Kotaro Uchikoshi torna a torturare i suoi personaggi nella sua ultima visual novel.
A molti di voi il nome Kotaro Uchikoshi non dirà nulla, ma nel sottobosco delle produzioni giapponesi, Kotaro Uchikoshi è una rockstar. Del genere più di nicchia possibile, ma sempre una maledetta rockstar.
Diventato famoso nei primi anni 2000 con una serie di visual novel, il successo vero e proprio lo ha raggiunto con la trilogia di Zero Escape, diventando un fenomeno di culto.
A pochi anni dalla conclusione dell’ultimo capitolo di Zero Escape, Uchikoshi torna sulle scene con una nuova avventura grafica, dalla quale ci possiamo aspettare solo grandi cose.
Disponibile dallo scorso 20 Settembre, AI: The Somnium Files è disponibile su PlayStation 4, Nintendo Switch e PC.
Versione Testata: Nintendo Swith
Come in un incubo
Ambientato in una Tokyo del futuro non troppo lontana dai nostri giorni, AI: The Somnium Files segue le vicende di Kaname Date, un detective sopra le righe il cui partner Aiba, è una IA installata nel suo occhio sinistro. Un giorno, rispondendo alla chiamata per un omicidio, si trova però ad affrontare una dura realtà. La vittima è una sua conoscente, Shoko Nadami, e sul suo corpo si trova la firma di uno spietato serial killer, sul quale è sulle sue tracce da diversi anni. Iniza così una spirale di eventi che legano Date ad una serie di testimoni ed indiziati, tutti sospettati per la morte di Shoko.
Fra le varie pedine della storia di Uchikoshi ce n’è uno che spicca probabilmente più di altri, Iris, un’aspirante idol che entra di prepotenza nella vita del detective e che sembra avere più di una connessione con il caso.
Il tutto inizierà a prendere una piega strana proprio quando Iris entrerà in scena. Grazie alle abilità dell’IA installata nel suo occhio, Date potrà sfruttare un avanzatissimo macchinario, lo Psync, capace di insinuarsi nel Somnium, la coscenza sopita dei soggetti da analizzare, scansionandone la spiche. Una pratica molto simile a quella di Inception di Nolan al quale Uchikoshi sembra essersi ispirato per il suo AI: The Somnium Files. Ma proprio durante l’uso dello Psync qualcosa sembra andare diversamente dal solito, tanto da riuscire a cambiare il corso degli eventi nella vita reale pur trovandosi in un sogno coscente.
Da questo momento nulla sarà più come prima e per Date inizierà un vero e proprio calvario alla riscerca della verità e su chi si celi realmente dietro il serial killer.
Con AI: The Somnium Files Uchikoshi confeziona un’altra grandiosa avventura ricca di colpi di scena, storie contorte e un cast di personaggi affascinante. Forse non così “mind blow” come i suoi precedenti lavori, ma altamente interessante. Nel racconto poi riemergono alcuni degli elementi comuni alle sue storie, come la verosimiltà con la realtà e l’inclusione nella narrativa di leggende metropolitane, teorie scientifiche e complottistiche, non sempre buttate li a caso ma con un’attenzione al dettaglio quasi maniacale.
Sogno o realtà?
Chi conosce le sue opere sà inoltre che il tempo gioca un ruolo fondamentale nell’economia della storia, e che il suo scorrere non è unidirezionale, ma un flusso continuo di eventi passati e futuri che si influenzano tra loro in maniera costante. Come per la serie di Zero Escape anche qua ritroviamo una flow chart che sintetizza tutte la varie ramificazioni della stora che necessitano di essere affrontate una alla volta, provando varie soluzioni, per avere un quadro definitivo dell’intero intreccio narrativo, che solo così potrà essere rivelato.
Come visual novel, AI: The Somnium Files compie diversi passi avanti rispetto agli standard del genere, in maniera molto più sostanziosa di Zero Time Dilemma. L’uso della grafica 3D, in favore dei classici artwork statici, rende l’avventura molto più dinamica. I personaggi con i quali interagiremo sono completamente animati, in particolar modo per quanto riguarda le espressioni facciali. Durante le fasi interrogative potremo interagire con l’ambiente, spostando il cursore su personaggi ed oggetti ottenendo informazioni utili per la nostra investigazione.
