Bye Sweet Carole – La Recensione

Bye Sweet Carole

Con Bye Sweet Carole, Chris Darril ha dimostrato ancora una volta la propria sensibilità all’orrore e l’innata capacità nel dare vita a opere meritevoli di attenzione.

Sviluppare videogiochi è un lavoro estremamente complesso, ma ammettiamolo: non è nulla in confronto al far capire al mondo intero che dietro i vari titoli ci sono decine e decine di professionisti. Questo perché in molti amano i videogiochi, ma in pochi si interessano al loro sviluppo. A capire come sia possibile che delle linee di codice “prendano vita” per diventare esperienze tanto avvincenti ed emozionanti. Un’attitudine che alcuni grandi autori sono riusciti a sdoganare, permettendo al loro nome di uscire dalla bolla degli utenti hardcore. Autori come Hideo Kojima, John Romero o Toby Fox, che hanno lasciato un segno all’interno dell’industria.

Nonostante i nomi citati siano tutti stranieri, sappiate però che anche in Italia vantiamo dei talenti che meritano di essere conosciuti da tutto il mondo. Talenti come Luca Galante, autore del fenomeno pop Vampire Survivors, o del creatore del titolo di cui vi parliamo oggi, Chris Darril.

Chris è da sempre un grande amante dei videogiochi horror e ha costruito una straordinaria carriera attorno a questo genere. Dopo aver collaborato con Hifumi Kono (Clock Tower) a NightCry, Chris riceve gli elogi direttamente da Keiichiro Toyama (Silent Hill) per il suo Remothered: Tormented Fathers. Un successo che lo porta, negli ultimi anni, a fondare una propria software house (Little Sewing Machine) e a dare vita a Bye Sweet Carole. Negli ultimi giorni abbiamo potuto provare a fondo proprio la recente fatica di Darril e del suo team, attirati dallo stile grafico sulla scia dei grandi classici Disney. Ma sarà bastato un comparto artistico estremamente curato per dare vita a un buon videogioco?

Bye Sweet Carole

L’IMPORTANZA DELLE PAROLE

La trama di Bye Sweet Carole vede protagonista Lana Benton, una giovane orfana decisa a fare di tutto per scoprire cosa sia accaduto alla sua migliore amica Carole Simmons. Un mistero che sembra coinvolgere altre figure dell’inquietante orfanotrofio Bunny Hall, costruito attorno a una grande colonia di conigli selvatici. Durante la sua indagine, però, il mondo attorno a Lana prende una piega surreale. Mostruose creature serpeggiano tra i corridoi dello splendido edificio, una tetra figura sembra essere sulle tracce di Lana e voci dell’esistenza di un altro mondo cominciano a insinuarsi nella testa della coraggiosa eroina. Quando di tutto questo sia reale, però, lo lasciamo scoprire a voi.

Il comparto narrativo è senza dubbio uno dei punti di forza di questa fiaba tetra. La sceneggiatura scritta da Chris Darril è ricca di mistero, colpi di scena, sottotetti importanti e personaggi interessanti. È però il perfetto equilibrio dei dialoghi ad averci realmente sorpreso. Ogni singola frase ha un valore all’interno del racconto, lasciando costantemente la voglia al giocatore di saperne di più, pur senza mai essere avara di contenuti. A differenza di molti altri videogiochi che presentano frasi ripetute o sezioni eccessivamente stiracchiate per aumentare la longevità, Bye Sweet Carol prosegue per la propria strada senza mai fermarsi. Sei ore intense, che lasciano la sensazione di aver vissuto una sorta di film, ma con la consapevolezza di aver anche realmente giocato nel mentre. Questo perché, nonostante l’importanza data alla trama, il titolo di Little Sewing Machine è un videogioco a tutti gli effetti.

Bye Sweet Carole

UN SURVIVAL HORROR COME QUELLI DI UNA VOLTA

Bye Sweet Carole è un sapiente mix tra un survival horror e un’avventura grafica. Ripescando una struttura per certi versi simile a quella del mai abbastanza elogiato Clock Tower, l’opera di Chris Darril ci mette di fronte a dei puzzle ambientali da risolvere. Puzzle che spesso coinvolgono l’utilizzo di oggetti chiave, i quali vanno messo al giusto posto e nel giusto ordine. Questa necessità ci porta a esplorare i vari livelli, raccogliendo pezzi di trama e cercando di non farci uccidere dalle varie mostruosità che vagano per le lugubri aree di gioco. Il pregio di questi enigmi è quello di non essere mai davvero complessi, ma allo stesso tempo di non risultare mai banali. L’effetto finale è quello di una sfida ben bilanciata, che permette alla storia di non ancorarsi mai e di scorrere agilmente verso il gran finale.

