Mafia: Terra Madre segna il ritorno alle origini della saga con una narrazione intensa ambientata nella Sicilia del 1900. Meno open world dispersivo e più dramma cinematografico: tra scalate mafiose, coltelli simbolici e doppiaggio in siciliano, offre autenticità pur con limiti tecnici.
Nel 2002 e nel 2010, mentre tutti impazzivano per la saga di Grand Theft Auto, nel mercato videoludico un’altra serie si faceva avanti grazie a un mix ben realizzato di dramma cinematografico e azione gangster di alto livello. Stiamo parlando dei primi due capitoli di Mafia sviluppati da 2K Games che grazie a dei gameplay freschi e dinamici e a delle storie ben narrate e coinvolgenti, hanno riscosso un grandissimo successo di vendite e di pubblico.
Con Mafia III, uscito nel 2016, lo sviluppo è passato ad Hangar 13 e i fan si sono trovati un po’ smarriti all’interno di una formula eccessivamente legata all’open world che ha finito per diluire la forza della narrazione. Ora eccoci con il quarto capitolo denominato Mafia: Terra Madre e uscito l’8 agosto su PS5, Xbox Series X/S e PC. Lo sviluppo è sempre da parte di Hangar 13, ma questa volta lo studio ha voluto correggere il tiro: meno dispersione e più attenzione alla storia, tornando a ciò che ha reso la serie iconica. Dopo aver indossato i panni di Enzo Favara e scalato i ranghi della famiglia Torrisi, scopriamo insieme se la sete di vendetta e d’onore in terra siciliana è riuscita a restituire il fascino delle origini.
Versione testata: PlayStation 5
Un dramma mafioso dall’anima cinematografica
Consapevoli delle critiche poste al terzo capitolo, gli sviluppatori hanno deciso di puntare tutto su una storia lineare, intensa e dal taglio filmico per far tornare il nuovo capitolo di Mafia ai fasti degli albori. Dopotutto il nome Terra Madre rievoca non solo la rinascita della serie in senso commerciale, ma soprattutto dal punto di vista storico. L’ambientazione, infatti, è una verosimile Sicilia dei primi del ‘900, nonché la culla della mafia. Il protagonista interpretato dal giocatore è Enzo Favara, un umile minatore oppresso dalla miseria e pronto a tutto pur di cambiare vita.
Dopo un brutto incidente, viene accolto sotto l’ala protettiva di Don Torrisi, il potente boss locale di San Celeste (località già citata in Mafia II e Mafia: Definitive Edition), il quale decide di fargli scalare la scala gerarchica mafiosa facendolo partire da semplice Caruso. Un’ascesa segnata da scelte morali difficili, tradimenti e un inevitabile conflitto armato. La narrazione è intrisa di famiglia, vendetta e lealtà e funziona perché è emozionante, ben recitata e accompagnata da scene di alta qualità con personaggi secondari immediatamente riconoscibili e carismatici.

Luca, la mano destra del Don, emerge come figura paterna e mentore affettuoso, mentre Tino si impone da subito come antagonista fastidioso, sempre pronto a umiliare Enzo. La caratterizzazione netta aiuta a legarsi ai personaggi, supportata anche da un doppiaggio convincente che vedremo più avanti nel dettaglio. A voler essere un po’ pignoli, Enzo è un protagonista che inizialmente fatica un po’ a raggiungere lo spessore degli altri protagonisti dei vari Mafia.
La sua motivazione è chiara ed è coerente con il periodo storico e l’ambientazione, ma occorre del tempo prima di empatizzare davvero con lui. Inoltre, l’inizio del gioco procede a rilento, con incarichi quotidiani che sono necessari per introdurre le dinamiche della famiglia ma finiscono per sembrare un prologo un po’ troppo diluito. Serve qualche oretta per vedere credere la tensione e la trama esplodere nei conflitti che ci si aspetta da un dramma mafioso.
Uno pseudo open world funzionale, non dispersivo
Come già detto nell’introduzione, Mafia: Terra Madre adotta un approccio molto diverso dal suo diretto predecessore, riprendendo direttamente quanto visto nei primi due capitoli. L’open world, per esempio, è presente ma solo come contorno e non come struttura portante. La Sicilia è splendida e suggestiva, con paesaggi assolati che invitano all’esplorazione, ma nella sostanza funge da cornice per spostarsi da una missione all’altra.

Le missioni ci portano da un punto all’altro, a piedi, a cavallo o in auto d’epoca, con indicazioni stradali diegetiche (cartelli, dialoghi) che sostituiscono la classica minimappa. I cavalli, inaspettatamente, si controllano persino meglio delle auto, la cui guida volutamente “molle” restituisce la sensazione dei veicoli del tempo. Esiste anche una modalità esplorazione libera, ma il gioco non prevede vere side quest quindi nessun contenuto dispersivo e nessuna distrazione dal fulcro narrativo.

