Dune: Awakening – La Recensione

Dune: Awakening

Dune: Awakening è un survival MMO intenso e ambizioso ambientato su Arrakis, con grande libertà narrativa, esplorazione profonda, PvP complesso e un endgame impegnativo che non lo rende accessibile a tutti.

Avete mai sognato di esplorare Arrakis e di rivivere le emozioni di Dune attraverso un videogioco? Arriva finalmente Dune: Awakening, l’ambizioso survival MMO PvPvE ambientato nel celebre e incredibile universo creato da Frank Herbert. Il titolo è stato sviluppato da Funcom, software house già nota per titoli come Conan Exiles e The Secret World Legends, pertanto le aspettative sono state, fin dal primo annuncio, altissime. Dopo ore di prove posso dire che l’esperienza finale è stata, al netto di difetti comunque presenti, una tra le più coinvolgenti e intense che il genere survival abbia offerto negli ultimi anni. Scopriamo insieme i motivi.

Versione testata: PC

Libertà narrativa e tanta immersione

La storia di Dune: Awakening si basa su una premessa originale e alternativa rispetto alla canonica saga letteraria. In questo universo Paul Atreides non esiste perché non è mai nato e la casata Atreides è sopravvissuta all’attacco ad Arrakeen. Al contempo, però, la casata si trovata impegnata in una sanguinosa guerra contro Vladimir Harkonnen e noi ci troviamo catapultati proprio nel mezzo del conflitto noto come la Guerra degli Assassini cercando di farci strada per ottenere il prestigio all’interno di una delle fazioni in lotta per il controllo del pianeta.

Dune-Awakening

Questa libertà narrativa, distaccata da quanto letto nelle opere di Herbert o visto nelle varie pellicole tra cui le più recenti di Denis Villeneuve, ha permesso agli sviluppatori di esplorare pienamente la mitologia di Dune senza essere necessariamente vincolati ai testi originali. Il mondo che ne viene fuori è comunque rispettoso della lore canonica, ma è anche plasmato per un gameplay intenso e volto all’esplorazione individuale di ogni centimetro di mappa.

Un’esperienza survival tesa e memorabile

Il gioco inizia con un sistema di creazione del personaggio inaspettatamente ricco e ben curato. Offre, quindi, una buona varietà di opzioni estetiche, ma anche la scelta della classe iniziale e una selezione di background per il protagonista, che tuttavia ha un impatto minimo sulle interazioni con gli NPC, limitandosi talvolta a sbloccare opzioni di dialogo aggiuntive. Ci sono cinque classi disponibili, ovvero:

  • Soldato: è specializzato nel combattimento, in particolare quello a distanza e nell’uso di armi a lungo raggio come le granate;
  • Planetologo: è un abile conoscitore della geografia di Arrakis e pertanto sfrutta la conoscenza dell’ambiente per ottenere numerosi bonus passivi;
  • Mentat: sono degli abilissimi strateghi e la loro peculiarità è la difesa. Sono perfetti nella creazione e nello studio del territorio per posizionare trappole, torrette, veleni e scudi protettivi;
  • Spadaccino: fulminei e quasi invisibili, sono maestri del combattimento corpo a corpo;
  • Bene Gesserit: sono una sorta di incantatori e sono abilissimi nella manipolazione del corpo e della mente, capaci di usare il potere noto come “La Voce” che consente di influenzare la volontà altrui con il tono della voce e la psicologia.

La scelta della classe iniziale, comunque, non limita il giocatore all’uso esclusivo delle abilità legate alla specifica classe. Serve unicamente a sbloccare il primo ramo delle abilità e nel creare un background al personaggio. Durante l’esplorazione del mondo di gioco, infatti, è possibile incontrare maestri appartenenti a tutte le classe disposti a insegnare le proprie tecniche e i propri segreti in cambio di alcune missioni da svolgere.

Dune: Awakening

A questo punto veniamo portati clandestinamente su Arrakis a bordo di un trasporto carico di schiavi che, entrando nei deserti della Bacino di Hagga, viene colpito da un missile e precipita nel mare di sabbia. Il nostro personaggio viene soccorso da Zantara, un insorgente Fremen che fungerà da prologo introduttivo. Dopo un breve tutorial sul combattimento e una cutscene, possiamo finalmente esplorare il pianeta.

Tra gli elementi di gameplay più importanti che ci vengono spiegati vi sono la raccolta di risorse, l’idratazione e la necessità di evitare il sole. Quest’ultimo aspetto è particolarmente critico nelle fasi iniziali, poiché l’esposizione prolungata ai raggi solari fa scendere rapidamente il livello di idratazione, e ci vorrà del tempo prima di ottenere un sistema efficiente per la produzione d’acqua. Inoltre, già dalle prime ore, diventa evidente quanto sia importante seguire la quest principale: molte ricette essenziali per il crafting e abilità chiave sono infatti legate alla progressione narrativa.

