Raidou Remastered: The Mystery of the Soulless Army – La Recensione

Raidou remastered

Si torna a cacca di demoni e di misteri con Raidou!

Continua l’ondata di remastered di questo 2025 con un titolo molto atteso da tutti i fan dei “MegaTen”, stiamo parlando di Raidou Remastered: The Mystery of the Soulless Army, versione riveduta e corretta di Raidou Kuzunoha vs. the Soulless Army uscito nel 2006 su PlayStation 2, a sua volta spin-off in chiave action della serie Devil Summoner. Sarà riuscita Atlus nel compito di ridare nuova linfa a questo capitolo apografo di Devil Summoner?

Scopritelo insieme a noi nella nostra recensione di Raidou Remastered: The Mystery of the Soulless Army,

Siamo in Giappone, più precisamente nella Tokyo dei primi del ‘900, in piena era Taisho. Il nostro protagonista è da poco diventato il quattordicesimo Raidou Kuzunoha, l’ultimo di una lunga stirpe di “devil summoner”, evocatori incaricati di proteggere la città da tutti gli eventi paranormali che si verificano. Per mantenere un basso profilo, Raidou lavora sotto copertura presso l’agenzia investigativa Narumi sotto la supervisione di Gouto, un gatto nero dagli occhi verde giada, il cui compito è quello di supportare Raidou nella sua crescita nel ruolo di evocatore demoniaco. Ed è proprio il caso di una misteriosa ragazza che contattandoci per porre fine alla sua vita e scongiurare una maledizione affligge la sua famiglia innescherà una serie di strani eventi che scopriremo essere collegati alla figura di Rasputin, un potente evocatore oscuro i cui piani sono avvolti nell’ombra.

Per quanto assurda negli eventi che andrete a vivere, la storia di Raidou Remastered miscela con arguzia elementi noir e paranormali, creando un mix da mystery investigativa leggera ed imprevedibile. Il forte legame con la serie madre di Shin Megami Tensei contribuisce poi ad impreziosire il racconto grazie al suo sottotesto narrativo che ruota intorno alle figure dei demoni che infestano questo mondo e che influenzano gli eventi che andremo a vivere.

L’opera di riadattamento di Raidou Kuzunoha vs. the Soulless Army in questa nuova edizione rimasterizzata conserva pressoché intatto tutto l’impianto narrativo originale, andando a sistemare o integrare qualche linea di dialogo o poco più, con l’obiettivo di rimanere il più fedele possibile allo script della prima versione. La suddivisione dei casi in capitoli continua a conferire alla progressione un ritmo ben scandito, assimilabile a quello di una serie animata, con i suoi momenti di tensione e i cliffhanger che rimandano all’episodio successivo per scoprire come si evolveranno gli eventi appena vissuti.

Tuttavia le migliorie e le aggiunte introdotte negli altri comparti del gioco sono numerose e significative, tanto da far pendere l’ago della bilancia più verso il remake che non quello della remastered intesa come tale.

Raidou Remastered

Rispetto alla serie principale di Devil Summoner, Raidou Remastered: The Mystery of the Soulless Army cambia genere abbandonando gli scontri a turni per un sistema di combattimento action in tempo reale. Il punto di contatto fra i due giochi resta quello dell’evocazione dei demoni, elemento chiave che ci servirà non solo in battaglia ma anche durante le investigazioni, aiutandoci nel caso con i loro poteri, permettendoci magari di leggere la mente e scoprire informazioni preziose o portare alla luce oggetti preclusi al normale occhio umano.

Una volta scesi scesi in campo potremo attaccare i nemici attraverso un combat system abbastanza semplificato, che prevede l’uso congiunto di attacchi rapidi e pesanti (che ci serviranno anche a recuperare PM) con i quali imbastire rapide combo, una mossa evasiva per evitare gli attacchi nemici (e nel caso riposizionarci alle spalle dei nemici) e la parata, con la quale bloccare i colpi indirizzati a noi. E già qua troviamo qualche modifica al gameplay originale come l’introduzione di un secondo demone da schierare in combattimento, aggiunta introdotta nel sequel Devil Summoner 2: Raidou Kuzunoha vs. King Abaddon, dal quale pesca in più di un’occasione. I due demoni possono essere controllati con dei comandi rapidi indicandogli il momento per attaccare o restare in difensiva evitando lo scontro diretto. Questo ci è utile soprattutto durante le boss fight, le fasi più impegnative di tutto il gioco, dove il non seguire gli schemi comportamentali e le mosse del nemico automaticamente ci trascinerà in un game over garantito.

A seconda del tipo di demone evocato questo ci aiuterà, sfruttando una serie di mosse ed abilità che può imparare livellando, e che ci saranno utili non solo fornendoci supporto ma anche sfruttando il sistema di debolezze classico di Shin Megami Tensei, che contrariamente agli RPG della serie dove si guadagna un turno extra, qua il nemico si stordirà per una manciata di secondi, fornendoci un’apertura nella sua difesa.

Schivando con precisione o colpendo ripetutamente i nemici si attiva il Flagello del Diavolo, un potente attacco capace di infliggere ingenti danni a un singolo avversario. Una variante ancora più devastante, il Fendente Spirituale, colpisce invece tutti i nemici nell’area circostante e può essere utilizzata una volta riempito l’apposito indicatore.

È possibile poi ottenere nuovi demoni eseguendo l’apposita arte di confinamento, grazie alla quale diventeranno nostri alleati e ci forniranno supporto durante gli scontri in base al loro livello di lealtà. Anche in questo caso il sistema di arruolamento è stato semplificato, rendendo più veloce la fase di cattura.

