Ci siamo, finalmente!
Dopo svariate ore passate a giocare a Sekiro: Shadow Die Twice, possiamo finalmente dire la nostra sull’ultima fatica di From Software. La casa di sviluppo Giapponese ci è riuscita, di nuovo, a creare un nuovo standard del mondo videoludico. Dopo quello che erano stati i Souls, dopo ciò che aveva fatto Bloodborne, Sekiro non poteva assolutamente essere da meno.
Il gioco mette a tacere tutte le voci che vedevano Hidetaka Miyazaki ricoprire un ruolo secondario, incarnando a pieno il suo stile pur riuscendo a tracciare una netta linea di confine con i suoi cugini Souls. Ma andiamo con ordine.
Ci teniamo a chiarire che il titolo è nettamente diverso dai Souls ma che, essendo la stessa casa di sviluppo nonché lo stesso autore, ci saranno numerosi paragoni tra i titoli anche per semplificare e rendere più chiari i concetti espressi.
Trama
Forse la prima sostanziale differenza con i Souls, finalmente (o purtroppo a seconda dei punti di vista) la trama principale non è più da andare a ricercare in ogni oggetto trovato e\o elementi di scena. La storia principale di Sekiro è ben narrata e lineare. Ambientato nel Giappone feudale, vestirete i panni dello Shinobi Sekiro, come tale avete il compito di proteggere ed assistere ai compiti del vostro Signore, qualunque essi siano. Lo spunto iniziale è abbastanza semplice (non approfondiremo in questa sede per non incappare in spoiler) vi basti sapere però che ci saranno una moltitudine di personaggi a complicare il tutto, maledizioni, benedizioni e quanto di più surreale possiate immaginare. Il titolo non si fa mancare praticamente nulla narrativamente parlando.
Se per la trama principale abbiamo detto che non ci sarà molto da interpretare e capire, così non sarà per tutte le sotto-trame presenti nel titolo. Numerose missioni secondarie lasceranno del non detto che starà a voi capire. Elementi scenici saranno la fonte delle informazioni principali, oggetti nel vostro inventario serviranno a comprendere al meglio la situazione di Ashina (città principale del gioco), gli eventi che stanno accadendo ed il mondo che vi circonda. Un buon osservatore riuscirà a comprendere utili informazioni per la sconfitta dei numerosissimi boss anche dall’ambiente e soprattutto dalla funzione “origlia” del nostro Shinobi. Ascoltare i nemici non sarà infatti solo utile a scopo informativo ma anzi, riuscirà ad apportarvi numerosi vantaggi strategici nelle battaglie più ostiche.
Gameplay
Altra differenza sostanziale con i cugini è sicuramente il sistema di movimento del personaggio. Se nei Souls, tornare ai falò per riposare, poteva essere estremamente frustrante (rifare poi la zona con gli stessi nemici) in Sekiro il problema non si pone. Certo, anche in questo titolo i nemici base respawneranno ma grazie all’abilità di utilizzo del rampino, all’assenza della stamina del personaggio, alla velocità dei movimenti ed al fatto che nel 90% dei casi ci sarà sempre una strada “Stealth” da percorrere, la frustrazione circa il ripercorrere numerose volte la stessa zona quasi è inesistente.
Sistema di combattimento e postura
Come anticipato in Sekiro non esiste la stamina. Questa è stata “sostituita” dalla postura. Una barra presente sia in Lupo, il nostro protagonista, che in tutti gli avversari che si troverà a dover eliminare. La postura altri non è che una barra che indica l’equilibrio del personaggio. Parryare (va considerato che alcuni attacchi non potranno essere parati se non con specifiche abilità come il Mikiri) l’avversario o attaccarlo costantemente riempirà questa barra. Una volta piena ci sarà la possibilità di infliggere colpi mortali e quindi vincere gli scontri. Grazie all’introduzione di questa meccanica gli scontri diventano vere e proprie danze. Sarà infatti molto più semplice trionfare in una battaglia adottando una strategia più di attacchi costanti a discapito dell’utilizzo di una più difensiva. Personalmente ho ritenuto molto più premiante e pulito nelle battaglie sfruttare la postura piuttosto che ridurre gli HP del nemico (tranne in un caso specifico).
Il nostro Lupo avrà a disposizione sostanzialmente 3 armi. Una spada, la protesi Shinobi e… Una seconda spada( Che non approfondiremo per evitare spoiler).
La scelta di limitare le armi è stata molto probabilmente una scelta vincente. Grazie a questa limitazione infatti le animazioni del nostro personaggio risultano essere fluidissime e molto varie. Durante il gioco, inoltre, si troveranno numerose pergamene che introdurranno nuove tecniche di combattimento per il nostro personaggio (sbloccabili tramite vari alberi delle abilità) andando, di fatto, ad aumentare la potenza del nostro personaggio.
