The Breach è un gioco da tavolo competitivo e modulare in stile cyberpunk, ricco di atmosfera e strategia, con miniature curate e meccaniche originali che premiano creatività e adattabilità.
Per capire la cura e la passione dei ragazzi di Ludus Magnus nei confronti delle proprie opere basta aprire la scatola di The Breach. Pochi semplici istanti, ma che bastano per farsi travolgere da un prodotto dall’enorme potenziale. Un prodotto perfetto per tutti coloro che amano il design di franchise come Cyberpunk 2077 e System Shock.
Si tratta di un feedback che coloro che seguono da tempo questo studio romano ormai avranno imparato a conoscere molto bene. Ludus Magnus, infatti, è una realtà attiva ormai da diversi anni, ma che non ha mai smesso di crescere e di volersi migliorare. Grazie a titoli come Nova Aetas, Black Rose Wars, Sine Tempore e D.E.I.: Divide et Impera hanno dimostrato al mondo intero come dare vita a giochi da tavolo ricchi di miniature straordinarie. Il tutto accompagnato da grande attenzione al game design e alla sua implementazione in un contesto narrativo curato e carismatico.
Esattamente come i titoli appena citati, anche The Breach arriva sul mercato con la potenza di un uragano.
Negli scorsi giorni abbiamo potuto testare a fondo il progetto diretto da Fernando Armentano, forte della collaborazione tra Michele Morosini e Leonardo Romano, Diego Fonseca, Andrea Colletti e Joco Game Studio. Un lavoro di squadra dal sapore tutto italiano e che, finalmente, siamo pronti a raccontarvi. Prima di lasciarvi alla nostra recensione, sappiate che The Breach si presenta come un titolo competitivo da uno a quattro giocatori, con partite dalla durata di circa 90 minuti. La verità, però, è che l’opera di Ludus Magnus presenta molte più sfumature, ma non vogliamo accelerare troppo i tempi. Siete pronti per seguirci in questo viaggio all’interno del Database della Achab Corporation?

L’ATMOSFERA PRIMA DI TUTTO
Partiamo da un’informazione necessaria per tutti coloro che sono rimasti affascinati dal comparto artistico di quest’ultima fatica del team romano: no, The Breach non è un gioco da tavolo fortemente narrativo. Non c’è una reale trama da seguire, dei dialoghi multipli o delle carte che favoriscano l’evolversi di un racconto. The Breach è, infatti, un’opera che punta moltissimo sull’atmosfera scaturita dal contesto alla base dell’immaginario. I giocatori, infatti, interpretano un gruppo di Breachers, dei ribelli che agiscono su commissione o per motivi personali contro la multinazionale nota come Achab Corporation. Utilizzando degli Avatar, ovvero delle personalità digitali dotate di poteri specifici, i Breachers dovranno quindi entrare nel Database per sottrarre preziose informazioni dall’azienda prima che lo facciano gli altri giocatori.
Ogni singolo elemento di The Breach prende ispirazione da questo spunto per dare vita a un prodotto che, seppure senza una storia, ci ha fatti sentire costantemente all’interno di un contesto narrativo ben strutturato. Questo è evidente anche dal lessico utilizzato dal Regolamento, che attribuisce a diversi elementi del gameplay o dell’interfaccia dei termini perfettamente coerenti con l’ambientazione. Questo potrebbe lasciare inizialmente confusi i meno esperti del mondo digitale. Basterà però portare a termine la prima partita per rendersi conto che, in realtà, The Breach è un gioco molto meno complesso di quanto non appaia inizialmente. E sia chiaro: questo è uno dei principali pregi dell’opera di Ludus Magnus.