Nonostante la struttura dei livelli sia più o meno simile, è encomiabile lo sforzo che gli sviluppatori hanno fatto per rendere ogni area unica. Attraverso piccole aggiunte al gameplay, infatti, il giocatore si troverà di fronte a situazioni sempre differenti. Che si tratti di un semplice minigioco, di inaspettate sezioni “platform” o di aree da affrontare in modi del tutto inaspettati, Bye Sweet Carole non annoia neanche per un istante. L’ennesima prova del perfetto bilanciamento messo in piedi dal team di sviluppo.

Poche righe fa vi accennavamo alla presenza di mostruose creature da evitare. Ecco, nonostante la loro presenza sia necessaria, ammettiamo che si tratta dell’unico neo del comparto ludico. Durante l’esplorazione il giocatore potrà infatti imbattersi in questi mostri, trovandosi costretto a fuggire per tuffarsi nel primo nascondiglio disponibile. Se l’idea di fondo ci può anche piacere, è evidente che in alcuni momenti questa struttura risulta più un fastidio che una vera e propria aggiunta all’esperienza. Questo a causa della scarsa intelligenza dei nemici, che passano dal non vederci a pochi metri di distanza al monitorare alcune aree con sin troppa insistenza. Niente di disastroso, sia chiaro, ma qualcosa che va a spezzare l’ottimo ritmo del resto dell’avventura.

Bye Sweet Carole

UNA GEMMA DA NON DIMENTICARE

Inutile girarci attorno: il comparto artistico di Bye Sweet Carole è semplicemente sensazionale. Non solo lo stile grafico richiama i classici Disney, ma è evidente una passione maniacale per l’intero mondo dell’animazione, dai capolavori di Don Bluth al tragico “La collina dei conigli” di Martin Rosen, senza dimenticare alcune chicche orientali come “Il castello errante di Howl”. Persino le inevitabili incertezze di alcuni animazioni contribuiscono a dare vita a uno spettacolo unico nel panorama videoludico. Un’opera d’arte in movimento che ci ha stregati, facendocene desiderare ancora, ancora e ancora.

Ottimo anche il comparto sonoro, che vanta una soundtrack fiabesca, ma che cela un costante malessere per tutta la durata dell’avventura. Una sorta di malinconia terrificante di fondo, che si sposa alla perfezione con il tono dell’opera. Impossibile poi non notare il doppiaggio in italiano, che risulta non solo di ottima qualità, ma con dei tempi di battute che, ancora una volta, richiamano i grandi classici del passato. Un plauso particolare a Rossa Caputo (voce anche di Juno Temple, Dakota Johnson e Florence Pugh), che interpreta una protagonista dolce come non se ne vedevano da tempo. Segnaliamo, infine, la presenza di piccoli bug che, fortunatamente, stanno venendo risolti patch dopo patch. Non si può ancora parlare di un’esperienza del tutto pulita, ma manca poco.

BYE SWEET CAROLE, IL COMMENTO FINALE

Bye Sweet Carole è la prova di quanto sia ingiusto che ancora molti non abbiano sentito parlare di Chris Darril. L’opera sviluppata da Little Sewing Machine presenta una visione autoriale, fresca e appagante di un grande autore, tradotta sullo schermo da un team consapevole e meritevole sin da subito di attenzione. Se amate le avventure grafiche, gli horror o se, semplicemente, siete rimasti stregati dal comparto artistico di questa piccola gemma, allora dovreste fare vostro Bye Sweet Carole al più presto. In un anno costellato di capolavori, riuscire a distinguersi è più difficile che mai. Eppure, nonostante tutte le difficoltà, Bye Sweet Carole è riuscito in questo intento, presentandosi come una delle esperienze più interessanti di questo denso 2025.

Bye Sweet Carole è disponibile su console e PC.

Bye Sweet Carole
Pro
Narrazione perfettamente bilanciata
Enigmi ambientali avvincenti e mai tediosi
Comparto artistico e sonoro di altissimo livello
Contro
Le sezioni “horror” sono l’elemento meno riuscito della produzione
Piccoli bug che potrebbero costringervi talvolta a un riavvio del gioco
8.5
Voto