La struttura è studiata perfettamente per funzionare con il pad e ogni azione è facilmente attivabile senza dannarsi troppo. Inoltre su Nintendo Switch, in modalità portatile, abbiamo il vantaggio del touch screen che ci permette di muovere il punto di vista di Date ed interagire.
Aiba proprio durante queste fasi ci fornirà pieno supporto, ricordandoci eventi ed avvenimenti della nostra indagine, suggerimenti o azioni contestuali come la vista a raggi x, quella infrarossi o uno zoom, strumenti che useremo in più di un’occasione per venire a capo dei nostri problemi. C’è anche qualche variante sul tema, qualche dinamica non proprio affine alle visual novel, e richiederà la nostra prontezza di riflessi (sebbene la finestra di reazione sia abbastanza ampia) per alcuni quick time event, nei quali il nostro Date dovrà dare prova di essere anche un buon cecchino con la sua pistola.
Schiavi del tempo
A questo si contrappone la parte all’interno del Somnium, nella quale prenderemo invece il controllo di Aiba, in una sua particolare forma virtuale, che ci permetterà di esplorare il sogno del soggetto. Qua staccandosi dai canoni della visual novel ed abbracciando quelli delle avventure 3D, portremo visitare le varie location, in una sorta di gigantesco puzzle ambientale su più step, dove ogni avanzamento di consentirà di aprire un “cancello mentale” che ci separa dalla soluzione.
A complicare le cose un sistema trial & error basato sul tempo, dove ogni tentativo, ogni nostra azione ci costerà tempo che verrà scalato di volta in volta dal massimo dei 6 minuti totali che permettono la nostra presenza nel Somnium. L’elemento temporale aggiunge quel pizzico di sfida in più che ci porterà a tentare le varie soluzioni senza preoccuparci troppo delle conseguenze.
In caso il timer raggiunga lo zero, la nostra partita terminerà brutalmente, dandoci soltanto la possibilità di ripartire da uno dei check-point precedentemente raggiunti, con un numero di tentativi veramente limitato.
Dovremo poi come già anticipato ritornare ad affrontare i Somnium già completati per trovare nuove strade e soluzioni che ci portino a percorrere un nuovo percorso narrativo ed aprire un altro ramo nella flow chart.
Un sistema ormai collaudato da Uchikoshi che spinge il giocatore a ripercorrere i propri passi per saperne di più sulla storia, scoprirne tutti i suoi risvolti ed arrivare al vero finale, che darà un senso all’avventura e alle azioni di Date. Un viaggio che vi sottrarrà una ventina di ore, o qualcosa di più, a seconda di quanto sarete abili a portare a termine i vari Somnium, ma che varrà ogni singolo minuto speso del nostro tempo.
Bellezze da sogno
Abbiamo visto come AI: The Somnium Files sia una visual novel che grazie alle sue caratteristiche che si distaccano dai classici del genere utilizzi una formula moderna e meno statica che dovrebbe essere presa d’esempio. L’uso della grafica 3D è ammirabile per le ambientazioni esplorabili e per i personaggi, con un netto miglioramento rispetto a Zero Time Dilemma. Al character design dei personaggi troviamo un mostro di bravura come Yūsuke Kozaki noto per i suoi lavori sulla serie di No More Heroes e Fire Emblem, che qua firma nuovamente un ottimo design dei personaggi, con una caratterizzazione quasi sempre impeccabile.
Così come è impeccabile il lavoro svolto sul doppiaggio originale giapponese, scelta consigliabile rispetto a quello inglese, che ci accompagna per tutta la durata dell’avventura con un dub espressivo e ben recitato, qausi ad eguagliare la qualità di un anime. Il tutto supportato dal solo adattamento inglese.
Le musiche svolgono il loro ruolo di accompagnamento, sparendo però spesso nel sottofondo durante le fasi investigative, per poi tornare a galla prepotentemente con il nostro ingresso nel Somnium.