UN GAMEPLAY COMPLESSO SOLO ALL’APPARENZA
Una volta scelti il Breacher e l’Avatar da utilizzare, i giocatori ricevono una Carta Obiettivo e si trovano subito catapultati all’interno di un tabellone oscurato. Tabellone che verrà rivelato mano a mano che si deciderà di esplorare il Database. Lo scopo è molto semplice: infettare le varie parti della plancia per raccogliere le Informazioni presenti nei Nodi di aggancio tra le tessere. Per fare ciò, però, i giocatori dovranno fare attenzione agli I.C.E., dei nemici intenzionati a spingervi fuori dal mondo digitale, e agli altri giocatori, che potranno mettervi i bastoni tra le ruote per accaparrarsi prima di voi le varie Informazioni.
Il pregio principale di The Breach non è però la complessità dell’obiettivo finale, quanto piuttosto la totale libertà di azione data ai giocatori.
Giocatori che potranno svolgere diverse azioni, come spostarsi nelle varie caselle, attivare degli speciali modificatori o configurare le proprie abilità attraverso i Cubi Codice. È proprio quest’ultima meccanica ad averci fatto innamorare del titolo di Ludus Magnus. Ogni Avatar ha sulla propria scheda delle aree dedicate al Movimento, all’Attacco e alla Difesa, all’interno delle quali sono presenti dei piccoli cubi colorati. Per effettuare queste azioni, il giocatore dovrà spostare almeno un cubo seguendo la direzione stabilita sulla scheda. In questo modo si troverà così a dover ricalibrare la propria strategia in funzione del posizionamento di questi cubi. Calibrare con attenzione le proprie mosse è quindi necessario e, in alcuni momenti, ci siamo trovati a dover prendere tempo anche solo per creare una “build” specifica per attuare una precisa strategia.
Il risultato finale è una costante alternanza tra i turni del giocatore e quelli dei nemici, che tenteranno di metterci i bastoni tra le ruote. Il gameplay di The Breach può apparire macchinoso, ma solo alla prima partita. Dalla seconda “missione”, infatti, il loop di gioco ci è sembrato nettamente più comprensibile, permettendoci di rientrare nel minutaggio previsto per il completamento della sfida. Se il Regolamento non ha saputo aiutarci con un paio di dubbi, gli autori hanno fortunatamente pensato all’inserimento di quattro Schede Riassuntive che sono state necessarie per comprendere la simbologia e le azioni a nostra disposizione. Lo stesso si può dire anche per il Compendio posto a fondo manuale, che vi consigliamo di tenere a portata di mano almeno all’inizio.

LA FISICITÀ DI UN MONDO DIGITALE
Non vogliamo girarci troppo attorno: da un punto di vista estetico, The Breach è incredibile. La cura maniacale riposta nei numerosi modellini ci ha stupiti non appena aperta la scatola. Nello specifico, abbiamo davvero apprezzato l’alternanza del grigio tipico delle statuine dei giochi da tavolo con degli elementi fatti di plastica trasparente colorata. Un’abbinata di grande effetto, che rispecchia anche il design generale del progetto. Un design che, comunque, ci sentiamo di promuovere su tutta la linea. I concept dei vari personaggi sono ben realizzati e i vari dadi, token e affini svolgono perfettamente il loro ruolo, appagando gli occhi, ma senza rubare troppo spazio al gioco vero e proprio.
Se è vero che non abbiamo trovato difetti estetici sul gioco, ci sentiamo però di fare un plauso alle quattro Interfacce Giocatore presenti nel gioco. Per idee, estetica e praticità siamo senza dubbio tra le migliori interfacce che ci sia capitato di vedere da tanti anni a questa parte. Una scelta che non solo supporta il game design, ma che contribuisce (come dicevamo in apertura) a far sentire il giocatore all’interno di un vero e proprio mondo virtuale, facendogli dimenticare di essere in realtà seduto a un tavolo con i propri amici. E ammettiamolo: non c’è complimento più grande di questo per un board game.
