Pensato inizialmente come uno spin-off di Cloverfield, A Quiet Place – Un posto tranquillo è un film scritto, diretto e interpretato da John Krasinski. Un film che ha saputo ritagliarsi uno spazio tutto suo all’interno del cuore degli amanti del genere horror. Costata 17 milioni di dollari, la pellicola ne ha incassati ben 341 milioni, permettendo al film di diventare il primo capitolo di un franchise. Franchise che si è espanso con un sequel nel 2020 e con un prequel nel 2024. Entrambe le opere hanno ottenuto un discreto successo, confermando l’ottima intuizione di Krasinski. A Quiet Place, infatti, ruota attorno a un’idea tanto semplice, quanto geniale: il mondo viene invaso da alieni ciechi, ma dall’incredibile udito. Basta anche il suono più leggero per attirare l’attenzione delle creature, che si avventano così sulla loro vittima dilaniandola in pochi istanti.
Con un concept così solido alla base, era solo questione di tempo prima che qualcuno decidesse di tradurre la saga cinematografica in un videogioco. E così è stato.
A Quiet Place: The Road Ahead è l’ultima fatica dei ragazzi italiani di Stormind Games, team già noto per aver dato vita a piccole gemme come Remothered: Tormented Fathers e Batora: Lost Haven. Forte di questa grande responsabilità, la software house nostrana si è quindi messa in gioco con lo scopo di confezionare un vero e proprio titolo “doppia A”. Un titolo in grado di spingere il team oltre i propri limiti, nel tentativo di dare vita all’ennesimo tassello riuscito di un franchise ricco di fascino e qualità. Saranno riusciti nell’ardua impresa? Scopritelo nella nostra recensione, da leggere a voce bassa per evitare di andare incontro a una morte rapida e dolorosa.
UNA STORIA AL SERVIZIO DEL GAMEPLAY
La trama di A Quiet Place: The Road Ahead ci mette nei panni di Alex, una ragazza che vede il proprio fidanzato ucciso dai letali mostri dall’udito sopraffino. Come se non bastasse, la giovane donna scopre di essere incinta, una rivelazione che un tempo avrebbe portato gioia, ma che ora rappresenta un reale pericolo per la vita della madre e del bambino. Ha così inizio il lungo viaggio di Alex nel tentativo di trovare un luogo dove poter dare alla vita suo figlio senza il rischio di venire dilaniata dalle fauci delle creature. Una missione che si rivelerà più complessa del previsto, dato che gli alieni non sono l’unico pericolo con il quale la ragazza dovrà confrontarsi.
Il comparto narrativo di The Road Ahead ha un sapore familiare che sicuramente i fan delle tre pellicole sapranno apprezzare. Tornano, infatti, alcune tematiche e/o situazioni viste nei film, ma qui interpretate in maniera del tutto nuova. La sensazione è di trovarsi di fronte a un prodotto dal medesimo mood dell’opera originale, ma declinato attraverso un lessico diverso. Esattamente quello che si potrebbe desiderare da uno spin-off videoludico di un prodotto cinematografico. I personaggi non saranno innovativi o particolarmente interessanti, ma comunicano tra di loro creando intrecci avvincenti e relazioni in costante mutamento. Relazioni che ci hanno appassionato, tenendoci incollati allo schermo dal primo all’ultimo minuto di gioco. Un buon lavoro è stato fatto anche nella scrittura dei documenti, che contribuiscono ad arricchire quel world building che abbiamo imparato ad amare con il film del 2018.
È evidente, comunque, che il comparto narrativo di A Quiet Place: The Road Ahead sia più che altro un pretesto per mettere il giocatore in situazioni sempre nuove. Situazioni che declinano in diversi modi il concept alla base del franchise.
UN POSTO TRANQUILLO
Esattamente come visto nei tre film, l’idea alla base di The Road Ahead è semplicissima: fare rumore può condurre rapidamente alla morte della nostra protagonista. Per questo motivo ogni azione va ragionata e affrontata con la relativa calma. Che si tratti di camminare stando attenti alle pozzanghere, di aprire un cassetto nella speranza di trovare dei medicinali o di prestare attenzione ai vetri rotti e agli oggetti sparsi per lo scenario poco importa. Qualsiasi suono che possa ricondurre a noi ci porterà a un rapida dipartita, costringendoci a ripetere la sezione dal checkpoint precedente.
