Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition – La Recensione

Xenoblade Chronicles X

Xenoblade Chronicles X arriva finalmente su Nintendo Switch nella sua forma definitiva!

Nel corso degli anni la saga di Xenoblade è riuscita ad imporsi al grande pubblico, diventando per le console Nintendo una serie riconoscibile e una delle più rappresentative del panorama JRPG moderno. Dopo aver accolto la versione definitiva del primo capitolo uscito su Wii, e successivamente su New Nintendo 3DS, ora che la trilogia era completamente disponibile su Nintendo Switch mancava all’appello proprio uno dei capitoli più discussi e controversi dell’intera serie, Xenoblade Chronicles X, che staccandosi dalle avventure di Shulk & Co, proponeva tutt’altro setting e tematiche.

La voglia di rivedere anche questo capitolo “dimenticato” di Xenoblade era alta, tanto da diventare oggetto di predizioni e speranze ad ogni annuncio di un nuovo Nintendo Direct, che finalmente si sono concretizzate lo scorso Ottobre, dove totalmente a sorpresa Nintendo ne annunciava l’arrivo su Nintendo Switch. Un ultimo canto del cigno prima di dare il benvenuto alla nuova e promettente console di casa Nintendo.

La particolarità di Xenoblade Chronicles X sta nel racconto e nei presupposti che ci spingeranno a vivere questa “nuova” avventura ai confini dell’universo.
Nell’anno 2054 la Terra viene attaccata da una sconosciuta razza aliena, obbligando gli umani sopravvissuti ad organizzarsi per lasciare il proprio pianeta prima della sua distruzione, cercando nello spazio infinito una nuova casa che li ospitasse. Dopo 2 anni di viaggio la nave interstellare Balena Bianca si schianta su un pianeta ribattezzato Mira, un probabile candidato per il progetto terrestre di colonizzazione spaziale.

Purtroppo però nell’impatto su Mira l’astronave si danneggia fortemente perdendo parti importanti del suo carico e rendendo la vita sul nuovo pianeta più dura del previsto. Ed è qua che entriamo in gioco noi.
Dopo che saremo stati salvati da Elma, uno dei capisquadra del gruppo BLADE che si occupa della sicurezza e della sopravvivenza su Mira, verremo condotti a Neo Los Angeles, l’unità abitativa che offre riparo agli umani e sede del governo provvisorio. Qua, fatte le presentazioni di circostanza e rimessi in sesto inizieremo la nostra avventura all’interno dei BLADE partecipando attivamente alle missioni di recupero e allo sviluppo di Neo L.A..

Uno degli aspetti più critici di Xenoblade Chronicles X, specie se paragonato al capostipite della serie, riguarda il racconto in sé e il suo sviluppo all’interno del gioco. Per quanto nei temi si avvicini molto alle ideologie di Star Trek, a quel primo contatto con nuove razze aliene (anche se in questo caso gli alieni siamo noi) e si sforzi di raccontarci una storia che fa della scoperta il suo punto chiave, la storia viene diluita troppo nel corso dell’avventura, con fugaci aggiornamenti di trama fra un capitolo e l’altro.

Questo è dovuto alla mole di attività, fra missione secondarie, semplici, di intesa e ovviamente le principali. Il dover avere a che fare con così tante cose spesso fa passare in secondo piano il racconto, che per questo soffre in più di un’occasione. Non che sia brutto, anzi, ha i suoi momenti e alcuni sono fra i migliori della serie in quanto a costruzione delle scene d’azione, specie quelle con i mech, ma spesso si ha la sensazione di dover andare avanti più per dovere che altro. Anche perché gran parte delle missioni secondarie offrono spunti narrativi a tratti più interessanti e convincenti della storia principale, mettendo in luce le sfaccettature dell’animo umano, con molte delle storie incentrate sul razzismo e la xenofobia, il fanatismo religioso e militare, ma anche con temi che vertono sull’amicizia e sul gioco di squadra, dove a farla da padrone è la speranza di un futuro migliore.

Lato contenutistico Xenoblade Chronicles X è forse il capitolo più ricco di attività, con tanto di una modalità online che offre ulteriori missioni per giocare anche in compagnia di altri giocatori. E il pretesto per prendere parte a tutto questo è il semplice senso della scoperta. Ogni missione ci fornirà qualche dettaglio aggiuntivo del racconto, una back story per dei personaggi principali o per qualche razza aliena, o la possibilità di arruolare nuovi membri del party, integrando così nella storia maggiori elementi per comprendere al meglio tutte le sfaccettature del racconto che altrimenti vengono lasciati indietro o non trattati per ovvie ragioni registiche.

