Scompare all’età di 80 anni il disegnatore giapponese Keiichiro Kimura autore, fra gli altri, di Mimì e la nazionale di pallavolo e del celebre lottatore di Tana delle Tigri. L’uomo, che nel corso della sua carriera aveva dato vita a diversi cartoni animati notissimi negli anni Ottanta, viene salutato con l’affetto di chi è cresciuto con le sue creature, di chi ha pianto e tifato per i suoi protagonisti.
Nato a Tokyo nel 1938, Keiichiro scopre la passione per il disegno giovanissimo, un modo per uscire fuori dai muri della scuola ed evadere in posti lontani, in realtà sempre più fantasiose. Dopo aver fallito l’esame per l’istituto d’arte, entra a far parte della squadra della Toei Animation rispondendo a un annuncio sul giornale. Qui inizia a farsi le ossa dedicandosi alla realizzazione di lungometraggi animati, di programmi per la televisione e progetti tratti da anime dalla fama imperitura come L’Uomo Tigre, ideato da Ikki Kajiwara. È il 1969 e, da allora, lo stile di Kimura sarà associato alla forza espressiva e alla voglia di spingersi oltre.
Ogni gesto viene reso in modo inverosimile, esasperando volutamente i tratti e le azioni al solo scopo di renderle potenti, evocative. La lunghezza esagerata del ring e i salti e i colpi messi a punto a metri e metri di altezza fanno sì che l’Uomo Tigre entri subito nel regno dei cult, esattamente come altri classici resi noti da Kimura: da Mimì e la nazionale di pallavolo a Sam ragazzo del West, da Trider G7 a Sally la maga.