Esattamente come i tre film di A Quiet Place, anche in The Road Ahead troviamo qualche sezione più frenetica, ma il ritmo generale dell’opera rimane abbastanza pacato. I movimenti, mescolati alla costante tensione, portano inevitabilmente il gioco a essere più lento rispetto ad altri horror. Una lentezza che, al contrario di quanto non possa sembrare, contribuisce all’incremento costante della tensione.
I ragazzi di Stormind Games sono inoltre riusciti a mantenere intatta l’idea alla base del gioco per tutte le (circa) sette ore di durata. Questo grazie alla continua introduzione di nuove meccaniche, che rendono l’azione sempre diversa e costringono il giocatore ad adattarsi alle situazioni. Questa scelta ci conduce, però, al più grande difetto della prodiuzione: le meccaniche di gioco che vanno al di là del non fare rumore muovendosi nell’ambiente non sono mai davvero approfondite e finiscono spesso per essere accantonate dopo la sezione nella quale vengono introdotte. Si tratta di una precisa scelta che porta l’utente a non annoiarsi mai, ma che al contempo gli impedisce di provare quella soddisfazione che si sperimenta una volta che sia ha compreso appieno ogni sfumatura del gameplay.
Discorso a parte, invece, merita il fonometro, strumento che registra il rumore ambientale e lo paragona al suono emesso dal giocatore. Mano a mano che si procede si trovano sempre nuovi metodi per gestire al meglio questo elemento, portandoci verso la fine dell’avventura a diventare estremamente competenti nelle sezioni stealth. Gli sviluppatori hanno introdotto, inoltre, la possibilità di attivare il microfono del giocatore per registrare i suoni della sua stanza. Di conseguenza, ogni spavento manifestato con un tono di voce troppo alto rischia così di attirare l’attenzione degli alieni. Si tratta di una meccanica che, seppur non innovativa, viene implementata alla perfezione e che risulta assolutamente coerente con il mood del franchise.
LA POTENZA DELL’UNREAL ENGINE 5
Da un punto di vista puramente tecnico, A Quiet Place: The Road Ahead non nasconde la sua natura da titolo AA. E sia chiaro: quest’affermazione non ha un’accezione negativa. I personaggi di The Road Ahead sono curati ed espressivi, per non parlare del modello del mostro fornito direttamente da Paramount. Gli ambienti, inoltre, risultano ben realizzati e forti di un’illuminazione che li rende non solo belli da vedere, ma che permette al giocatore di capire dove muoversi a un primo sguardo.
Ottimo lavoro anche sul comparto sonoro, elemento fondamentale per godere appieno di un’esperienza come quella offerta da Stormind Games. Il nostro consiglio è infatti quello di affrontare l’intero titolo con un paio di cuffie, in modo da apprezzare ogni sfumatura sonora. Molto buono anche il doppiaggio inglese che, seppur poco presente, riesce a dare una caratterizzazione ai vari personaggi. Non conoscete la lingua d’Albione? Non preoccupatevi. A Quiet Place: The Road Ahead è interamente sottotitolato in italiano.
A QUIET PLACE: THE ROAD AHEAD, LO SPIN-OFF PERFETTO
A Quiet Place: The Road Ahead è esattamente il risultato che ci si può aspettare da uno spin-off videoludico della saga cinematografica. L’opera di Stormind Games offre una narrativa interessante, un gameplay solido e un comparto tecnico dal tratto realistico che avvicina ancora di più il titolo ai tre film targati Paramount. Pur senza rivoluzionare nulla, The Road Ahead intrattiene, emoziona e sorprende. Sorprende anche solamente per la sua esistenza, che lo rende una sorta di unicum nel mercato videoludico italiano.
Amate gli horror in stile Amnesia? Allora A Quiet Place: The Road Ahead è il gioco che state cercando. La sua natura di titolo AA gli permette di raggiungere il mercato con il prezzo competitivo di circa trenta euro. Un costo ben al di sotto dei valori produttivi offerti da quest’ultima fatica dei ragazzi di Stormind Games. E speriamo, a questo punto, che The Road Ahead sia solo l’inizio di un nuovo ciclo vitale del team italiano. Un team composto da autori d’eccellenza e che, per questo, merita tutta la nostra (e vostra) attenzione.