Come detto tutto viene coadiuvato dall’esplorazione, che ci spingerà ad avventurarci nei meandri di Mira scoprendo pezzo dopo pezzo quello che questo pianeta ha da offrire, a partire dal primo continente, quello di Primordia, che si estende nelle aree circostanti a Neo L.A.. Quello che si prova una volta usciti dalle mura cittadine è un senso di smarrimento per la vastità del mondo che ci circonda. Un mondo vivo, popolato da una fauna selvaggia e una vegetazione altrettanto inospitale che coesistono in scenari a noi del tutto nuovi ed inesplorati. Il senso di vertigine esistenziale è qualcosa che ci accompagna fin dalla nostra prima sortita, il sentirsi minuscoli di fronte ad un mondo a tratti opprimente, che ci invoglierà ad esplorarlo in lungo e in largo pur di portare a compimento la nostra missione.

C’è poi un momento in Xenoblade Chronicles X che è quasi unico, ed è uno dei momenti più alti nell’intero gioco. Ad un certo punto del racconto sarete chiamati a partecipare ad una missione per ottenere la patente per pilotare uno Skell, un mech usato dai piloti BLADE più abili per raggiungere mete altrimenti impossibili ai soli umani. Ma sarà solo quando otterremo il modulo di volo che il gioco assumerà un’altra dimensionalità, permettendoci di visitare Mira senza limiti, scoprendone ogni singolo segreto. Ed è proprio in questo esatto momento che l’amore per il sistema esplorativo di Xenoblade Chronicles X esplode. Un mondo open world che vanta sulle spalle ormai ben 10 anni dalla sua prima uscita, ma che ancora in ambito JRPG resta quasi imbattuto per la qualità della sua costruzione e del suo impianto ludico, imbattuto perfino dagli altri capitoli di Xenoblade, e che speriamo Tetsuya Takahashi e il team di Monolith Soft riescano a riproporre con un prossimo gioco su Nintendo Switch 2.

Per quanto riguarda il gameplay Xenoblade Chronicles X offre un’evoluzione del sistema ibrido del primo capitolo di Xenoblade, integrando al suo interno alcune nuove funzioni ed espandendole in questa Versione Definitiva per rendere il combat system ancora più frenetico. Di base una volta agganciato il nemico si attiverà l’attacco automatico, con la possibilità di passare fra attacco a distanza e quello ravvicinato cambiando l’armai in uso. Ci sono poi le tecniche, abilità speciali che fruttano al meglio il potenziale dell’arma e ci permettono di effettuare attacchi più potenti, con tanto di modalità turbo attivabile una volta rispettati certe condizioni che ci consente di massimizzare il nostro potenziale combattivo. Per non sbilanciare il gameplay, le tecniche sono soggette ad un sistema di cooldown che ne gestisce la ricarica e le intervalla agli attacchi base.
Ogni personaggio poi ha delle abilità passive da equipaggiare e potenziare, così da migliorare la resa sul campo di battaglia. Il nostro avatar avrà la possibilità poi di sbloccare nuove classi, e una volta masterizzate sfruttare le nuove tecniche indipendentemente dalla classe in uso, offrendo così una libera personalizzazione dello stile di lotta. In questa Edizione Definitiva il sistema di cooldown viene in parte aggirato da una nuova funzione che permette di utilizzare più volte la stessa tecnica, fin tanto che avremo a disposizione dei punti dedicati per la ricarica rapida.

A livello di novità troviamo diversi quality of life non da poco che rendono il gioco ancora più snello che in passato, a partire dalla UI rinnovata all’adattamento di alcune funzioni di gioco per il singolo schermo, laddove l’originale per Wii U sfruttava il monitor secondario del “paddone”.

Riguardo al gameplay abbiamo invece la possibilità di gestire il party e tutti gli aspetti ad essi dedicati attraverso un più pratico menù, alcune azioni sono attivabili attraverso l’uso di shotchut e così come è possibile regolare l’ora di gioco sempre tramite una nuova opzione dedicata, utile per attivare determinati eventi o far apparire mostri che si fan vedere in orari specifici. Avremmo gradito anche la possibilità di svincolare la gestione degli Skell dal Garage e rendere anch’essi assegnabili a piacimento attraverso un menù dedicato nelle opzioni, dovendo quindi recarci là ogni qualvolta vorremmo applicare delle modifiche.

Tornando a parlare dell’esplorazione, questa va di pari passo con lo sviluppo della squadra e delle tecnologie in nostro possesso. Scoprendo nuovi settori di Mita è possibile espandere la rete del FrontierNav, un sistema di ricerca ed estrazione delle risorse di Mira, che ci permette non solo di ottenere denaro ma anche il prezioso Miranium, indispensabile per investire nei produttori di armi per ottenere nuovi equipaggiamenti o svilupparne di nuovi con i materiali ottenuti esplorando. L’aspetto parametrico di Xenoblade Chronicles X richiederebbe un articolo a parte per la profondità e il tempo che necessita per essere approfondito per la mole di potenziamenti disponibili fra l’equipaggiamento base, gli Skell e non ultimi i suoi armamentari.