In Raidou Remastered la parte dedicata ai demoni è stata pesantemente rivista a vantaggio del giocatore. Non solo sono stati aggiunti oltre 50 nuovi demoni ai già 70 presenti nel gioco del 2006, ma è stata rivista anche tutta la parte dedicata alla fusione demoniaca con nuove opzioni, agevolando il processo che permette di ottenere nuove forme sacrificando quelli in nostro possesso, con un sistema di eredità delle abilità che ci permette di passare le skill imparate alla nuova “creatura”.

La personalizzazione di Raidou invece avviene attraverso due processi ben separati. Il primo riguarda il classico sistema di crescita tramite punti esperienza, al cui level up ne consegue la ripartizione dei punti abilità guadagnati sulle statistiche del nostro protagonista, che verranno incrementate in maniera permanente. L’altro invece riguarda l’Alchimia della Spada, una sorta di skill tree evolutivo delle armi di Raidou (divise fra spade, lance ed asce) che consente di creare ed evolvere gli equipaggiamenti in nostro possesso consumando i materiali ottenuti durante gli scontri e le investigazioni, così da sbloccare non solo armi fattualmente più potenti ma con abilità secondarie da sfruttare in battaglia.

Fra migliorie e nuove aggiunte, il gameplay riceve un necessario svecchiamento che guarda soprattutto in direzione del suo seguito. Nonostante tutto il buon lavoro fatto per rendere questa nuova edizione di Raidou più moderna e interessante, il titolo continua a mostrare alcune limitazioni strutturali ereditate dal progetto originale. I combattimenti, in particolare, risentono di una certa semplificazione dove le nuove mosse e il supporto del party ampliano sì le possibilità, ma finiscono per accentuare un sistema di battaglia che nella sua essenza rimane fin troppo basilare e poco stimolante nel lungo periodo.

Anche gli scontri vengono diluiti, laddove prima avevamo quelli casuali qua appariranno sulla mappa, con la possibilità di attaccarli alle spalle ottenendo un vantaggio iniziale, o addirittura eliminandoli istantaneamente se il nostro livello supera il loro, evitandoci così di sporcarci le mani.

Ottima invece la presenza di quality of life come il viaggio rapido, che ci consente di spostarci velocemente fra le zone visitate senza doverci affannare attraversando le varie schermate di gioco, utile ad esempio per raggiungere una meta abbastanza frequentata come il Goumaden, dove effettuare la fusione o la modifica delle armi. Anche il salvataggio rapido, o quello automatico, sono aggiunte che rendono la vita dei giocatori più leggera, rendendo tutto meno stressante in caso di game over, con la possibilità di riprovare uno scontro nel caso questo non sia andato come previsto. Troviamo poi altre piccole cose, come la possibilità per Raidou di correre, o di aver sempre indicato sulla mappa la nostra prossima mossa. Insomma tanti piccoli accorgimenti che fanno bene al gioco e lo rendono sicuramente più godibile e meno rigido.

Sotto il cofano troviamo un motore di gioco rivoluzionato in ogni suo aspetto che riscrive la grafica del gioco interamente in 3D, abbandonando le schermate pre-renderizzate della versione PlayStation 2. Il lavoro di restauro è quindi ottimo, con un’attenzione particolare nel ricreare il tutto senza stravolgere l’opera originale, evitando situazioni problematiche come nel recente remake di FRONT MISSION 3. Restano quindi le inquadrature statiche, ma diventano più dinamiche con movimenti di camera che seguono Raidou nei suoi spostamenti, mentre i personaggi e i demoni risultano fedeli a quanto visto in passato nonostante la rinnovata veste 3D, valorizzando di fatto il bellissimo character design di Kazuma Kaneko.

Adesso abbiamo un doppiaggio integrale, con linee vocali per quasi tutti i dialoghi del gioco, mentre alle musiche ritroviamo le ottime tracce di Shoji Meguro, con il suo sound riconoscibile, un vero e proprio marchio di fabbrica dei “MegaTen”. Il tutto accompagnato da un buon adattamento in italiano, in linea con quanto visto negli ultimi capitoli di Persona e Shin Megami Tensei.

Raidou Remastered: The Mystery of the Soulless Army è il piacevole ritorno di un gioco che già a suo tempo avrebbe meritato più riscontro, ma che oggi, in piena febbre da Persona e Shin Megami Tensei, ha l’occasione di farsi riscoprire ed apprezzare. Il lavoro fatto da Atlus per ringiovanire questo capitolo che ha sulle spalle ben 20 anni di carriera è ammirevole e apprezzabile in ogni suo aspetto. Dove invece Raidou Remastered funziona meno è nella sua formula di gioco, che risente di un gameplay fin troppo semplicistico e di una struttura estremamente lineare, difetti che si porta dietro fin dalla sua prima uscita. In compenso però le aggiunte fatte sono tante, rendendolo comunque un gioco più godibile che in passato. Ora che Raidou ha fatto il suo “comeback” speriamo che Atlus decida di riproporci anche il secondo capitolo, un sequel molto più a fuoco ed interessante e magari sfruttare questo interesse per i “MegaTen” per riesumare qualcosa di più audace come la Digital Devil Saga.

Raidou Remastered: The Mystery of the Soulless Army è disponibile su Nintendo Switch, Nintendo Switch 2, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox Series X|S e PC.

Raidou remastered
Raidou Remastered: The Mystery of the Soulless Army – La Recensione
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7.9
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