La protesi Shinobi (Che cosuma emblemi spiritici in base al tipo di strumento utilizzo), invece, è molto più varia della spada. A questa infatti, potranno essere aggiunte numerose modifiche. Si andrà dall’utilizzo dei classici Shuriken Ninja a Lanciafiamme, Scudo, Lama avvelenata e tanto altro ancora. Il tutto potenziabile grazie alla presenza di un NPC che ci aiuterà ed ai numerosi materiali che troveremo in giro nel mondo di gioco.
Saranno inoltre presenti vere e proprie arti Ninja necessarie in alcune sequenze al proseguimento della storia principale del titolo.
Boss
Forse una delle cose più affascinanti, soddisfacenti ed emozionanti dell’intero titolo sono le Boss Fight. Molto varie, capaci di offrire un livello di sfida alto ma non impossibile e soprattutto in grado di catturare la vostra intera attenzione ed impegno. I Boss sono davvero numerosi motivo per cui dovrete spesso ingegnarvi nella ricerca della migliore tecnica per poterli sconfiggere nel modo più pulito possibile. Molto spesso infatti sarà molto meno premiante adottare una tecnica del tipo “colpisci e fuggi” rispetto all’impegnarsi nello scoprire il modo più efficace di affrontare il nemico.
Morte
Una delle meccaniche più interessanti del titolo è sicuramente quella della resurrezione e morte del personaggio. Sekiro, colpito da una sorta di Benedizione\Maledizione avrà infatti la possibilità di tornare in vita. Potrete caricare questa meccanica ogni volta che riposate ad un idolo e\o eliminando un certo numero di nemici. Nel caso esauriste le resurrezioni in vostro possesso il personaggio morirà. Morire significa ogni volta perdere metà dell’esperienza guadagnata (Utile per potenziare gli alberi delle abilità) e metà del denaro. Ci saranno però delle eccezioni. Esiste infatti una percentuale di “Aiuto Divino” una sorta di aiuto che si attiverà ogni tanto e che impedirà la perdita di Xp e Denaro. La percentuale è settata inizialmente al 30% e andrà man mano diminuendo in base al numero di morti che farete nel gioco. Morire troppo causerà il “Male del Drago” una malattia che colpirà gli NPC e che quindi bloccherà le missioni secondarie che state svolgendo fino a quando non riuscirete a trovare il modo di guarire il mondo da questa piaga.
Comparto Tecnico
Un comparto grafico e narrativo straordinari. Nulla da dire. Il titolo vi offrirà degli scorci e dei panorami incredibili quasi sempre accompagnati da una base sonora più che all’altezza. Gli unici limiti tecnici che siamo riusciti a trovare sono i seguenti:
- Un’intelligenza artificiale per niente all’altezza di un gioco di questa portata. Capiterà spesso di essere visti da uno di 2 nemici impegnati a parlare tra loro e solo uno di loro vi inseguirà. Ancor più spesso vi accorgerete che l’angolo visivo di questi è molto limitato e che sarà quindi facilissimo coglierli di sorpresa anche solo dal fianco. Peccato, sarebbe stato molto più ostico avere una IA più sviluppata e rendere la sfida ancora più interessante (ma magari è proprio una scelta per rendere il gioco più semplice).
- Altra pecca del gioco sono sicuramente la scarsità dei modelli dei nemici base. Giustificabile nelle fasi in cui i nemici indossano delle vere e proprie armature o hanno i volti coperti, ma veramente fastidioso nelle sezioni interne agli edifici in cui nemici vestiti di sole toghe hanno tutti gli stessi volti.
Conclusioni
Cosa dire in conclusione di questo Sekiro: Shadow Die Twice?
In primis ci teniamo a far sapere che le numerose definizione della critica come titolo assolutamente impossibile probabilmente si trovano ad esagerarne la difficoltà. Certo, non sarà mai una passeggiata e se siete dei giocatori distratti rischierete di morire numerosissime volte ma nulla è impossibile. I Boss hanno pattern di attacco ben definiti e dopo qualche tentativo riuscirete a leggerne il “Matrix” anticipando le loro mosse e imparando a memoria i tempi di attacco e parata.
La soddisfazione però, che un titolo come Sekiro riesce a darvi una volta completato è imparagonabile. I battiti cardiaci che aumentano nelle fasi finali di un nemico, l’adrenalina che sale, sono emozioni da videogiocatore che non provavo da po’. Questo pone Sekiro sicuramente in un posto speciale riuscendo a conquistare, di fatto, il titolo come uno dei migliori giochi di questo 2019.
Consigliatissimo.
Trailer di lancio: