Il destino di Ivalice è nelle vostre mani in Final Fantasy Tactics!
Nell’ultimo periodo Square Enix sta compiendo un’incredibile opera di recupero dei suoi giochi più amati. Non solo la grossa operazione di restauro che ha colpito la serie di Dragon Quest, con il remake HD-2D in arrivo dei primi due capitoli a breve e il reimagining del 7 con un comparto grafico totalmente rinnovato, Square Enix pesca in casa Final Fantasy con uno dei titoli più attesi e chiesti a gran voce da tutta la community: Final Fantasy Tactics.
Uno dei giochi della serie di Final Fantasy più amati dopo le avventure di Cloud, questo capitolo in chiave strategica riprendeva tutti i crismi della saga e li rielaborava in un calderone fantapolitico fatto di intrighi, piani segreti e lotta sociale, gettando le basi di uno degli universi narrativi più profondi e complessi di Final Fantasy, quello di Ivalice, un regno creato da Yasumi Matsuno e ripreso poi successivamente come setting per le storie di Vagrant Story e Final Fantasy XII.
Data l’importanza di Final Fantasy Tactics non vediamo l’ora di parlarvene nella nostra recensione.
Uscito nell’ormai lontano 1997, Final Fantasy Tactics rappresentava il gioco di rottura all’interno della serie Square, un desiderio di espandere i confini della classica formula RPG che aveva reso unico Final Fantasy e, di tutta botta, lanciarsi in nuovi generi come quello degli strategici, genere che stava prendendo sempre più piede anche grazie agli ottimi riscontri della serie di Ogre Battle, sempre ad opera di Matsuno, prima del suo arrivo in Square.
Raccontarvi del complesso intreccio narrativo di Final Fantasy Tactics non è semplicissimo, ma la storia verte sul complicato rapporto di due amici d’infanzia che si ritrovano su fronti opposti di una guerra più grande di loro: Ramza Beoulve, erede di una nobile casata militare, e Delita Hyral, che nonostante sia cresciuto fra i nobili è perseguitato dal suo retaggio popolare. I due giovani sono entrambi mossi da buoni ideali e da un forte senso di giustizia, sebbene il corso degli eventi faccia in modo di dividerli e portarli a scontrarsi, sullo sfondo di un mondo, quello di Ivalice, tormentato dalla guerra, dalle faide di successione e dalla brama di potere. Non solo macchinazioni politiche, ma anche la corruzione della Chiesa, che sembra tramare di nascosto per riportare in vita un antico male sopito. E solo con il nostro intervento sarà in grado di fermare il tutto e dare una speranza a Ivalice di ritrovare l’agognata pace.

La storia creata da Matsuno è ancora oggi un capolavoro di scrittura, capace di immortalare un mondo medievale fantasy veramente oscuro e senza la minima possibilità di redenzione. Gli intrecci politici, il valore degli uomini e delle loro lotte di potere, ma anche la straziante realtà della vita del ceto popolare, la cui povertà e il classismo sono temi forti che avranno un ruolo significativo nel grande disegno di Final Fantasy Tactics. In questa versione rimasterizzata viene lasciato tutto così come lo ricordavamo. Un restauro conservativo che ne esalta il valore originale dell’opera, che non aveva bisogno di travolgimenti o ritocchi. Al contempo, però, ci troviamo di fronte a una versione rinnovata sia nella traduzione, che rimedia ai pasticci fatti nel lontano 1997, fra tagli e adattamenti discutibili, sia nello script, con la revisione e l’aggiunta di nuove linee di dialogo, soprattutto per alcuni personaggi meno rilevanti nell’opera originale. Questo non stravolge in alcun modo il racconto, tutt’altro, ne agevola la sua esecuzione, in particolar modo rendendo più naturale e scorrevole il nuovo doppiaggio che accompagna i vari scambi di battute, che restano oggi come allora sempre asciutti e chirurgici nel messaggio che vogliono trasmetterci.
