AER: Memories of Old è un’avventura grafica, con elementi platform e puzzle, sviluppato da Forgotten Key: un videogioco dall’anima poetica, con uno stile grafico al tempo stesso minimalista e coloratissimo, in grado di trascinare il giocatore in un’esperienza onirica di incredibile impatto, assieme alla sensazione di leggerezza e libertà.
Disponibile sia su console Playstation 4 e Xbox One, sia su PC, versione cui fa riferimento la nostra recensione.
AER: FRAMMENTI DI UN TEMPO ANTICO
AER: Memories of Old è ambientato in un mondo ferito da un’antica disgrazia, pronta a ritornare e ad abbattersi sul presente.
Il pianeta e gli esseri umani sono sopravvissuti al cataclisma solo grazie all’intervento della pretessa Karah, che con la sua Luce ha protetto il mondo. A seguito del suo intervento, però, la configurazione del continente è mutato: un tempo unito, si è diviso in mille isole sospese nel cielo.
La protagonista, Auk, è una pellegrina della Tribù del Vento, col compito di indagare e ricondurre la Luce di Karah sul mondo, per impedire che il cataclisma si ripeta. Auk, oltre ad essere una giovane ragazza coraggiosa, è dotata di un’abilità unica: quella di tramutarsi in uno splendido uccello, potendo così viaggiare liberamente tra un’isola e l’altra.
Ogni isola sulla quale si vola nasconde segreti e indizi sul passato e mostra le rovine degli antichi fasti, trasmettendo la sensazione di una civiltà progredita, crollata sotto il peso dell’avidità e dell’oscurità, e di cui restano solo ombre ed echi lontane.
Per poter afferrare i sussurri del passato, occorre portarvi Luce, letteralmente, e collegare i frammenti tra loro.
AER: MISTERIOSI AMBIENTI BUCOLICI
Il crollo della civiltà precedente, ha lasciato libero spazio alla natura, che in AER: Memories of Old troviamo ricca e incontaminata. Magica, in un certo senso: cascate d’acqua infinite che si librano nel cielo, animali pacifici che scorrazzano per le praterie e una calma che si interrompe solo entrando nei dungeon e affrontando i puzzle del gioco.
Tanto sono luminosi e colorati gli ambienti delle isole iniziali, quanto sono oscuri e ombrosi i dungeon e le isole più vicine alla fine, avvolte da una perenne tormenta di neve.
La grafica, così detta low poly, è pulitissima, quasi asettica, ma i colori le donano un carattere dolce e poetico. Proprio grazie al sapiente uso cromatico, neppure i volti senza espressioni risultano inquietanti, e anzi riescono comunque a trasmettere emozioni rimanendo minimalisti.
Ad aiutare la resa dell’ambientazione e a far entrare il giocatore nel mood giusto, è la musica: in grado di far sognare quando ci si libra come un uccello nei candidi cieli tra le isole, o di accendere l’attenzione nei misteriosi antri del gioco.
AER: IL VOLO E’ LIBERTA’
In AER: Memories of Old è possibile esplorare il mondo in assoluta libertà, correndo anche il rischio di dimenticarsi dell’importante missione principale, quella di proteggere il mondo da un possibile nuovo cataclisma, perdendosi tra cascate e rovine. La tentazione è molto forte: tutte le isole sono lì, sospese, in attesa della Luce che ne svelerà gli avvenimenti che le hanno sconvolte e trasformate.
Ma non fatevi ingannare dalle inebrianti possibilità di volo: nonostante l’uccello danzi in cielo in maniera fluida ed elegante, anche effettuando le virate più brusche, non è comunque così semplice prendere dimestichezza con l’abilità. In particolare, quello che risulta più difficoltoso, è eseguire un elegante atterraggio: per fortuna esiste la possibilità di optare per una picchiata brutale, senza il pericolo che Auk si schianti e si spezzi le ali.
AER: OSCURE GROTTE E MISTICI INDOVINELLI
AER: Memories of Old però non è solo un’avventura grafica: al suo interno ha anche elementi platform e puzzle. Scoprendo e raggiungendo i dungeon, infatti, ci si ritrova privi della possibilità di volare, e per avanzare bisogna saltare su rocce e rovine, risolvendo indovinelli e rompicapi.
La Luce è la chiave necessaria dietro ogni puzzle: dal dover dare energia ad antichi meccanismi, al dover ricomporre ed illuminare rune dimenticate, o ricostruendo parti di rovine.
Il primo impatto con i rompicapi di AER può essere fuorviante: le mistiche pedane sembrano più adatte a saltarci sopra, che ad essere illuminate, ma una volta capito di dover far sempre Luce sui propri pensieri, diventa tutto più chiaro.
I puzzle hanno una progressione: i 3 dungeon principali sono di difficoltà e lunghezza crescente, ma in realtà possono essere affrontati nell’ordine che più si vuole. Si potrebbe quindi partire dall’ultimo, il più difficile, per poi proseguire a ritroso. Questo dona assoluta libertà ma può anche essere controproducente qualora un giocatore inesperto si ritrovi perso.
In generale, comunque, la difficoltà non è mai eccessiva, e si ha sempre il tempo di ammirare gli attenti giochi di luci e ombre, immedesimandosi nell’ambientazione e nel senso dell’avventura grafica.
AER: CONCLUSIONI
AER: Memories of Old è un’ottimo titolo indie, perfetto per i giocatori amanti della libertà e dei puzzle e che hanno già amato titoli simili, come ad esempio Journey.
Non è un titolo per tutti e pur ricordando che non si tratta di un gioco tripla A non è comunque esente da difetti: come già accennato, il volo e in particolare l’atterraggio sono piuttosto macchinosi con la tastiera, e il tempo di gioco è piuttosto breve. In particolare avrei voluto saperne di più della storia e del mondo di AER.