PROMETHEUS
In apertura vi dicevamo come The Breach fosse un titolo competitivo, nel quale ogni giocatore deve raggiungere i propri obiettivi. Ebbene, grazie all’espansione “Prometheus” le cose cambiano e non poco. Coloro che acquisteranno questo contenuto aggiuntivo non solo potranno utilizzare Nero, un nuovo (e potentissimo) Avatar, ma potranno anche dare vita ad avvincenti partite cooperative. Obiettivo di questa nuova modalità: infliggere abbastanza danni al letale Prometheus che dà il nome all’espansione. Stiamo parlando di un I.C.E. di categoria Titano, la più alta presente nel mondo di The Breach. Una creatura di immane potenza, come testimonia la dimensione del modello presente nella scatola.
Nonostante le varie partite ci abbiano portato a preferire il gameplay originale, è innegabile che si tratti di una valida aggiunta in grado di arricchire l’esperienza offerta dall’opera di Ludus Magnus. Un’opera che dimostra non solo la bravura del team nel prendere e adattare le meccaniche del gioco base, ma anche la poliedricità dell’universo di gioco. Un universo che speriamo possa prendere altre pieghe in futuro, toccando così anche media come i fumetti, i romanzi, i librogame e i TTRPG.
EREBUS
Siete affascinati da The Breach, ma vi capita spesso di fare serate con gruppi da cinque o sei persone? Nessun problema. Grazie all’espansione “Erebus”, infatti, i ragazzi di Ludus Magnus hanno deciso di introdurre una nuova Modalità a Squadre, che vede tre Breacher scontrarsi con un la Squadra Corp., un team caratterizzato dall’abilità di poter sfruttare gli I.C.E. a proprio vantaggio. Lo scopo? Completare per primi gli obiettivi del proprio team, cercando allo stesso tempo di impedire che i propri avversari riescano nell’impresa.
Anche in questo caso ci troviamo di fronte a un gameplay che funziona molto bene e che evolve ulteriormente il potenziale di The Breach. È evidente che si tratti di una modalità “extra”, ma è comunque incredibile che un titolo nato per essere competitivo possa venir declinato in così tanti modi differenti. Questa natura varia e variegata è, senza dubbio, uno dei punti di forza di The Breach, che in un modo o nell’altro sembra riuscire a soddisfare tutte le esigenze di qualsiasi tipo di giocatore.
KABUKI NIGHTS
Chiudiamo, infine, con “Kabuki Nights”, l’ultima espansione provata da noi che non va ad aggiungere vere e proprie nuove modalità, ma perfeziona quelle già esistenti. Stiamo parlando, infatti, di un contenuto aggiuntivo che introduce tre nuovi Breacher e due nuovi Avatar, permettendo così all’intero titolo di essere affrontato sino a un massimo di sei giocatori e con diverse combinazioni possibili. Il fascino nipponico che contraddistingue questi personaggi, inoltre, ha contribuito ulteriormente nel farci apprezzare l’ottimo lavoro di design svolto dagli artisti. Design che, mai come in questo caso, trova un perfetto equilibrio tra gameplay ed estetica, potenziando entrambi questi aspetti e dando vita a uno dei giochi da tavolo che più ci hanno entusiasmato degli ultimi mesi.
THE BREACH, IL GIOCO CHE NON SAPEVATE DI VOLERE
Dopo diverse ore passate nel Database della Achab Corporation possiamo affermarlo con certezza: The Breach è un progetto riuscito su tutta la linea. Al di là della (classica) difficoltà della prima partita, ogni altra missione affrontata ha aggiunto sempre maggiore divertimento alla formula. Cambiare personaggio, tentare approcci diversi ed esplorare le varie modalità di gioco sono azioni che ci hanno permesso di renderci conto della varietà offerta dell’opera di Ludus Magnus. Se anche voi amate il genere sci-fi e state cercando un titolo divertente nelle meccaniche e dalla grande atmosfera, allora questo potrebbe essere proprio il gioco che non sapevate di volere.
Insomma: complimenti ancora una volta al team romano, che ha saputo stupirci per la qualità intrinseca del suo lavoro e per la dedizione con la quale ha saputo trasportare questa ottima idea in un gioco da tavolo reale. Un gioco tangibile e ricco di quelle chicche estetiche che, senza dubbio, sapranno far gioire gli amanti dei board game sparsi per tutto il mondo.