Altra novità esclusiva di Ivalice Chronicles è l’opzione State of the Realm, funzionalità che sembra essere stata scopiazzata da Final Fantasy XVI e che funge da enciclopedia degli eventi del gioco, grazie alla quale è possibile seguire cronologicamente tutti i fatti e i collegamenti fra i vari personaggi. Data la complessità della storia e delle numerose battaglie, uno strumento del genere è quanto mai prezioso per mantenere una continuità narrativa e non perdersi alcun dettaglio dell’intricata trama che andremo a vivere sulla nostra pelle.
Al contempo, però, Square Enix decide di ignorare in toto le aggiunte fatte nel porting per PSP di Final Fantasy Tactics, intitolato The War of the Lions, non includendo il materiale extra di questa riedizione avvenuta nel 2007 e che vedeva l’aggiunta di nuovi filmati, classi e personaggi provenienti dagli altri giochi ambientati a Ivalice. Una scelta forse infelice, dettata dalla volontà di offrire un’esperienza il più possibile fedele all’originale, scontentando però i fan che speravano di ritrovarsi fra le mani l’edizione definitiva e migliore di Final Fantasy Tactics, come avvenuto nel caso di Tactics Ogre: Reborn.
A livello di gameplay, Final Fantasy Tactics rappresenta la classicità più totale del genere dei tattici a turni, forse uno dei più abbordabili come meccaniche fra i titoli della vecchia guardia, proponendo la tipica griglia sulla quale i personaggi possono muoversi (in base al loro raggio d’azione) ed eseguire attacchi. La caratteristica distintiva del gioco, però, è rappresentata dal Job System, che riprendendo quello della serie principale offre un complesso sistema di sviluppo dei personaggi che permette, compiendo azioni durante le battaglie, di guadagnare punti esperienza e sbloccare nuove abilità e caratteristiche. È possibile passare da una classe a un’altra in qualsiasi momento, e anzi il gioco spinge molto su questo aspetto, chiedendo al giocatore di capire quale sia la strategia migliore di missione in missione, adottando un party in grado di fronteggiarla. Oltre al pool iniziale di classi, livellando e rispettando certi requisiti potremo sbloccare Job avanzati e ben più potenti, così da essere pronti ad affrontare qualsiasi situazione. Il cambio di classe e il loro sviluppo è anche ottimo per creare certe build o dare ai membri del party abilità fuori dalla loro classe principale, come ad esempio abilità di supporto o di reazione, come i parry o i contrattacchi.

Durante le battaglie avremo modo di ospitare anche dei personaggi “guest”, che ci accompagneranno in seguito a determinati eventi della storia. Se il nostro controllo avviene sull’intero party, gli ospiti agiranno in maniera del tutto autonoma, con la possibilità di interagire con noi in caso di cure o rianimazioni. Sulla mappa generale ci aspettano invece i classici scontri casuali, mentre negli spazi dedicati alle città, potremo entrare nei negozi per migliorare il nostro equipaggiamento, arruolare nuovi condottieri o assistere magari a qualche scena extra.
La struttura di Final Fantasy Tactics è quella classica che sfrutta la visuale isometrica, con la possibilità di ruotarne l’angolazione e il livello di zoom per avere sempre sott’occhio ciò che avviene sul campo di battaglia. Essendo la zona di guerra realizzata in 3D, capita spesso che la telecamera “impalli” la visuale di gioco. In questa nuova edizione è stato reso tutto più pratico per gestire al meglio la visuale, con una nuova visuale tattica tramite la pressione rapida di un tasto che inclina la camera perpendicolarmente al piano di gioco, offrendoci una vista dall’alto decisamente più comoda per la pianificazione delle nostre strategie.