Il mondo di Arrakis è reso in modo magnifico, ma è anche spietato ed è questo aspetto a renderlo divertente e appagante. Il deserto non concede tregua: la sete, le temperature estreme, la scarsità di risorse e la costante minaccia dei giganteschi Shai-Hulud (meglio conosciuti come Vermi delle sabbie) creano un clima di tensione permanente. Gli sviluppatori sono riusciti a trasmettere efficacemente la sensazione di trovarsi in un ambiente davvero ostile, dove la sopravvivenza non è mai garantita. Nemmeno le tecnologie più avanzate mettono al riparo dal senso di vulnerabilità che si prova ogni volta che si lascia il proprio rifugio.

Traversate pericolose e tensione costante

Dopo aver appreso le meccaniche di base del gioco, il giocatore viene incaricato di affrontare sette test con l’obiettivo di conoscere meglio la cultura fremen e ottenere indizi sul proprio passato. Sono prove distribuite un po’ ovunque nella mappa e consistono in santuari dove il protagonista inala la Spezia e sperimenta visioni cariche di insegnamenti che arricchiscono la narrazione e offrono suggerimenti sulle meccaniche di gioco più avanzate. La Spezia, nella letteratura di Dune, è una polvere fondamentale per l’economia e la politica dell’intero universo e, allo stesso tempo, conferisce ad alcune persone una sorta di chiaroveggenza fondamentale per i viaggi interstellari. Nel gioco è un materiale ugualmente raro e prezioso, ma è un consumabile che permette di ottenere bonus temporanei.

Dune: Awakening

Anche grazie alla sopracitata Spezia, muoversi nella grande mappa di gioco è un’esperienza ad alto tasso di adrenalina, soprattutto nelle prime ore, quando ogni vibrazione nel terreno può richiamare un Verme delle sabbie. Queste gigantesche creature sono i guardiani del pianeta e attaccano chiunque si trovi all’aperto e lontano dalle formazioni rocciose, nonché le principali aree sicure.

I vermi vengono visualizzati a schermo con onde concentriche: più il colore si avvicina al rosso, più il pericolo è imminente. Ogni verme ha una propria intelligenza artificiale e un numero limitato per regione, ma tutti portano a un’unica terribile soluzione: se colti impreparati, divorano il personaggio e tutto l’equipaggiamento, incluse armi, armature, veicoli e denaro, viene perso.

Se ciò non bastasse, raccogliere risorse è una sfida continua per diversi motivi. Innanzitutto gli sviluppatori hanno introdotto un sistema di stamina per l’arrampicata integrandolo con la progressione del personaggio e con le condizioni ambientali, rendendo l’esplorazione fisicamente impegnativa. Poi lo spazio nell’inventario è limitato e il peso influisce sulla mobilità. Diventa fondamentale scegliere strategicamente cosa portare con sé anche considerando la possibilità, tutt’altro che remota, di perdere le cose durante il tragitto.

Dune: Awakening

A tal proposito, proseguendo con il gioco, è possibile sviluppare e produrre strumenti essenziali per gestire gli equipaggiamenti come l’unità di stoccaggio o il bagagliaio per i materiali del dune buggy. Sì, avete letto bene: dune buggy. In Dune: Awakening sono presenti anche i veicoli tra cui i celebri ornitotteri e ognuno di loro ha un impatto significativo sulla mobilità.

Costruzione e crafting tra i migliori che si possano trovare

Uno degli aspetti più riusciti del gioco è proprio il level design e la geografia del pianeta che vanno di pari passo con la costruzione della base. Andiamo con ordine parlando proprio della geografia. I rischi di un mondo monotono erano altissimi, dopotutto cosa ci si può aspettare da un intero mondo desertico con poca vita e pericoli costanti? In realtà Funcom ha compiuto un lavoro magistrale, riuscendo a offrire un’inaspettata e coerente varietà. Ogni regione presenta formazioni rocciose, colori della sabbia, distribuzione dei minerali e strutture nemiche uniche che rende l’esplorazione intrigante e mai noiosa.

Dune: Awakening

A questo si unisce una costruzione della base talmente articolata e dettagliata da essere una delle migliori viste nel genere. L’interfaccia è intuitiva, ma le possibilità offerte sono ampie e complesse. Come una sorta di The Sims, è possibile costruire e personalizzare la propria base a proprio piacimento a partire dalle pareti, scale e finestre e arrivare ai passaggi segreti e alle decorazioni. In giro per il mondo di gioco si possono trovare anche set decorativi e design acquistandoli dai venditori.

