Metal Eden è probabilmente il titolo giusto nel momento sbagliato
A inizio settembre pochi titoli indipendenti hanno deciso di sfidare un colosso come Hollow Knight: Silksong, e tra questi c’era anche Metal Eden, nuova fatica di Reikon Games. Il team, artefici del mai troppo lodato Ruiner, tornano con un gioco che vuole mostrare i muscoli, e che ripropone il mix tra sparatutto, action e platforming già visto in DOOM Eternal. Metal Eden è disponibile dal 2 settembre per poco meno di quaranta euro, su PlayStation, Xbox e PC e tra un’esplosione e l’altra, son pronto a raccontarvene pro e contro in questa recensione.
Versione testata: PlayStation 5
Metal Eden: un’adrenalinico tuffo nello spazio
Metal Eden è il secondo gioco di Reikon Games, e mette in gioco tutte le ambizioni del team. si passa da una schermata in isometrica a uno sparatutto i nterza persona ad arene, e la voglia del team di fare le cose in grande è visibile fin dalla prima cut-scene. Aska è il soldato perfetto, ed è incaricata di recuperare dei nuclei apicali dagli architetti ormai disattivati per poter liberare gli ultimi abitanti del pianeta dal giogo delle macchine nemiche. La trama sci-fi di Metal Eden è inutilmente complicata, ed è narrata sia dalle già citate cutscene sia dai dialoghi interni che ci porteranno da un’arena all’altra nel corso degli otto capitoli della storia. Inutilmente complicata perché, anche con meno sforzo (ad un certo punto si attorciglia su se stessa) avrebbe avuto lo stesso effetto per far sfondo alla breve avventura di Aska.

Questo è forse il maggior difetto di Metal Eden. Per quanto sia divertente e ben strutturata nella sua brevità, l’avventura di Aska poteva durare qualche ora in più, specialmente per il prezzo a cui viene proposta. Capirei la presenza di solo otto stage se ci fosse la possibilità di migliorare il proprio punteggio o di mantenere i potenziamenti in una run di difficoltà maggiore, ma niente di tutto questo è stato previsto dal team. L’assenza di stimoli ( che non siano i trofei di PlayStation) abbassa completamente il fattore rigiocabilità, e spero venga sistemata con un futuro aggiornamento nei prossimi mesi.
ASKA, in bilico tra Doom e Metroid
Passando al gameplay vero e proprio, Metal Eden pesca a piene mani da quanto fatto da DOOM Eternal qualche anno fa. Ogni stage è un susseguirsi di fasi platform e arene, in cui dovrete usare le giuste abilità per sgominare le ondate di nemici. L’arsenale di Aska migliorerà via via che proseguirete: inizialmente avrete solamente un fucile, ma proseguendo nel gioco troverete nuove armi che potrete alternare a seconda delle debolezze dei nemici. Qui è evidente che Reikon Games avesse bene in mente cosa fare: tra i potenziamenti della tuta, che ci permetteranno di strappare il nucleo (il cuore) agli avversari, e la differenza tra danni da fuoco e danni energetici, ogni sfida di Metal Eden diventa un puzzle da risolvere.



Proprio per questo motivo, il titolo è in crescendo e verso il capitolo 4 inizierà finalmente a mostrare i muscoli, dandovi in basto tutte le sue qualità nel combattimento. Peccato che non si possano rigiocare i primi capitoli con le nuove armi o abilità, proprio per quel difetto di rigiocabilità che ho evidenziato qualche riga più sopra. Anche gli scontri coi Boss sono molto divertenti e ben studiati, ma purtroppo sono pochissimi, forse per questioni di budget.
Sconfiggendo i nemici avremo accesso a due tipi di potenziamenti. Dopo le arene più impegnative, avremo la possibilità di migliorare la nostra armatura con un nucleo (alcuni di questi sono anche nascosti nei livelli) mentre con la polvere raccolta durante le esplorazioni o dopo le esecuzioni (facilmente riutilizzabile come punteggio) potremo migliorare le armi, aggiungendo fuoco secondario o nuove caratteristiche alle stesse.

Ma se il gioco è lineare, allora perché il titolo del paragrafo menziona Metroid? Perchè, oltre che ricordare in più di un momento la cacciatrice di taglie spaziale di casa Nintendo, Aska potrà anche trasformarsi in una sfera, anche se solamente in delle sezioni limitate sulla lava. Si tratta purtroppo delle sezioni meno riuscite in termine di gameplay, semplicemente per la loro semplicità e per la poca profondità data a questi momenti rispetto a quelle principali.
Nello spazio nessuno può (sentirti urlare)
Vi ho già parlato di quanto tecnicamente il gioco spinga soprattutto durante le scene filmate, in cui sembra seriamente Reikon Games abbia investito la maggior parte del budget. Doppiato in inglese e sottotitolato in italiano, Metal Eden si comporta molto bene, ma su PlayStation 5 è doveroso segnalare alcuni cali di framerate durante le risse più concitate. Mentre la colonna sonora mischia brani elettronici a quelli rock metal più incalzanti, alimentando l’adrenalina durante gli otto stage di gioco. Diciamo che se dobbiamo dare una motivazione al prezzo dell’esperienza, possiamo facilmente individuarla nel comparto tecnico.

Metal Eden è quel classico titolo che si colloca in mezzo tra due fuochi. Da un lato un’esperienza compatta, in crescendo, che vi terrà compagnia per sei ore piene di adrenalina, dall’altra un costo forse troppo elevato, soprattutto in queste settimane. Da una parte un gameplay stratificato, divertente e appagante, e dall’altro nessuno stimolo a rigiocare gli stage, vista la mancanza di punteggi o nuovi extra sbloccabili. Insomma, a differenza di Ruiner questa volta Reikon Games non è completamente a fuoco, nonostante Metal Eden sia molto divertente da giocare e portare a termine.