Così come la riedizione su Nintendo Switch di Xenoblade Chronicles aveva portato con sé nuovi contenuti a livello di storia, proponendo una sorta di continuo dell’avventura originale, anche questa edizione Definitiva di “X” introduce nuovi personaggi, nuove missioni secondarie, e un inedito tredicesimo capitolo suddiviso in 3 atti, il cui obiettivo è quello di dare una degna conclusione alle avventure degli abitanti di Neo Los Angeles.

Il finale di Xenoblade Chronicles X aveva lasciato ai tempi l’amaro in bocca a più di un giocatore, chiudendosi sul più bello e rimanendo aperto ad un seguito che non è mai arrivato. Non staremo qua a raccontarvi nel dettaglio con il rischio di spoilerarvi i punti salienti del gioco, ma dopo 100 e passa ore, vogliamo condividere qualche sensazione arrivati finalmente ai titoli di coda del nuovo capitolo aggiuntivo.
Consci forse del fatto di non poter mai realizzare un seguito diretto di “X”, Monolith Soft ha deciso di dare il 110% in questi 3 nuovi atti, sfruttando forse un espediente narrativo un po’ “paraculo”, ma allo stesso modo accontentando quei fan che cercavano a tutti i costi un collegamento allo stesso universo narrativo degli altri capitoli di Xenoblade. Un’attesa lunga 10 anni che vale in toto il prezzo del biglietto.

Rispetto a Xenoblade Chronicles DE l’opera di restauro, al netto delle modifiche di “qol”, è inferiore, dato che il materiare di partenza aveva già un’ottima base. Nonostante questo però le migliorie si vedono tutte, a partire da una rimodellazione dei personaggi e dei loro volti, che nell’originale avevano quel non so che di grezzo e dalle proporzioni non del tutto convincenti. Anche il sistema di illuminazione è stato rivisto, con una resa della luce più naturale e meno netta che in passato, lo stesso vale per le texture, in parte migliorate sebbene restino alcune cose da sistemare qua e là per il mondo di gioco. Nonostante il peso degli anni sulle spalle l’impatto visivo è ancora forte, e grazie all’ottimizzazione generale ci troviamo di fronte ad una performace grafica globalmente migliore, specie in modalità portatile, tendenzialmente costante sui 30 fps (e ci auguriamo che su Switch 2 riceva una patch per abilitare i 60 fps).
Anche per quanto riguarda il comparto sonoro abbiamo ad accompagnarci nuove tracce tra cui alcune cantate, il dual audio inglese/giapponese e un ottimo adattamento in italiano per quello che riguarda i sottotitoli.

Con la Definitive Edition di Xenoblade Chronicles X per Nintendo Switch abbiamo riscoperto un grande classico della serie, oscurato ai tempi dall’orba dell’originale capitolo per Wii U. Un revisionismo che ci ha portato a capire quanto questo capitolo fosse invece ricco e profondo, con un modello esplorativo che molti open world odierni possono solo sognarsi. Alcuni dei problemi relativi alla storia, per quanto riguarda la sua conclusione vengono risolti grazie al capitolo inedito che si prefigge di dare al gioco una degna conclusione, cosa che purtroppo non avveniva 10 anni fa. Restano intatte invece le critiche sul ritmo del racconto, che non essendo stato toccato in alcun modo viene soffocato dalla mole di contenuti che il gioco offre. Aggiungiamo sal piatto poi un buon combat system rivisto in alcuni aspetti, una marea di quality of life ed una esplorazione che è il cuore pulsante del gioco, capace di catturarvi come non mai. Quello che che esce è un capitolo per anni passato in sordina che rinasce dalle sue stesse ceneri per offrirsi nella sua versione migliore e completa. E sareste degli sciocchi a farvi sfuggire un gioco di questa portata.

Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition è disponibile su Nintendo Switch.

Xenoblade Chronicles X
Xenoblade Chronicles X: Definitive Edition – La Recensione
Pro
Uno dei migliori JRPG open world di sempre.
Finalmente la storia trova una sua naturale conclusione...
Amerete viaggiare per il pianeta di Mira a bordo del vostro Skell.
Il colpo d'occhio del gioco è ancora impattante.
Contro
...ma resta il problema sul ritmo del racconto.
Fra i tanti Qol manca quello dedicato alla gestione dello Skell.
9
Voto