Una funzione particolarmente innovativa è il Copia Base, che permette di salvare una struttura come progetto e ricostruirla altrove con facilità. Questa funzione diventa importante soprattutto nelle fasi iniziali quando, a causa della vastità della mappa e la distribuzione delle risorse, si è costretti a cambiare base più volte per ottimizzare i tempi di raccolta. Anche il crafting è profondo, articolato e variegato. C’è di tutto e ogni zona contiene minerali specifici, visualizzabili sulla mappa e differenziati per colore, estraibili con la radiofresa. Nessuna paura: essendo un mondo online, i minerali ricompaiono rapidamente, rendendo possibili anche rotte per uno specifico farming.

Dune: Awakening

Per quanto riguarda i progetti, quelli base si possono costruire direttamente dall’inventario, mentre quelli avanzati richiedono postazioni dedicate, come quella dedicata alle armature più potenti o quella dedicata ai veicoli. Vi sono anche progetti rari sparsi tra i dungeon o acquistabili dai venditori e sono riconoscibili tramite degli ologrammi viola. Questi offrono vantaggi unici come minore attrazione per i vermi o aumento dell’energia massima. Alcuni equipaggiamenti sono chiaramente migliori di altri, perciò vale la pena cercarli per ottimizzare la propria build.

Classi e combattimento, tra flessibilità e personalizzazione

In ogni caso, sebbene armi e armature siano presenti in grande varietà, conviene inizialmente investire sulla tecnologie di sopravvivenza. Nonostante ciò, gli sviluppatori hanno dato vita a un sistema che permette di seguire percorsi diversi e plasmare il proprio stile di gioco, con numerose opzioni di progressione.

Per quanto riguarda il sistema di combattimento, questo si basa parzialmente sulla classe scelta inizialmente, ma viste le possibilità di padroneggiare anche le altre, nel complesso è basilare per qualsiasi classe. Si possono avere diverse tipologie di armi come fucili, mitragliette, fucili da cecchino e pistole, ma anche armi bianche per il corpo a corpo come spade o abilità speciali. In ogni caso, i combattimenti riprendono la lore classica di Dune, quindi bisogna prima disattivare gli scudi energetici e poi penetrare le difese con le varie armi a disposizione.

Dune: Awakening

Tutti gli avversari sono umani e tutti sono dotati di scudo, quindi di solito i combattimenti ruotano attorno al colpire i nemici vulnerabili con le armi da fuoco e quelli ben protetti con il corpo a corpo. È pure presente un sistema di parry che, però, è alquanto lento soprattutto quando si cambiano le armi. Vi è anche una buona progressione del personaggio che consente di sbloccare nuove abilità attive e passive (il personaggio può averne solo 3 di ognuna) e queste influenzano l’approccio in battaglia e nell’esplorazione. Grazie, poi, al sopracitato sistema flessibile è possibile integrare poteri di altre classi, dando vita a build uniche. L’unico vero limite è sicuramente l’assenza di una meccanica di copertura per il combattimento a distanza che non aiuta a sfruttare al meglio l’ambiente di gioco.

Non un gioco per solitari

La campagna principale ha una durata che si attesta intorno alle 30 ore, ma queste sono fondamentali per imparare le meccaniche di gioco e affrontare l’aspetto più duro di tutto Dune: Awakening, ovvero l’Alto Deserto e il sistema PvP e PvE del gioco. Si tratta di un’area dinamica enorme suddivisa in server multipli che si rigenera settimanalmente attraverso la riorganizzazione di oltre 80 moduli ambientali predefiniti ed è una soluzione tecnica fondamentale per evitare che una singola gilda possa mantenere un dominio perenne.

Qui diventa fondamentale l’uso degli ornitotteri poiché ci sono aeree accessibili solo tramite il loro utilizzo. Inoltre uno degli eventi principali di questa zona è l’esplosione di Spezia, visibile come un’immensa nube viola in cielo. Tutte le gilde si devono mobilitare ed è così che i combattimenti a terra sono rari trasformando il tutto in uno scontro aereo o una rapida fuga non appena si percepisce una minaccia. A voler aggiungere un difetto è che quando si uccide un altro giocatore, questo lascia cadere solo gli oggetti raccolti nell’area stessa dell’uccisione, limitando l’intensità e il valore degli scontri.

La mappa dell’Alto Deserto è, comunque, divisa in due macroaree: una zona ristretta da circa 25 chilometri quadrati dove è attivo solo il PvE, e il resto del territorio, dove il PvP è sempre attivo. In quest’ultima, l’attività più remunerativa è, ovviamente, l’estrazione della Spezia, ma è anche la più rischiosa perché ogni gilda deve dispiegare una mietitrice, difenderla dagli attacchi di altri giocatori e mantenere lontani i temibili vermi delle sabbie, attratti dalla raccolta.