Gli scontri avvengono a turni, con una nuova opzione per scorrere nella timeline d’attacco e vedere l’ordine delle varie unità e il loro turno, così da rendere più semplice individuare le unità nemiche pronte ad attaccare. Sempre in termini di “quality of life” abbiamo l’introduzione di una modalità auto-battle, che però differisce da quella a cui siamo abituati nei JRPG moderni o in queste rimasterizzazioni. Attivando l’auto-battle non andremo ad automatizzare l’intera battaglia ma la singola unità, che andrà istruita nell’obiettivo (che sia attaccare o difendere un’unità) impostandole un bersaglio. A quel punto l’unità agirà in autonomia, permettendoci di concentrarci su altro o di impostare comandi automatici per l’intero party, affidando a loro l’esito dello scontro. Nel caso vogliate rendere le cose più veloci c’è anche un tasto dedicato all’aumento dei ritmi del gioco, che velocizza le animazioni sia durante gli spostamenti che nell’uso delle abilità.
Anche graficamente ci ritroviamo con un prodotto che non vuole strafare ma rendere omaggio al materiale originale, smussandone gli spigoli antiquati della versione PlayStation. Texture migliorate, modelli 3D delle arene di gioco più definiti, così come quelli dei personaggi e i loro relativi artwork, sono stati passati attraverso un filtro “lifting” che li rende più gradevoli alla vista sugli attuali schermi delle vostre console e PC, senza però snaturarne il magnifico lavoro di caratterizzazione fatto ai tempi da Akihiko Yoshida, al contrario di quanto avvenuto recentemente con un’altra perla di Square Enix, ovvero Front Mission 3, dove l’intervento massiccio, in parte anche di IA, ne ha compromesso il ricordo.

Per i nostalgici più accaniti, The Ivalice Chronicles include anche la versione originale del gioco, che si presenta (al di là di una maggiore risoluzione) pressoché identica alla sua controparte del 1997, senza alcuna miglioria apportata e con il suo comparto grafico fatto di texture pixelose tipiche dell’epoca. La presenza di una visuale widescreen nella versione rimasterizzata ha reso impossibile sovrapporre i due giochi, rendendoli di fatto due edizioni separate che non possono condividere i progressi fatti. Ma, per quanto appetibile ai nostalgici, The Ivalice Chronicles risulta molto più interessante sia in termini di contenuti che di giocabilità, tanto da non poter non preferirlo all’originale.
Prezioso anche nel suo accompagnamento musicale, una vera e propria opera che racchiude l’essenza di Final Fantasy e la riplasma adattandola ai duri temi del gioco, che appaiono cupi ed epici proprio come la storia che ci viene raccontata. Abbiamo già citato il doppiaggio completo sia in giapponese che in inglese, di ottima qualità, mentre, proprio come era successo per Tactics Ogre: Reborn, anche per Final Fantasy Tactics – The Ivalice Chronicles dobbiamo rinunciare a un adattamento in italiano, che come nell’altro caso avrebbe aiutato a comprendere meglio ai più un testo scritto in maniera molto complessa dal lato della sintassi, e non proprio di facile comprensione con una conoscenza basilare della lingua.
Spesso, quando si parla di retrogaming, si vive in quell’illusione patinata del ricordo, che volenti o nolenti si scontra con una realtà che racconta altro. Ma non è il caso di Final Fantasy Tactics – The Ivalice Chronicles, che anche a distanza di quasi 30 anni dalla sua uscita originale si dimostra ancora il capolavoro che è. Il trattamento riservato a questa nuova edizione è buono e, sebbene le aggiunte siano ormai diventate uno standard di questo tipo di operazione, possiamo ritenerci abbastanza soddisfatti del risultato. Dispiace solamente che il materiale di The War of the Lions sia stato escluso da questa riedizione, facendogli mancare per un soffio il titolo di versione definitiva. A parte questo, The Ivalice Chronicles è il modo migliore per recuperare questo grande classico — soprattutto per i giocatori più giovani — e scoprire così tutti gli intrighi e i complotti che vi attendono nel mondo di Ivalice, con la speranza che Square Enix, visto l’entusiasmo e l’interesse dietro al gioco, decida di portare anche i due seguiti usciti rispettivamente su Game Boy Advance e Nintendo DS.