e una grossa patchè uscita lo scorso 4 aprile quindi, con molta probabilità, tra qualche mese il titolo sarà diverso. Bleach Rebirth of Souls è consigliato solo agli irriducibili fan del manga amanti dei picchiaduro, grazie a un paio di idee lato gameplay che potrebbero lasciarvi un segno (o purtroppo allontanarvi del tutto).

Bleach Rebirth of Souls è disponibile su PlayStation 5, Xbox e PC dal 20 marzo.

Bleach: Rebirth of Souls, la Recensione
Pro
Ogni personaggio ha abilità uniche
Modalità storia fedele...
Contro
... ma non completa
Lato tecnico molto sporco
Poche modalità di gioco
Netcode criminale
7.3
Voto