A Little to the Left – La Recensione

A Little to the Left

A Little to the Left, il gioco che Marie Kondo apprezzerebbe!

C’è ormai da tempo una certa filosofia diffusa nel mercato indipendente videoludico ed è quella del comfort gaming.

Paragonabile a quello culinario, il comfort gaming è cibo per la mente, titoli pensati non solo a scopo ludico ma anche per appagare l’utente. Spesso si tratta di esperienze non troppo complicate, dai ritmi rilassanti e dalle sonorità zen.

Release Date
9 Novembre 2022
Genere
Rompicapo
Sviluppato da
Max Inferno
Distribuito da
Secret Mode
Piattaforme
Switch, PC
Our Score
7.4
Veri e propri giochi pensati per staccare con il resto del mondo e concedersi qualche momento per sé stessi in maniera spensierata.

A Little to the Left rientra per merito in questa categoria di giochi. Il puzzle game creato da Max Inferno è un gioco che si prende i suoi tempi e trasporta il giocatore nel mondo del riordino. Come emuli di Marie Kondo saremo chiamati a sistemare tutta una serie di oggetti comuni sparsi nella nostra casa, sia questa una pila di libri, dei quadri da raddrizzare o degli utensili in cucina.

Ogni livello richiederà un buon colpo d’occhio per scorgere la chiave di lettura che servirà per indovinare la sequenza da utilizzare per superare lo schema. In alcuni casi l’interpretazione del riordino sarà aperta a più soluzioni, dettate dal punto di vista di come decideremo di affrontare l’enigma e del senso che vogliamo dargli.

Ad esempio in uno dei tanti puzzle ci troviamo di fronte da diversi barattoli con al loro interno del delle verdure. Qua l’interpretazione si apre a più strade e tutto dipenderà dalla nostra maniacalità nell’ordinare il tutto a seconda dell’altezza dei barattoli, in base al livello dei liquidi in essi contenuti o ancora in base al numero di oggetti al loro interno. Ogni soluzione che sceglierete sarà quella giusta, e spesso sarà interessante tornare sui propri passi per scoprire in determinati livelli quali altre possibilità c’erano per superarlo. Ad aiutarci nel nostro compito ci sarà un flebile segnale sonoro, ad indicarci che l’azione compiuta ci porterà nella direzione giusta.

Se proprio rimarrete bloccati su qualche enigma A Little to the Left vi proporrà 2 semplici soluzioni, la prima quella di saltare a “piè pari” lo stage per passare al successivo o dare una sbirciata ai suggerimenti così da sbloccarci e poter risistemare il tutto.

Per quanto semplice e rilassante alcuni dei rompicapo proposti non sono proprio così immediati, e in diversi casi la soluzione sembra dettata più dalla casualità che non dalla logica. Ed è un peccato perché si passa senza motivo da situazioni fin troppo basilari a veri e propri muri insormontabili, che vi obbligheranno a ricorrere alle soluzioni accennate poco fa per essere superati.

A Little to the Left trova diverse similitudini in un altro titolo che fa del riordino il suo punto di forza, Unpacking.

Per quanto simili nelle ideologie, il titolo di Max Inferno sceglie una strada diversa e laddove Unpacking racconta la storia di una vita rivivendone i momenti più importanti segnati dai vari traslochi negli anni, A Little to the Left mantiene un profilo più basso, optando per un’esperienza da puzzle game più essenziale, decidendo però di omaggiare, quasi come in un ode al gatto, un pestifero felino che di tanto in tanto apparirà a schermo e che con le sue zampe riporterà il disordine fra gli oggetti che avevamo appena sistemato.

L’elemento di disturbo portato dal gatto è una variabile ingegnosa, che però non viene sfruttata a dovere in tutti li schemi. Per dare più senso a questo disturbatore seriale sarebbe stato più logico concedergli maggior presenza scenica durante i nostri interventi organizzativi, proprio come si confà ad un gatto che non vuole saperne di darci retta.

Una volta terminata la sequenza dei puzzle proposti, completabili nel giro di una manciata di ore, A Little to the Left ci propone il Riordino Giornaliero. Ispirandosi a Professor Layton, ogni giorno ci verrà offerto un nuovo schema da risolvere, e così via per 365 giorni. Un’aggiunta simpatica e di valore, in particolar modo se avrete apprezzato i contenuti del gioco base.

A Little to the Left è un titolo perfetto per essere giocato in modalità portatile su Nintendo Switch.

Il supporto al touch screen rende tutto immediato e basterà il tocco di un dito per mettere in ordine i vari oggetti e superare così il livello.

Il comfort mentale di A Litte to the Left passa prima di tutto dal comfort visivo. E lo fa utilizzando uno stile grafico interamente disegnato a mano, con illustrazioni a matita e pastello dal fare romantico e sognante, che rispecchia lo stile rilassato dell’intero gioco. Lo stesso vale anche per le musiche mai troppo invasive, ci aiuteranno ad immergerci nel mondo del riordino e a distaccarci dal tran tran quotidiano.

A differenza di tanti altri titoli indieA Litte to the Left si propone per quello che è, un puzzle game rilassato e rilassante. Niente storie da interpretare, niente chiavi di lettura, niente colpi di scena improvvisi. Il gameplay ruota tutto intorno al riordino con diversi puzzle creativi ma non tutti pienamente riusciti. Dato l’amore di Max Inferno per il proprio gatto, ci saremmo aspettati una presenza scenica e una maggiore attività di disturbo durante la risoluzione dei vari enigmi, ma così non è stato, facendoci più volte domandare perché puntare su questo elemento per poi sfruttarlo così poco. Al netto di queste piccole sbavature, A Litte to the Left è un titolo piacevole che si sposa alla perfezione con la modalità portatile di Nintendo Switch, da recuperare magari durante i primi saldi.

A Little to the Left è disponibile su Nintendo Switch e PC.

A Little to the Left
A Little to the Left – La Recensione
Pro
L'apoteosi del confort gaming
Stilisticamente molto ispirato
Le diverse chiavi di lettura permettono di ritornare sui puzzle completati
Contro
Alcune soluzioni di non facile lettura
Ci saremmo aspettati un maggior intervento da parte gatto
7.4
Voto