Assassin’s Creed Shadows approda sul mercato con una grande responsabilità: dimostrare al pubblico che, nonostante gli errori, Ubisoft è una software house in grado di creare videogiochi di valore.
Negli ultimi anni Ubisoft ha vissuto un periodo di forte impopolarità, al quale hanno fatto seguito dei dati di vendita per nulla incoraggianti. Una discussione nata e cresciuta nel web, ma che ha poco a che fare con la reale qualità dei videogiochi sviluppati da Ubisoft. Dopotutto è innegabile che Prince of Persia: The Lost Crown sia un ottimo metroidvania, esattamente come Star Wars Outlaws e Avatar: Frontiers of Pandora sono due validissimi tie-in, meritevoli di attenzione soprattutto nel caso siate fan dei rispettivi franchise. Insomma, è proprio il caso di dirlo: negli ultimi anni Ubisoft ha sofferto del pregiudizio dell’internet. Di critiche fatte da persone che non solo non hanno giocato alle succitate opere, ma che poi si trovano a elogiare titoli dalla medesima qualità (se non peggiore) sviluppate da differenti software house. È proprio in questo contesto che si posiziona Assassin’s Creed Shadows, ultimo capitolo di una saga apprezzata da milioni di giocatori. Giocatori che da molto tempo chiedevano un episodio ambientato in Giappone e che, finalmente, sono stati accontentati.
Prima di lasciarvi alla nostra recensione, preferiamo far tirare ai nostri lettori un sospiro di sollievo: le avventure di Naoe e di Yasuke sono la prova del fatto che Assassin’s Creed sia ancora la punta di diamante di Ubisoft. Un’opera vasta, sontuosa e che, pur senza tradire i canoni della saga o del genere di appartenenza, ha saputo bilanciare innovazione e tradizione. Se siete curiosi di sapere quali siano stati gli elementi a colpirci e quali a lasciarci interdetti, non dovete far altro che procedere nella lettura.

UN GRANDE CLASSICO
La storia ha inizio nel Giappone del 1579, in un periodo che vede il celebre Oda Nobunaga tentare di unire l’intero Paese sotto un’unica bandiera. Nel bel mezzo del caos generato da alleanze e rivalità tra le varie regioni, i portoghesi sono approdati ormai sulle coste del Sol Levante e hanno iniziato a diffondere il credo cristiano e le prime armi da fuoco, sovvertendo gli equilibri di una terra già in subbuglio. È qui che facciamo la conoscenza di Yasuke, abile guerriero di Nobunaga che prende parte all’invasione della provincia di Iga, da tempo rivoltosa e pronta a battersi contro il dominio del daimyo. Dall’altra parte della barricata troviamo Naoe, una ragazza che vede il proprio paese invaso e che si troverà presto coinvolta in una guerra più complessa di quanto non possa sembrare inizialmente.
Da questo incrocio di eventi ha inizio una storia dal sapore classico vede Yasuke e Naoe unire le forze per affrontare un nemico più grande. Un nemico misterioso che striscia nell’ombra e che dovrà far fronte alla sete di vendetta dei due protagonisti di Assassin’s Creed Shadows.
Uno dei più grandi pregi della nuova fatica targata Ubisoft sta proprio nella scrittura di Naoe e Yasuke. La prima sembra uscita da uno dei capitoli migliori della saga degli Assassini, con una storyline che ci ha ricordato quella di Ezio Auditore. Il secondo, invece, è la perfetta incarnazione del giocatore, che si trova catapultato in un mondo ricco di tradizioni affascinanti e di uno stile di vita molto lontano da quello occidentale. Entrambi i protagonisti vengono approfonditi nel corso del racconto, risultando tra i più riusciti dell’intera serie. Proprio il tanto criticato Yasuke, inoltre, ne esce a testa alta, dimostrando la consapevolezza (e la capacità) di Ubisoft nel gestire un personaggio non convenzionale in un contesto storico largamente utilizzato negli ultimi anni.

TWO IS MEGLI CHE UAN
Nel corso delle (almeno) quaranta ore di gioco necessarie a raggiungere il finale, Assassin’s Creed Shadows è riuscito all’intento di non annoiarci mai. O quasi. Il punto di forza è ancora una volta la varietà dei due personaggi giocabili. Naoe vanta numerose abilità per avvicinare in modo furtivo i vari nemici, abbattendoli con precisione oppure attraverso diversi strumenti letali. Yasuke, al contrario, è una sorta di carro armato su due gambe, capace di affrontare a testa alta anche gruppi composti da numerosi avversari. Si tratta di due approcci molto diversi, me in entrambi i casi appaganti. Ora dopo ora si impara sempre più ad alternare i personaggi, capendo quando sfruttarli al meglio per raggiungere i propri obiettivi. Insomma: Shadows fa quello che voleva fare anni fa Assassin’s Creed Syndicate, ma molto meglio.
Impossibile poi non rimanere sorpresi di fronte al miglioramento del combat system, che ora ha assunto un tono più tecnico, pur rimanendo estremamente accessibile. Noi abbiamo affrontato l’intera avventura al livello di difficoltà più elevato, trovando questa scelta perfetta per coloro che vogliono sfruttare appieno le meccaniche di gioco. Nel nostro caso, infatti, bastavano pochissimi colpi per mandare al tappeto Naoe, costringendoci a soluzioni differenti o a fare di tutto per evitare i combattimenti inutili. In attesa di un livello di difficoltà ancora superiore (che Ubisoft ha confermato essere in arrivo) vi consigliamo quindi di seguire il nostro approccio. In questo modo potreste riuscire a godervi maggiormente un titolo che, altrimenti, rischia di essere un po’ troppo facile.

UN MONDO TUTTO DA ESPLORARE
Se siete stanchi delle missioni secondarie viste in Odyssey o in Valhalla, sappiate che Shadows riporta la serie su binari più coerenti. È vero: sono presenti comunque delle quest che donano varietà al tutto, ma la maggior parte delle richieste da parte dei vari PNG vi porterà a dover trovare determinate prede e a porre fine alla loro vita. Una trovata che sicuramente ci ricorda il motivo per cui la saga si intitola “Assassin’s Creed”, ma che in alcuni momenti presta il fianco a una certa ripetitività. Fortunatamente, però, la mappa di gioco non risulta troppo vasta e, soprattutto, non finisce per assomigliarsi come accaduto in Assassin’s Creed Valhalla. Esplorare le nove regioni del gioco è un piacere non solo per gli occhi, ma anche per l’ottimo level design. Un risultato che rende l’ultima fatica di Ubisoft una delle migliori rappresentazioni del Giappone mai viste in un videogioco.
Siamo rimasti molto colpiti anche dalla libertà concessa al giocatore nel fruire l’intera avventura. Non solo i Punti di Sincronizzazione ora richiedono che il giocatore si guardi attorno per evidenziare le zone d’interesse, ma anche l’intero menù delle missioni è stato completamente ridisegnato. Il classico “diario” è stato sostituito da una sorta di enorme grafico delle relazioni, che segnala gli obiettivi da uccidere e i PNG con i quali interagire. Un netto passo avanti rispetto al passato, che rende la ricerca di ogni missione una sorta di piccola indagine da risolvere.
Un plauso anche alla gestione del proprio rifugio, personalizzabile nell’estetica e nel “gameplay”, dato che in base ai potenziamenti che decideremo di fare otterremo dei vantaggi da sfruttare in azione. L’ennesima buona intuizione di un titolo che, senza introdurre nulla di nuovo, perfeziona quanto visto in passato e si posiziona tra i migliori capitoli della saga Ubisoft.

IL PREGIO DELLA CALMA
Ammettiamolo: molti giochi dovrebbero subire un paio di posticipi per arrivare al lancio puliti quanto Assassin’s Creed Shadows. A parte qualche bug di poco conto (come la colonna sonora che scompare, per poi ricomparire pochi istanti dopo), nel corso delle nostre decine di ore non abbiamo trovato alcun problema, godendoci l’intera avventura in tutta la sua magnificenza. Questo perché Assassin’s Creed Shadows è un vero piacere per gli occhi. I modelli dei personaggi ci hanno colpito per il loro dettaglio (soprattutto durante i filmati) e le animazioni di movimento e combattimento risultano decisamente migliorati rispetto al passato. Ma è negli ambienti che si rimane a bocca aperta.
Esplorare il Giappone di Ubisoft è un tripudio di colori e di elementi in movimento in grado di rendere i paesaggi davvero mozzafiato. Stare nel bel mezzo di una foresta durante una tempesta è stata una delle esperienze più immersive provate in un open world negli ultimi anni. Una sensazione potenziata anche dal cambiamento delle stagioni, che rende il mondo dinamico e vivo, costringendo il giocatore ad approcciare le situazioni in modi diversi. La neve ci renderà più silenziosi, la pioggia ridurrà il campo visivo dei nemici e così via. Insomma: una chicca che abbiamo davvero apprezzato sia da un punto di vista ludico, che da quello prettamente estetico.
MUSICA PER LE NOSTRE ORECCHIE
Molto convincente anche il comparto sonoro. The Flight è infatti riuscito a prendere le sonorità del Giappone e a contestualizzarle nei toni di Assassin’s Creed. Se le musiche risultano spesso coerenti con l’elemento storico, sono altresì apprezzabile i vari momenti di “follia” inseriti nella soundtrack. Si passa da un mix di musiche giapponesi e africane per alcune sezioni di Yasuke, per passare al rock nipponico per altre missioni di Naoe. Il risultato è tanto straniante quanto brillante.
Lo stesso si può dire del doppiaggio italiano, che vanta il sempre più bravo Francesco Rizzi nei panni del samurai e la fantastica Chiara Leoncini in quelli della shinobi. Chiara è riuscita a dare a Naoe la furia necessaria nel perseguire la sua missione, mentre Francesco nel bilanciare rabbia e calma di un guerriero dal grande cuore. Un risultato che, insieme alle altre grandi voci, conferma la cura riposta da Ubisoft in questo ambito.
MIZU NI NAGASU – L’ACQUA LAVA VIA
Il proverbio giapponese “L’acqua lava via” potrebbe essere il riassunto perfetto per questa recensione di Assassin’s Creed Shadows. Il significato è quello di “perdonare e dimenticare”. Di andare avanti. Questo è quello che dovrebbero fare i detrattori di Ubisoft, che accusano l’azienda di non essere più quella di un tempo. Shadows è la dimostrazione di come, in realtà, la software house francese non se ne sia mai andata. Di quanto Ubisoft sia in grado ancora oggi di conquistare gli amanti dei GDR open world. Al di là di alcune problematiche, come la mania di gigantismo tipica di questo genere, siamo di fronte a uno dei migliori episodi del franchise. Un titolo che prende quanto di buono fatto con Assassin’s Creed Origins, Odyssey e Valhalla e lo mette insieme. Se siete fan di Assassin’s Creed probabilmente avrete già messo le mani su Shadows, se lo avete amato, ma la serie vi ha stufato, questo potrebbe essere il titolo che vi farà innamorare di nuovo della saga. Se non vi è mai interessato nulla del conflitto tra Assassini e Templari, invece, non cambierete di certo idea con le avventure di Naoe e Yasuke. In ogni caso, Assassin’s Creed Shadows è un grande gioco e tutti gli appassionati del Giappone e degli open world dovrebbero dargli una possibilità.