Esiste anche una versione solitaria di questa attività, ma alcune risorse fondamentali, come appunto la Spezia, sono quasi impossibili da raccogliere senza l’aiuto di un alleato visto che dovrebbe esserci un giocatore che distrae il verme e un altro che raccoglie le risorse. Risulta chiaro come i giocatori solitari siano svantaggiati rispetto a chi gioca anche in coppia. Inoltre il gioco non vale la candela visto che le quantità di risorse ottenute sono trascurabili rispetto alla controparte PvP.

Altra componente dell’endgame è il sistema del Landsraad, un elemento chiave del gameplay che introduce una dimensione politica e strategica all’esperienza MMO. Ogni gilda, infatti, può allearsi con una delle due case principali e influenzare il controllo di Arrakis attraverso voti e pressioni politiche, influenzando direttamente lo sviluppo del mondo di gioco. Inoltre, ogni settimana le gilde affiliate con gli Atreides o con gli Harkonnen si scontrano per completare vari obiettivi e la fazione vincente ottiene il controllo del Landsraad per una settimana con la possibilità di modificare le regole del server a proprio piacimento.

Se da questa descrizione non dovesse essere abbastanza chiaro, lo dico nel modo più semplice possibile: il sistema PvPvE è complesso, articolato e bisogna starci sotto parecchio. Non è studiato per essere giocato ogni tanto, bensì per essere vissuto con costanza e determinazione. Se gli NPC nel PvE sono avversari estremamente aggressivi, provate a immaginare cosa possa significare incontrare un avversario reale che gioca costantemente. Serve determinazione, attenzione e forte coordinazione tra membri.

La gilda, quindi, dovrebbe essere composta non soltanto da amici, ma anche da persone che si possono fidare ciecamente e che gestiscono ottimamente il tutto come la costruzione ricorrente della propria base e la gestione delle risorse. Per chi volesse, esiste anche il PvP hardcore che, oltre a complicare ulteriormente le meccaniche, un’eventuale morte implica la perdita totale dell’equipaggiamento. Considerando che alcuni progetti di alto livello sono, già di base, limitati nelle riparazioni e a uso singolo una volta craftati, immaginate cosa possa significare perderli del tutto. Insomma, l’endgame non è per tutti e questo, purtroppo, non è un punto di forza del titolo perché butta fuori una grossa fetta di giocatori.

Comparto tecnico

Tecnicamente il gioco non è perfetto e, nonostante gigabyte e gigabyte di aggiornamenti, correzioni e miglioramenti, continua a presentare problemi di ottimizzazione. Sono frequenti micro-freeze soprattutto nei momenti più concitati e qualche bug e serve un pochino smanettare nelle impostazioni grafiche per avere un’esperienza più fluida e godibile.

Nel complesso, comunque, il colpo d’occhio è impressionate soprattutto nell’illuminazione ambientale che dona scorci meravigliosi. Dal punto di vista dell’audio è stato svolto un ottimo lavoro per quanto riguarda i suoni ambientali e il doppiaggio, peccato per la colonna sonora che presenta brani poco memorabili e soprattutto ben distanti dalle note epiche ascoltate nelle pellicole di Villaneuve.

Conclusioni

In definitiva, al netto delle criticità sopraesposte, Dune: Awakening è una delle esperienze survival più intense e riuscite degli ultimi anni. Ogni aspetto, dal design all’immersione, dal sistema di gioco al rispetto della lore originale, è stato realizzato con cura, passione e grande esperienza da parte degli sviluppatori. Funcom, ancora una volta, dimostra una grande maturità, offrendo un titolo capace di ridefinire gli standard del genere. Preparatevi a compiere un viaggio epico, indimenticabile, ma anche impegnativo e frustrante soprattutto nell’endgame. Se siete dei giocatori occasionali disposti a passare del tempo ogni tanto, forse non è il titolo che fa per voi.

Dune: Awakening è disponibile per PC ed è prevista una versione PlayStation 5 e Xbox Series S|X per il 2026.

Dune: Awakening
Dune: Awakening
Pro
Mondo vasto e inaspettatamente appagante da esplorare
Sistema di creazione base tra i più evoluti mai visti
Gameplay intenso e vario soprattutto nell'endgame...
Contro
...ma troppo complesso e frustrante per chi non gioca con costanza
Tecnicamente pesante e con qualche problema
Combattimenti ridondanti e con poche scelte strategiche
8.3
Voto