Perfino i collezionabili, visibili sulla mappa e legati a denaro, equipaggiamenti o bonus minori, restano secondari e non indispensabili. Qualche sistema di progressione, come il rosario di Enzo che concede piccoli potenziamenti tramite amuleti, aggiunge un minimo di varietà, ma senza mai spostare l’attenzione dall’intreccio principale.
Il coltello tra simbolo culturale e nuova meccanica
Un aspetto curioso del gameplay è dato dalle armi disponibili. Fucili a pompa e carabine restano fedeli all’anima della serie, tuttavia Mafia: Terra Madre introduce una novità molto interessante: il coltello, che diviene un simbolo oltre che un’arma bianca. Il protagonista, infatti, può scegliere fra tre varianti: Scannaturi (lancio silenzioso), Rasolu (uccisione ravvicinata) e Stiletto (più resistente, ma più lenta). Ogni lama ha vantaggi, svantaggi e perk specifici e può essere migliorata. Inoltre necessita di una manutenzione specifica tramite pietre da affilatura, trasformandola in una risorsa da gestire con attenzione.
Il coltello assume anche un ruolo centrale nei duelli all’arma bianca, nonché delle vere e proprie boss fight in arene ristrette. Qui servono tempismo e abilità per schivare, attaccare e contrattaccare poiché attaccare alla cieca potrebbe diventare fatale. È una meccanica nuova, ben inserita nel contesto culturale della Sicilia dell’epoca, dove la lama era anche il simbolo dell’onore e della famiglia. Questi scontri danno al gioco un’identità unica e lo arricchiscono di tensione e spettacolarità.

Le fasi di shooting, comunque, mantengono la formula classica e questo si traduce in un TPS a coperture semplice e accessibile. L’IA nemica, però, non brilla: spesso gli avversari si espongono incautamente o ricaricano allo scoperto, rendendo anche le sfide potenzialmente più complesse, più facili del previsto. Anche lo stealth è funzionale, ma basilare, con lanci di monete e bottiglie per distrarre e la possibilità di eliminare i nemici silenziosamente.
L’intelligenza artificiale, anche in questo caso, solo raramente punisce gli errori e riduce la tensione generale. Nonostante la poca profondità e cura nei dettagli, l’alternanza tra inseguimenti, fasi stealth, sparatorie e cutscene mantiene un ritmo piacevole e coinvolgente.
Comparto tecnico e doppiaggio
Dal punto di vista tecnico troviamo le gioie e i dolori del titolo. Graficamente, il colpo d’occhio complessivo è buono: la Sicilia assolata convince per atmosfera, la resa degli interni è curata e la direzione artistica valorizza le scene narrative. Si vede lo zampino della collaborazione con gli sviluppatori siciliani di Stormind Games per ricreare un’ambientazione splendida e storicamente accurata.
Il fittizio paesino di San Celeste è stupendo così come sono ben caratterizzate e ben realizzate le campagne circostanti. Sullo sfondo, poi, sono presenti le montagne e l’immancabile Etna, che di tanto in tanto dà segni di vita con il suo fumo. Non siamo di fronte a un capolavoro, infatti mancano i cicli giorno e notte, il meteo dinamico e tanti altri dettagli ormai standard nei giochi più moderni, ma è comunque un’esperienza solida e con alcune chicche davvero uniche come la rappresentazione della frutta e dei cibi, tra i più realistici che si siano visti in un videogioco.

Mafia: Terra Madre, poi, gira in modo stabile e senza problemi gravi su PS5. Il framerate resta solido nella maggior parte delle situazioni, con solo piccoli cali occasionali che non incidono sulla giocabilità. I bug sono rari e di poco conto, come qualche animazione che si comporta in maniera strana durante le eliminazioni stealth. Tuttavia vanno segnalati due problemi anacronistici considerando il punto forte delle console di nuova generazione: i caricamenti sono inaspettatamente e sorprendentemente lunghi e vi sono costanti e fastidiosi pop-in delle texture, presenti sia durante il gameplay che nelle cutscene.
Vale la pena chiudere il discorso tecnico con un cenno al comparto sonoro e al suddetto doppiaggio, che gioca un ruolo determinante nell’immersione. Mafia: Terra Madre vanta innanzitutto una colonna sonora di grande qualità: le musiche d’accompagnamento sottolineano con eleganza i momenti chiave della vicenda, alternando brani orchestrali a pezzi cantati che si distinguono per coerenza con l’ambientazione e l’epoca storica, regalando un fascino particolare a diverse sequenze.

Più particolare la scelta relativa al doppiaggio, disponibile da noi unicamente in lingua siciliana. Indubbiamente si tratta di una decisione audace e unica nel panorama videoludico, capace di conferire autenticità e carattere al racconto. Da siciliano quale sono ho apprezzato tantissimo questa scelta, pur notando come la qualità della recitazione non sia sempre uniforme e a volte alcuni passaggi risultino forzati e quasi caricaturali. Al contempo è giusto segnalare che per chi non è madrelingua, alcune espressioni dialettali strette necessitano dell’uso dei sottotitoli in italiano per evitare di perdere importanti sfumature.
Conclusioni
In definitiva, Mafia: Terra Madre non è un gioco che punta a stupire con la vastità o la complessità delle meccaniche, ma con la forza del suo racconto. È un ritorno alle origini, un dramma mafioso che sembra uscito da una pellicola d’autore. Chi amava i primi due capitoli ritroverà quell’anima, quella sensazione di essere parte di una storia più grande di sé. Non è perfetto, ma è autentico. E in un’epoca di mondi aperti infiniti e spesso vuoti, questa è forse la sua vittoria più grande. Chi cerca, comunque, sfide più articolate o un open world denso di contenuti potrebbe restare parzialmente deluso, ma al contempo gli sviluppatori hanno annunciato aggiunte interessanti e gratuite nel prossimo futuro. Tuttavia se amate i gangster-drama e desiderate vivere un racconto di sangue, onore e tradimento nella culla della mafia, Terra Madre è senza dubbio “un’offerta che non potrete rifiutare”.